Che cos'è la celiachia e come curarla?
Vincenzo Valesi - 01/01/2016
Tratto da I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia (Macro Edizioni, 2011).
La celiachia, o morbo celiaco o anche sprue celiaca, è una forma di intolleranza al glutine su base immunologica, cioè che riconosce un meccanismo immunitario. In sostanza, è una risposta abnorme del sistema immunitario verso una sostanza che normalmente, nella maggior parte degli individui, non crea nessun problema. Il glutine è una lipoproteina contenuta in alcuni cereali quali grano, farro, orzo, segale, avena, kamut, spelta (Triticum spelta) e triticale (incrocio del frumento con la segale), con cui si confezionano pane, pizza, biscotti, dolci ecc. Ne sono privi: riso, mais, miglio, manioca.
Incidenza
Attualmente in Italia sono diagnosticati 55.000 celiaci, cioè 1 su 1000, ma gli studiosi ritengono che si tratti solo della punta di un iceberg e che l’incidenza reale, sottostimata, sia di circa 1 ogni 100-150 abitanti, il che eleverebbe il numero totale a 350-400 mila persone.
Cause
È documentata una reazione immunitaria verso una frazione proteica del glutine, la gliadina sostenuta da linfociti T e B, presenti nella lamina propria dell’intestino tenue, sotto l’epitelio di rivestimento. Il risultato porta a un appiattimento e scomparsa dei villi intestinali, con conseguente difettoso assorbimento di fattori vitaminici e elementi nutrizionali importantissimi.
Esistono forme dalla sintomatologia conclamata, altre più sfumate, altre ancora completamente asintomatiche, in cui vi è solo una alterazione degli enzimi di laboratorio. Sulla base del sospetto clinico, si effettua la ricerca di tre tipi di anticorpi: antigliadina, antiendomisio, antitransglutaminasi. Qualora ci sia una positività di uno o più di essi per la diagnosi di certezza occorre comunque una biopsia dell’intestino tenue effettuata mediante una esofagogastroduodenoscopia.
Sintomi
La loro espressione e gravità è correlata direttamente alla gravità della sindrome: anemia da carenza di ferro, rachitismo, osteoporosi, arresto della crescita, infertilità, disturbi intestinali quali alterazioni del transito, senso di gonfiore, aspetto invecchiato della pelle.
Omeopatia costituzionale
Con questo termine si intende la somministrazione di diluizioni di sali degli acidi carbonico, fosforico, fluorico e sulfurico soprattutto di fronte ad aspetti costituzionali molto evidenti legati alla morfologia e al carattere psicoemozionale del soggetto. È un tipo di intervento che si può fare anche a prescindere dal tipo di patologia perché è mirato ad agire sull’individuo in quanto struttura di organi e tessuti derivati dai tre foglietti embrionali: ecto-, meso- ed entoderma e non necessariamente in un individuo malato.
Ognuno dei suddetti rimedi costituzionali può essere utilizzato preferibilmente una volta alla settimana se si tratta di una 30 CH, 5 o 10 granuli a seconda che si tratti di un bambino o di un adulto; oppure una volta al mese se si tratta di una 200 CH, ½ o 1 flacone monodose, bambino o adulto.
Omeopatia unicista
Sulla stessa linea può essere utile la somministrazione del rimedio omeopatico che più si avvicina alla totalità dei sintomi dell’individuo, fisici, funzionali, mentali ed emozionali: esso è visto come un qualcosa che agisce sull’individuo anche “sano”, nell’ambito della promozione di un miglior equilibrio psico-neuro-endocrino-immunitario.
Ma cos’è la salute? Un’assenza di sintomi sgradevoli quali dolore, emorragia, febbre di cui si è detto, oppure è anche qualcos’altro? La salute è recupero totale dell’armonia dell’essere e della sua capacità di esprimere se stesso nell’ambiente in perfetto dialogo, interazione ed equilibrio con il suo mondo interno ed esterno. È il recupero della felicità e della libertà soffocate e frustrate da tutti i mille condizionamenti e messaggi culturali costituenti sistemi di credenze vecchi e nuovi, fonti di conflitti esistenziali insanabili a causa di un semplicissimo motivo: la loro incoerenza e contraddittorietà.
Benché apparentemente accettiamo questi messaggi a livello cosciente come validi, il nostro inconscio che è un computer spietato e analizza tutto, rileva tutte le incongruenze di fondo su problemi etici, culturali e religiosi ed entra in conflitto interiore. Salvo i veri casi patologici per i quali l’uso dei farmaci può essere necessario e raccomandabile, quante volte l’ansia è invece solo l’espressione di questi conflitti misconosciuti e irrisolti, il sintomo benedetto che ci spinge a ricercare una soluzione prima di essere o diventare una patologia? E invece cosa facciamo? Soffochiamo senza comprendere, rimandando nel tempo futuro il pagamento del pedaggio.
Dobbiamo considerare malati anche tutti quelli che si discostano dal gruppo? Tutti quelli i cui pensieri e comportamenti, pur nel rispetto dei loro simili, non si allineano con quelli della cultura dominante? Non si può generalizzare è ovvio, e solo una attenta valutazione dei casi e delle situazioni permette una scelta appropriata, perché l’espressione di ogni sintomatologia è sempre il risultato di un’interazione fra l’aspetto genetico e quello ambientale e la celiachia ne è un esempio inequivocabile.
Il pensiero sano
Non dobbiamo incorrere nell’errore di psicosomatizzare tutto, e non possiamo dimenticare che oggi più che di psicosomatica si parla di PNEI, cioè psiconeuroendocrinoimmunologia, la quale è in grado di spiegare traducendo in termini biochimici concetti in precedenza considerati fumosi, generici o astratti. È un dato di fatto che il pensiero puro è una forma di energia creativa o distruttiva a seconda dei casi, che dalla psiche dove si genera traduce in realtà materiale i concetti, interagisce con il sistema nervoso, endocrino e immunitario “creando” ormoni, neurotrasmettitori, citochine, cioè sostanze polipeptidiche di natura proteica che dirigono tutta l’orchestra della nostra vita e del nostro essere. Così dal mondo delle idee di Platone si materializza l’energia, come in principio era il logos.
Ne consegue che se il pensiero “disorientato” può creare danni organici (il vecchio concetto psicosomatico), e questo oggi ce lo spiega in termini biochimici la PNEI, un pensiero sano, nel senso di correttamente formulato coerente e armonico, come è nelle possibilità e nella dignità di ogni essere umano – e non abbiamo giustificazioni per abdicare da questo considerandoci quindi solo delle scimmie pensanti – («Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza», Divina Commedia) può prevenire o risolvere molti problemi.
Immuno-isopatia Sanum
In fase acuta, soprattutto se c’è dolore addominale con tensione della parete e meteorismo:
● Pefrakehl D 3: una supposta alla sera prima di coricarsi.
Si tratta di Candida parapsylosis e viene data per favorire un miglior equilibrio del microambiente intestinale soprattutto per quanto riguarda un eccessivo sviluppo delle forme di Candida patogene.
● Rebas D 4: una capsula al risveglio fino alla risoluzione dei sintomi.
Si tratta di placche di Peyer, che sono aggregati-organi linfatici localizzati a livello dell’intestino tenue e a livello dei quali avviene la processazione delle sostanze considerate non self, cioè estranee, con istruzione delle cellule per l’attività di difesa o tramite un meccanismo diretto (linfociti T) o tramite la produzione di anticorpi solubili (linfociti B).
Superata la fase acuta:
● Rebas D 4: 1 capsula alla sera per 20 sere al mese, con pausa di 10 giorni per due mesi in primavera e autunno associato per 10 giorni al mese a
● Fortakehl D 3: una supposta alla sera per 10 giorni all’inizio di ogni mese. Si tratta di Penicillium roqueforti il quale viene dato con la stessa intenzione dei probiotici, cioè per favorire l’eubiosi, ossia un buon microambiente intestinale.
Non dimentichiamo, a conferma di questo meccanismo di squilibrata e abnorme risposta immunitaria, che la celiachia può associarsi ad altre due patologie di chiara causa autoimmune: la tiroidite autoimmune e il diabete di tipo I insulino-dipendente.
Microimmunoterapia
Citochine omeopatizzate
● IL-10 alla 4 CH: 10 gocce per 2 volte al giorno nell’adulto e 5 gocce per 2 volte al giorno nel bambino.
Nei periodi di riacutizzazione: l’Interleuchina-10, il “reset” (riequilibrante) di tutto il sistema immunitario, la quale alleggerendo una iperattività di tutti e due i comparti, del Th1 soprattutto ma anche del Th2, può essere concettualmente indicata soprattutto nelle fasi di riacutizzazione, a brevi cicli, per modulare il sistema immunitario, restando sempre fermo il concetto del rigoroso rispetto delle restrizioni dietetiche.
Dieta
La terapia principale consiste nell’abolire tutti gli alimenti contenenti glutine. Ciò non è sempre semplice, perché a parte i cereali conosciuti, nei cibi confezionati c’è molto spesso la presenza di queste sostanze addizionate a vario titolo. Bisogna leggere sempre molto bene la composizione degli ingredienti; spesso nei casi dubbi vi è anche la dicitura “adatti per celiaci” oppure “contenenti glutine”, ma comunque è sempre meglio verificare a vista la composizione. Inoltre, se ci si reca in trattorie o ristoranti è opportuno fare presente che si è celiaci e anche raccomandarsi che vengano usate pentole ben pulite e non quelle dove sono stati cotti alimenti contenenti il glutine e non adeguatamente “bonificate”. Questa precisazione è doverosa per non cadere nell’illusione di soluzioni terapeutiche miracolistiche.
Tuttavia la medicina naturale può essere di aiuto e complementare, ma non sostitutiva, alla corretta dieta di esclusione, come modulante di un processo immunologico determinato geneticamente, per fare un tentativo di alleviare sintomi in fasi di riacutizzazione possibili nonostante il rispetto delle regole dietetiche. È giusto considerare questa possibilità quindi con la dovuta cautela e limiti.
Tratto da I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia (Macro Edizioni, 2011).