Che cos'è la psicobiogenealogia
Alessandro Silva - 01/01/2016
La scienza contemporanea è ormai concorde nel definire la realtà non come un dato di natura fisso e immutabile, ma dipendente dagli strumenti di conoscenza che, di volta in volta, l’uomo ha a disposizione per spiegarla.
Enormi sono stati i sacrifici per arrivare all’accettazione di quella realtà che oggi si conosce e ormai reputiamo scontata: la terra gira intorno al sole insieme ad altri pianeti e non è il centro dell’universo, ma un granello infinitesimale di un sistema planetario.
Con gli strumenti conoscitivi di cui si dispone oggi, però, la realtà per noi così ovvia è stata rimessa in discussione: basta aprire un qualsiasi testo divulgativo di fisica contemporanea e si scopre che, già solo per la fisica delle particelle e la teoria dei quanti, ciò che chiamiamo “realtà”, costituita di dati che ritenevamo certi, fissi, rigidi, immutabili, non è più tale. Non esiste alcuna realtà definibile se non nell’interazione tra noi e ciò che è fuori di noi, il quale è, e resta, almeno per ora, inconoscibile. In partica vengono meno le dualità che avevano strutturato fino ad oggi sia il sapere che la visione dell’uomo e del mondo. Brutto e bello, vero e falso, vita e morte, ordine e disordine, in poche parole tutte le antitesi su cui si sono costruiti il pensiero e la scienza classica sono crollate in quanto antitesi, per andare a configurarsi come elementi in relazione tra di loro e organizzati insieme nel sistema complesso del “vivente”. Se da un lato questo è vero per le scienze materiali, permangono tuttavia delle perplessità nelle cosiddette scienze umane: la medicina da una parte, la psicologia e la psicanalisi dall’altra parte, si ostinano infatti a restare vincolate a un modello ormai obsoleto. Anche in questi ambiti, tuttavia, la ricerca ha prodotto nuovi risultati ed uno di questi è rappresentato dalla cosiddetta psicogenealogia o psicologia transgenerazionale nel campo delle scienze umane.
Così come la nuova medicina si occupa della dimensione collettiva del vivente, la psicogenealogia si occupa dell’individuo dal punto di vista soggettivo (biografico) e collettivo (famiglia). Entrambe hanno cioè finalmente re-introdotto la dimensione antropologica e psichica dell’individuo, la quale è necessariamente collettiva: l’individuo non è il solo, isolato e unico referente dei propri disagi, ma un sistema complesso di elementi in una relazione dinamica continua in cui convivono, al medesimo tempo, la specie (dimensione biologica), la coscienza (dimensione psicologica individuale), la famiglia e la collettività (dimensione antropologica). In tal senso, la malattia non si configura più come una calamità o un destino, ma un prodotto dalla specializzazione evolutiva del sistema “uomo”.
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Archetipi primari e patologie
Il femminile e il maschile rappresentano gli archetipi primari di riferimento di qualsiasi individuo, sia per le scienze esatte che per quelle umane. È evidente quindi come ogni conflitto che la coscienza non riesce a risolvere trova la sua origine proprio in questi archetipi primari, sia essa una malattia del corpo o della mente, perché in essi risiede la legge primaria della conservazione, riproduzione ed evoluzione della specie.
In altre parole, qualsiasi manifestazione individuale di malattia corrisponde a un conflitto che, a sua volta, rappresenta una problematica primaria dell’archetipo maschile o femminile famigliare. Ogni patologia di uno dei due archetipi primari determina uno squilibrio anche dell’altro archetipo, causando una patologia complessiva che incide su entrambi. In sostanza: se la vita dipende, si conserva, si riproduce ed evolve tramite il dialogo complesso tra maschile e femminile, è proprio all’interno di questo dialogo che si deve rintracciare l’origine ultima di ogni patologia e di ogni possibile conflitto.
Siccome sesso e morte sono i due fattori evolutivi essenziali che incidono sui due elementi primari della vita, il maschile e il femminile, qualsiasi alterazione degli archetipi primari è di natura sessuale o mortale: eros e thanatos, come già individuò Freud, costituiscono le uniche due modalità essenziali di alterazione della vita.
Nella teoria dei conflitti che è alla base di ogni sintomatologia, dunque, possiamo risalire da un sintomo a un conflitto, da questo a uno degli archetipi primari (maschile o femminile), e dall’archetipoo alla sua patologia, che sarà inevitabilmente di ordine sessuale o mortale.
In altre parole, ogni manifestazione individuale (sintomo) ha alla base un conflitto scatenante, il quale non è che la manifestazione di un conflitto riguardante gli archetipi primari (maschile e femminile) sul piano famigliare, che risultano squilibrati a causa di un evento di sesso o di morte.
La psicobiogenealogia
Si può definire “psicogenealogia” lo studio dell’albero genealogico che permette di capire come un individuo è strutturato e quali sono le sue caratteristiche. L’albero genealogico è infatti alla base di qualsiasi nevrosi, ossessione e malattia dato che tutti ereditiamo dalla nostra famiglia un’impronta psichica profonda che non siamo coscienti di possedere.
La psicogenealogia studia le influenze della famiglia su quello che siamo oggi, esaminando il ruolo che i nostri genitori, i fratelli, gli zii, i nonni, i bisnonni e gli avi giocano nella nostra vita attuale.
Si sta parlando ovviamente di processi psichici del profondo e del loro meccanismo di trasmissione e di rafforzamento che avviene sempre a livello di inconscio famigliare all’interno di quel processo che chiamato “Originario” che si instaura già all’interno del ventre materno e si porta a compimento entro i primi tre anni di vita.
Psicogenealogia, archetipi primari e nuova teoria dei conflitti
I problemi fondamentali di ciascuno sono sempre collegati strettamente ai genitori in primissimo luogo, i quali sono a loro volta in stretta relazione con i propri genitori, i quali sono in stretta relazione con i loro, e così via. A loro volta, gli archetipi maschile e femminile che ci vengono trasmessi nel processo dell’”Originario”, archetipi che usiamo come modelli e identità e che influiscono in maniera determinante sul nostro atteggiamento nei confronti della vita e degli altri, sono sempre collegati in maniera evidente al sesso e alla morte.
La malattia non è altro che il modo in cui il nostro corpo e il nostro spirito ci avvisano degli errori che stiamo compiendo e ci indicano dove intervenire con la coscienza. Le malattie fisiche hanno pertanto una origine e la loro spiegazione nell’albero genealogico dell’individuo, così come tutte le ansie, i timori, le depressioni e i problemi psicologici o psichiatrici. Questa origine e questa spiegazione si possono ricondurre a ciò che è stata chiamata patologia degli archetipi primari, intendendo con ciò una disfunzione, un indebolimento o un eccessivo rafforzamento di uno o di entrambi gli archetipi fondamentali dell’inconscio famigliare: maschile e femminile.
Gli archetipi primari possono essere alterati in diverse maniere, ma la causa di ogni alterazione si può ricondurre in sostanza alle due motivazioni di base già individuate in precedenza: Eros e Thanatos, sesso e morte. Queste due cause primarie possono anche essersi manifestate due o tre generazioni precedenti; quello che è importante definire sono le cause originarie e scatenanti dell’alterazione dell’archetipo primario, il quale si struttura e si solidifica progressivamente nel passaggio transgenerazionale fino a radicalizzarsi in malattia. Esiste uno stretto legame tra la patologia dell’archetipo e la patologia del corpo e della mente, il che equivale a dire che le malattie sono in definitiva delle manifestazioni di un “fantasma psicogenealogico transgenerazionale”.
Volendo riassumere:
- la causa di ogni malattia e malessere risiede nella famiglia di origine e ad almeno tre generazioni precedenti il manifestarsi di quella malattia;
- tale malattia o malessere è legato ad una patologia dell’archetipo primario;
- questa patologia ha la sua motivazione in cause primarie riguardanti il sesso e la morte.
La biografia di una persona è essenzialmente legata alla famiglia, così come la biografia di una famiglia è legata alla società di cui fa parte e quest’ultima è a sua volta legata all’evoluzione del genere umano, alla sua storia. Esiste cioè un parallelo integrato fra individuo, famiglia, società e specie, ed è quindi altrettanto ovvio che esiste un’integrazione di base tra inconscio collettivo e inconscio famigliare.