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IL MEZZO TELEVISIVO


Elsa Masetti - 01/01/2016

 

 

Di nuovo quello che la conoscenza scientifica ed esoterica ci dice per es. nel libro: i pericoli della televisione - soprattutto per i bimbi sotto i 7 anni - sembra ora trovare riscontro e risonanza nelle inchieste sperimentali che hanno coinvolto alcuni ricercatori nell'analisi dei rischi da video.

Tali rischi vedono il mezzo televisivo, più che il PC o i videogames, al primo posto in classifica.

E non si tratta, come ben chiarito dal libro sopracitato, di una semplice scelta di contenuti. E' il mezzo stesso e la velocità con cui arriva l'immagine a mettere a rischio un cervello e un sistema nervoso-muscolare in sviluppo. Il mezzo televisivo è tale da creare contrazione e fissità muscolare in un'età in cui la crescita organica abbisogna di elasticità, espansione e di tanto movimento. Anche se questo gli scienziati non sono ancora in grado di dirlo, in quanto richiede conoscenze interiori e un tipo di saggezza che appartiene alla sfera dei corpi invisibili.

Pian piano però, ci stanno arrivando.

Risale al 4 agosto la notizia di uno studio comparato negli Stati Uniti e in Spagna il quale ha rilevato, analizzando 111 bambini di età tra i 3 e gli 8 anni, che tra tutte le forme di inattività esaminate, quella di guardare la televisione risulta la peggiore. La costante misurata è quella della pressione sanguigna.

Se il sangue è così visibilmente coinvolto vuol dire che lo sono, a monte, cuore, cervello e DNA.

La pressione sanguigna più alta risulta, tra l'altro, indipendente dal fatto che i bimbi siano obesi o nel peso forma, come spiega il Dr. Joey Eisenmann, anche kineseologo, alla Michigan State University. Secondo tale studio, pubblicato negli Archivi di Medicina Pediatrica e dell'Adolescenza, lo stesso aumento di pressione non è rilevabile per esempio di fronte allo schermo del pc.

I bambini che guardavano dai 90 a 330 minuti di televisione al giorno risultavano alle misurazioni con una pressione sistolica e diastolica da cinque a sette punti superiore rispetto a quelli che stavano davanti alla tivù meno di mezz'ora al giorno.

L'American Academy of Pediatrics raccomanda quindi che i bambini sotto i 2 anni non dovrebbero guardare la televisione, limitando la visione ai più grandi a una o max due ore al giorno.

Cos'è dunque che rende la visione della tivù più a rischio che giocare ai videogame o navigare in Internet? Certo, i giochi del computer richiedono un certo movimento, come muovere le dita o modificare le posizioni del corpo, ma, si chiedono i ricercatori: «Può essere questo sufficiente a spiegare la differenza?».

Sono state proposte altre possibili varianti. Ad esempio, oltre alla completa inattività richiesta dal mezzo televisivo - che solleva solo il rischio di pressione alta - i bambini possono essere sollecitati, dalla pigrizia della postura presa, a mangiare in modo automatico del cibo pronto-veloce(fast-food). E i tipi di alimenti che i bambini mangiano di solito di fronte alla tv, sono del tipo snack salato, che fa salire ulteriormente la pressione sanguigna.

Prima di arrivare a comprendere quello che succede "nel tempio del cervello", come dicono i Rosacrociani nel libro I pericoli della televisione, e nell'impalcatura aurea e frattale del DNA, prima di prendere atto del modo in cui possono interagire le onde fotoniche e l'intermittenza veloce dei lampi-luce ci vorrà ancora del tempo.
E noi, siamo pazienti

 


Elsa Masetti
La sua ricerca nel campo delle relazioni interpersonali e intime è iniziata molto presto, insieme alla consapevolezza giovanile di un disagio e di... Leggi la biografia
La sua ricerca nel campo delle relazioni interpersonali e intime è iniziata molto presto, insieme alla consapevolezza giovanile di un disagio e di una sofferenza profonda legati a una mancanza di autenticità e di reale e sincera esposizione al vero.Le relazioni sono allora diventate per lei un terreno di conoscenza di sé che le ha permesso di... Leggi la biografia

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