Il cervello umano come supercomputer quantistico
Luigi Maxmilian Caligiuri - 01/01/2016
Nella visione comunemente accettata delle neuroscienze e della psicologia, la mente e il cervello sono state finora considerati sostanzialmente quali entità interagenti ma separate rendendo di conseguenza elusiva una reale comprensione del rapporto mente-cervello. Per molti anni, infatti, la psicologia e le discipline ad essa correlate si sono limitate a considerare il cervello come una “scatola nera” le cui “regole” di funzionamento potevano essere comprese anche senza considerare la sua struttura e composizione interna. Il cervello è senza dubbio una delle strutture più complesse dell’Universo il cui studio richiede un approccio fisico e biologico profondo. Tuttavia, da questo punto di vista, fino a non molti anni fa, i tentativi di comprendere il funzionamento del cervello e le sue capacità si basavano quasi unicamente sulla fisica classica e su un approccio sostanzialmente strutturista, basato cioè sulla considerazione delle caratteristiche ascrivibili alle singole unità funzionali che lo compongono. Tali tentativi di affrontare il problema del rapporto mente-cervello sulla base della fisica newtoniana e delle sue conseguenze sul piano biologico hanno introdotto una frammentazione concettuale, portando a un sostanziale fallimento in termini conoscitivi e descrittivi, e dimostrando la necessità di abbandonare l’approccio tradizionale per utilizzare un paradigma completamente differente. Secondo l’approccio biofisico tradizionale, il cervello umano è costituito da una massa di materia “grigia” non superiore a 1,5 kg, contenente qualche decina di miliardi di cellule specializzate, i neuroni, caratterizzati da proprietà elettriche simili a quelle dei transistor presenti nei circuiti elettronici dei computer. Secondo tale modello, analogamente ai transistor nei relativi circuiti, i neuroni sarebbero tra loro interconnessi dando origine, nel cervello umano, a migliaia di miliardi di connessioni neurone-neurone permettendo così la trasmissione di segnali attraverso di essi tramite impulsi elettrici unidirezionali che verrebbero a loro volta eccitati, modulati o inibiti da altri impulsi generati in altri neuroni in modo da realizzare una rete estesa di segnali. Tuttavia, nonostante le possibili analogie tra la trasmissione dei segnali nei transistor dei circuiti elettronici e quella degli impulsi neuronali all’interno del cervello, esistono cruciali differenze tra i due casi che rendono non esaustivo il modello biofisico comunemente accettato.
Nell'articolo integrale si parla di:
- la coerenza quantistica nei sistemi biologici e le funzioni cerebrali
- coerenza Elettrodinamica Quantistica, fotoni superluminali e supercalcolo nei MT del cervello
- il supercalcolo quantistico nel cervello tramite l’impiego di fotoni superluminali
Continua la lettura di questo articolo su Scienza e Conoscenza 51, un numero speciale dedicato alla MEDICINA QUANTISTICA.