Le radici della questione morale nella prospettiva olistica
Bruno Fuoco - 01/01/2016
L'approccio olistico alla vita riconosce che un Codice Morale è iscritto nel tessuto stesso della natura e del cosmo: qualsiasi cosa facciamo influisce in qualche modo su ciò che ci circonda, sulla Rete della vita.
Questa importante affermazione, coerente con la visione della realtà offerta dalla fisica quantistica, appartiene, da sempre, alle filosofie spirituali le quali hanno anche sostenuto che gli eventi della nostra vita non nascono dal nulla o dal caso in quanto sono correlati al nostro mondo interiore. Quest'ultima tematica è oggi ripresa da un'ampia letteratura concernente il pensiero positivo (pensiamo alle numerose pubblicazioni e ricerche in tema di intenzione, legge di causa-effetto, legge di attrazione… ).
La ricerca scientifica da molti anni ha illuminato la bellezza e la complessità della Rete della Vita della quale noi facciamo parte. L’universo, osserva il prof. Laszlo, “non è fatto di cose e di eventi separati, di spettatori esterni e di uno spettacolo impersonale… Si tratta di un intero, di un tutt’uno. A differenza del mondo despiritualizzato della fisica classica, il cosmo non è frammentato in cose materiali e nei domini disgiunti della vita e della mente … La recente scoperta dell’unità dell’universo è frutto di ricerche approfondite, basate su osservazioni e messe alla prova tramite esperimenti. Essa fornisce una visione del tutto diversa del mondo rispetto all’immagine meccanicistica, materialistica e frammentata insegnataci a scuola. Un cosmo connesso, coerente e unito” (1). Questo autorevole studioso aggiunge che “si tratta di una riscoperta felice anche per la nostra vita e il nostro benessere, che convalida qualcosa che abbiamo sempre sospettato ma che in tempi moderni non potevamo esprimere … Questo ‘qualcosa’ è un senso di appartenenza, di unità. Siamo parte gli uni degli altri e della natura; non siamo estranei nell’universo. Siamo parte coerente di un mondo coerente; né più né meno di una particella, una stella o una galassia. Soltanto che noi siamo una parte cosciente del mondo, esseri attraverso cui il cosmo può conoscere se stesso. Questa comprensione costituisce una solida base per il recupero di un significato più profondo della vita, e per un nuovo, più affidabile orientamento in questo passaggio cruciale della storia”.
Come precisa il prof. L. Schäfer, “se l'universo è una rete di connessioni istantanee e non separabili, è assai probabile che noi facciamo parte di questa rete. Se nell’universo agisce un elemento di Coscienza, è assai probabile che comunichi con la nostra Coscienza. Poiché non viviamo in una macchina gigante, dobbiamo considerarci degli attori in una realtà che non è la realtà abituale che conosciamo, ma piuttosto una realtà interconnessa, tanto metafisica quanto fisica, e con qualità spirituali” (2).
Nella Rete della Vita ha, dunque, il suo peso non solo ciò che l’uomo fa, ma anche ciò che l’uomo pensa e desidera. Infatti, se la mente dell'osservatore, con la sola intenzione di osservare, incide sulla realtà dei fenomeni osservati, come è noto ormai a tutti, ciò vuol dire che il nostro pensiero, le nostre intenzioni hanno una influenza sulla materia, compresa la nostra materia (3).
Nella Rete della Vita la nostra carta d’identità non è costituita dalla capacità di scrivere o di parlare, ovvero dalle mere abilità intellettuali sulla base delle quali costruiamo il nostro ruolo sociale, ma dalle energie interiori che sprigioniamo con il nostro modo di essere e di vivere. Nella Rete della Vita non possono attecchire ambiguità di sorta.
Il mondo interiore dell’uomo, fatto di pensieri, sentimenti e intenzioni, emana energie che entrano in circolo e agiscono sulla Rete della Vita in modo costruttivo o distruttivo, a seconda delle informazioni veicolate.
Come la materia è la condensazione di energie ed informazioni, così gli eventi materiali della nostra vita sono la condensazione dei nostri mondi interiori: “il fatto che l’esistenza possa essere l’espressione dell’informazione, di un’idea, di una funzione d’onda probabilistica non è una fantasia … si tratta di scienza convenzionale che proviene da Università come Princeton e il MIT … il mondo è più un pensiero che una cosa … l’umanità ha avuto bisogno di millenni prima che Einstein scoprisse che, per quanto bizzarro possa sembrare, la base della materia è l’energia cioè che la materia, in effetti, è energia condensata“ (4).
Per questa ragione, se l’assetto sociale e giuridico della nostra vita collettiva è in profonda crisi, la causa va rinvenuta nel fatto che sono carenti, nelle nostre realtà interiori, informazioni – energie costruttive, cioè Ideali elevati e disinteressati. Infatti, i discorsi programmatici, le leggi giuridiche, le Convenzioni, le Costituzioni e le affermazioni di principio, benché abbondino, sortiscono, in questa epoca, una efficacia marginale.
Se vogliamo cambiare gli assetti della nostra vita collettiva, dobbiamo immettere in circolo energie formatrici di nuovi modelli di vita. Queste energie e informazioni possono essere attinte da Ideali elevati, se sinceramente nutriti. Appare munito di un fondamento scientifico, quindi, il monito tradizionale degli spiritualisti: Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo!
Se aderiamo a questa prospettiva interpretativa dei “processi di realizzazione” (informazioni – energie –materia/ Ideali - mondo interiore - comportamenti), che a noi appare pacifica, lo spettro della responsabilità morale, conseguentemente, si amplia: esso abbraccia non solo le azioni, ma anche l’impiego delle nostre energie interiori (5). Anche il concetto di ambiente si amplia: l’ambiente del quale dobbiamo avere cura nella Rete della Vita, non è solo quello esteriore, ma anche quello interiore in quanto anche questo è un ambiente condiviso (6).
La consapevolezza di essere parte della Rete della Vita può aiutarci a ritrovare, anche perché sappiamo di non poter sfuggire alle nostre reali responsabilità, sulla scena della Vita sociale un’integrità interiore – esteriore che sembra perduta o irraggiungibile in questa fase di transizione.
I concetti di Morale e di legge Morale, in questa rinnovata prospettiva, acquistano un autentico significato e abbandonano decisamente non solo il terreno religioso - dogmatico ma anche quello accademico-autoreferenziale, nell’ambito dei quali la cultura scolastica appare, purtroppo, tuttora compressa. Su questo aspetto torneremo in seguito.
La Morale, in questo rinnovato approccio, non è un’ astrazione concettuale o la trasposizione più o meno palese di dottrine religiose. La Morale è una legge vera e propria, è una legge naturale avente un fondamento oggettivo, è una legge che determina relazioni tra mondo interiore e mondo esteriore. Le leggi della natura, come è noto, riflettono “i modi in cui funziona il mondo, i quali, più che imposti vengono scoperti e sono in massima parte inviolabili” (7).
Quanto affermato dalla filosofia spirituale circa la natura “reale” delle leggi morali, pensiamo alla legge di causa-effetto riconosciuta da quasi tutti gli orientamenti spirituali (8), viene a radicarsi nelle nuove prospettive interpretative della realtà (9).
Il fondamento oggettivo della Morale è stato brillantemente illustrato dal prof. E. Laszlo nei seguenti termini: “possiamo discernere tra bene e male, giusto e sbagliato. Questo perché nel modo in cui le cose sono, alberga effettivamente, un’indicazione di come dovrebbero essere. Le cose non sono passive, inerti, ma si evolvono e co-evolvono con le altre … possiamo dire se un’azione merita di essere considerata bene o male in relazione al fattore che dà energia al processo evolutivo: più esattamente, in relazione al fattore che, se manca, lo indebolisce. Questo fattore è la coerenza. Come una particella è coesa a un’altra, un atomo a un altro atomo in una molecola, e una molecola, cellula, organismo... con altre molecole … così in una biosfera planetaria la coerenza permette l’evoluzione di forme più elevate per struttura e complessità accompagnate da forme più elevate di mente e coscienza. La coerenza dà forza all’evoluzione anche nel mondo umano. La coerenza in noi significa salute: il funzionamento ottimale del corpo... quando un organo non è coerente con il resto funziona male … a sua volta la coerenza intorno a noi equivale al funzionamento integrale dei gruppi e delle organizzazioni di cui facciamo parte: famiglia, comunità, nazione... La coerenza in noi e intorno a noi sono collegate e si rafforzano a vicenda … Tutto quello che facciamo promuove o ostacola la coerenza e quindi l’evoluzione e lo sviluppo dell’ambiente … comportamenti caratterizzati da equità, mutuo rispetto e solidarietà meritano di essere valorizzati e premiati” a differenza dei comportamenti antisociali e antiecologici che meritano di essere sanzionati (10). La capacità di intendere l’azione che “promuove coerenza dentro di noi e intorno a noi, dona alla vita una dimensione morale”.
Il bene è costituito, dunque, afferma Laszlo, da intenzioni e azioni costruttive (mondo interiore ed esteriore) in rapporto al processo evolutivo che è un processo cooperativo e fraterno (11).
La tematica delle leggi morali o della legge naturale sta, dunque, abbandonando, come già rilevato, il terreno religioso. La stessa Chiesa cattolica nel documento denominato “Alla ricerca di un’etica universale: nuovo sguardo sulla legge naturale”, redatto dalla Commissione teologica internazionale, ammette che la legge naturale è "fondata sulla ragione comune a tutti gli esseri umani, è la base di collaborazione fra tutti gli uomini di buona volontà, al di là delle loro convinzioni religiose”. Si è pure precisato che "il ruolo della religione"non è tanto quello di fornire tali norme, come se esse non potessero esser conosciute dai non credenti (12). Dunque, anche secondo la religione cattolica, la conoscenza delle leggi morali non richiede, contrariamente a quanti molti ritengono, l’intermediazione delle strutture religiose o della stessa religione.
La tematica delle leggi morali dovrebbe abbandonare, però, non solo il fuorviante terreno religioso-dogmatico e ciò sta accadendo, ma anche quello accademico- autoreferenziale. Ad esempio, se sfogliamo i libri anche più recenti che trattano aspetti morali constatiamo che essi impiegano espressioni criptiche. Il ricorso a questo linguaggio tecnico, sganciato dall'esperienza verificabile della vita, fa sì che queste riflessioni restino sterili anche se dense di significato per i soli addetti ai lavori. Questo tipo di cultura non comunica con la coscienza dell’umanità in quanto è molto attenta al pensiero dei singoli pensatori e alle varie categorie terminologiche da questi coniate, piuttosto che alla realtà della vita sperimentabile dal singolo individuo. La scarsa accessibilità di questi linguaggi non è, dunque, il riflesso della complessità della problematica che pure esiste o di un pensiero elevato.
Invece, nell'approccio olistico e spirituale, la cultura ha un senso se viene sperimentata, verificata per diventare, poi, eventualmente parte integrante del proprio stile di vita, a seguito delle proprie scelte consapevoli. La cultura è tale se è potenzialmente idonea ad operare sul nostro modo di essere e di vivere. Ad esempio, ha senso approfondire il Mondo delle Idee di Platone, se si cerca nel contempo, di sperimentare la realtà informativa - energetica degli ideali nella propria vita interiore.
Questa importante affermazione, coerente con la visione della realtà offerta dalla fisica quantistica, appartiene, da sempre, alle filosofie spirituali le quali hanno anche sostenuto che gli eventi della nostra vita non nascono dal nulla o dal caso in quanto sono correlati al nostro mondo interiore. Quest'ultima tematica è oggi ripresa da un'ampia letteratura concernente il pensiero positivo (pensiamo alle numerose pubblicazioni e ricerche in tema di intenzione, legge di causa-effetto, legge di attrazione… ).
La ricerca scientifica da molti anni ha illuminato la bellezza e la complessità della Rete della Vita della quale noi facciamo parte. L’universo, osserva il prof. Laszlo, “non è fatto di cose e di eventi separati, di spettatori esterni e di uno spettacolo impersonale… Si tratta di un intero, di un tutt’uno. A differenza del mondo despiritualizzato della fisica classica, il cosmo non è frammentato in cose materiali e nei domini disgiunti della vita e della mente … La recente scoperta dell’unità dell’universo è frutto di ricerche approfondite, basate su osservazioni e messe alla prova tramite esperimenti. Essa fornisce una visione del tutto diversa del mondo rispetto all’immagine meccanicistica, materialistica e frammentata insegnataci a scuola. Un cosmo connesso, coerente e unito” (1). Questo autorevole studioso aggiunge che “si tratta di una riscoperta felice anche per la nostra vita e il nostro benessere, che convalida qualcosa che abbiamo sempre sospettato ma che in tempi moderni non potevamo esprimere … Questo ‘qualcosa’ è un senso di appartenenza, di unità. Siamo parte gli uni degli altri e della natura; non siamo estranei nell’universo. Siamo parte coerente di un mondo coerente; né più né meno di una particella, una stella o una galassia. Soltanto che noi siamo una parte cosciente del mondo, esseri attraverso cui il cosmo può conoscere se stesso. Questa comprensione costituisce una solida base per il recupero di un significato più profondo della vita, e per un nuovo, più affidabile orientamento in questo passaggio cruciale della storia”.
Come precisa il prof. L. Schäfer, “se l'universo è una rete di connessioni istantanee e non separabili, è assai probabile che noi facciamo parte di questa rete. Se nell’universo agisce un elemento di Coscienza, è assai probabile che comunichi con la nostra Coscienza. Poiché non viviamo in una macchina gigante, dobbiamo considerarci degli attori in una realtà che non è la realtà abituale che conosciamo, ma piuttosto una realtà interconnessa, tanto metafisica quanto fisica, e con qualità spirituali” (2).
Nella Rete della Vita ha, dunque, il suo peso non solo ciò che l’uomo fa, ma anche ciò che l’uomo pensa e desidera. Infatti, se la mente dell'osservatore, con la sola intenzione di osservare, incide sulla realtà dei fenomeni osservati, come è noto ormai a tutti, ciò vuol dire che il nostro pensiero, le nostre intenzioni hanno una influenza sulla materia, compresa la nostra materia (3).
Nella Rete della Vita la nostra carta d’identità non è costituita dalla capacità di scrivere o di parlare, ovvero dalle mere abilità intellettuali sulla base delle quali costruiamo il nostro ruolo sociale, ma dalle energie interiori che sprigioniamo con il nostro modo di essere e di vivere. Nella Rete della Vita non possono attecchire ambiguità di sorta.
Il mondo interiore dell’uomo, fatto di pensieri, sentimenti e intenzioni, emana energie che entrano in circolo e agiscono sulla Rete della Vita in modo costruttivo o distruttivo, a seconda delle informazioni veicolate.
Come la materia è la condensazione di energie ed informazioni, così gli eventi materiali della nostra vita sono la condensazione dei nostri mondi interiori: “il fatto che l’esistenza possa essere l’espressione dell’informazione, di un’idea, di una funzione d’onda probabilistica non è una fantasia … si tratta di scienza convenzionale che proviene da Università come Princeton e il MIT … il mondo è più un pensiero che una cosa … l’umanità ha avuto bisogno di millenni prima che Einstein scoprisse che, per quanto bizzarro possa sembrare, la base della materia è l’energia cioè che la materia, in effetti, è energia condensata“ (4).
Per questa ragione, se l’assetto sociale e giuridico della nostra vita collettiva è in profonda crisi, la causa va rinvenuta nel fatto che sono carenti, nelle nostre realtà interiori, informazioni – energie costruttive, cioè Ideali elevati e disinteressati. Infatti, i discorsi programmatici, le leggi giuridiche, le Convenzioni, le Costituzioni e le affermazioni di principio, benché abbondino, sortiscono, in questa epoca, una efficacia marginale.
Se vogliamo cambiare gli assetti della nostra vita collettiva, dobbiamo immettere in circolo energie formatrici di nuovi modelli di vita. Queste energie e informazioni possono essere attinte da Ideali elevati, se sinceramente nutriti. Appare munito di un fondamento scientifico, quindi, il monito tradizionale degli spiritualisti: Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo!
Se aderiamo a questa prospettiva interpretativa dei “processi di realizzazione” (informazioni – energie –materia/ Ideali - mondo interiore - comportamenti), che a noi appare pacifica, lo spettro della responsabilità morale, conseguentemente, si amplia: esso abbraccia non solo le azioni, ma anche l’impiego delle nostre energie interiori (5). Anche il concetto di ambiente si amplia: l’ambiente del quale dobbiamo avere cura nella Rete della Vita, non è solo quello esteriore, ma anche quello interiore in quanto anche questo è un ambiente condiviso (6).
La consapevolezza di essere parte della Rete della Vita può aiutarci a ritrovare, anche perché sappiamo di non poter sfuggire alle nostre reali responsabilità, sulla scena della Vita sociale un’integrità interiore – esteriore che sembra perduta o irraggiungibile in questa fase di transizione.
I concetti di Morale e di legge Morale, in questa rinnovata prospettiva, acquistano un autentico significato e abbandonano decisamente non solo il terreno religioso - dogmatico ma anche quello accademico-autoreferenziale, nell’ambito dei quali la cultura scolastica appare, purtroppo, tuttora compressa. Su questo aspetto torneremo in seguito.
La Morale, in questo rinnovato approccio, non è un’ astrazione concettuale o la trasposizione più o meno palese di dottrine religiose. La Morale è una legge vera e propria, è una legge naturale avente un fondamento oggettivo, è una legge che determina relazioni tra mondo interiore e mondo esteriore. Le leggi della natura, come è noto, riflettono “i modi in cui funziona il mondo, i quali, più che imposti vengono scoperti e sono in massima parte inviolabili” (7).
Quanto affermato dalla filosofia spirituale circa la natura “reale” delle leggi morali, pensiamo alla legge di causa-effetto riconosciuta da quasi tutti gli orientamenti spirituali (8), viene a radicarsi nelle nuove prospettive interpretative della realtà (9).
Il fondamento oggettivo della Morale è stato brillantemente illustrato dal prof. E. Laszlo nei seguenti termini: “possiamo discernere tra bene e male, giusto e sbagliato. Questo perché nel modo in cui le cose sono, alberga effettivamente, un’indicazione di come dovrebbero essere. Le cose non sono passive, inerti, ma si evolvono e co-evolvono con le altre … possiamo dire se un’azione merita di essere considerata bene o male in relazione al fattore che dà energia al processo evolutivo: più esattamente, in relazione al fattore che, se manca, lo indebolisce. Questo fattore è la coerenza. Come una particella è coesa a un’altra, un atomo a un altro atomo in una molecola, e una molecola, cellula, organismo... con altre molecole … così in una biosfera planetaria la coerenza permette l’evoluzione di forme più elevate per struttura e complessità accompagnate da forme più elevate di mente e coscienza. La coerenza dà forza all’evoluzione anche nel mondo umano. La coerenza in noi significa salute: il funzionamento ottimale del corpo... quando un organo non è coerente con il resto funziona male … a sua volta la coerenza intorno a noi equivale al funzionamento integrale dei gruppi e delle organizzazioni di cui facciamo parte: famiglia, comunità, nazione... La coerenza in noi e intorno a noi sono collegate e si rafforzano a vicenda … Tutto quello che facciamo promuove o ostacola la coerenza e quindi l’evoluzione e lo sviluppo dell’ambiente … comportamenti caratterizzati da equità, mutuo rispetto e solidarietà meritano di essere valorizzati e premiati” a differenza dei comportamenti antisociali e antiecologici che meritano di essere sanzionati (10). La capacità di intendere l’azione che “promuove coerenza dentro di noi e intorno a noi, dona alla vita una dimensione morale”.
Il bene è costituito, dunque, afferma Laszlo, da intenzioni e azioni costruttive (mondo interiore ed esteriore) in rapporto al processo evolutivo che è un processo cooperativo e fraterno (11).
La tematica delle leggi morali o della legge naturale sta, dunque, abbandonando, come già rilevato, il terreno religioso. La stessa Chiesa cattolica nel documento denominato “Alla ricerca di un’etica universale: nuovo sguardo sulla legge naturale”, redatto dalla Commissione teologica internazionale, ammette che la legge naturale è "fondata sulla ragione comune a tutti gli esseri umani, è la base di collaborazione fra tutti gli uomini di buona volontà, al di là delle loro convinzioni religiose”. Si è pure precisato che "il ruolo della religione"non è tanto quello di fornire tali norme, come se esse non potessero esser conosciute dai non credenti (12). Dunque, anche secondo la religione cattolica, la conoscenza delle leggi morali non richiede, contrariamente a quanti molti ritengono, l’intermediazione delle strutture religiose o della stessa religione.
La tematica delle leggi morali dovrebbe abbandonare, però, non solo il fuorviante terreno religioso-dogmatico e ciò sta accadendo, ma anche quello accademico- autoreferenziale. Ad esempio, se sfogliamo i libri anche più recenti che trattano aspetti morali constatiamo che essi impiegano espressioni criptiche. Il ricorso a questo linguaggio tecnico, sganciato dall'esperienza verificabile della vita, fa sì che queste riflessioni restino sterili anche se dense di significato per i soli addetti ai lavori. Questo tipo di cultura non comunica con la coscienza dell’umanità in quanto è molto attenta al pensiero dei singoli pensatori e alle varie categorie terminologiche da questi coniate, piuttosto che alla realtà della vita sperimentabile dal singolo individuo. La scarsa accessibilità di questi linguaggi non è, dunque, il riflesso della complessità della problematica che pure esiste o di un pensiero elevato.
Invece, nell'approccio olistico e spirituale, la cultura ha un senso se viene sperimentata, verificata per diventare, poi, eventualmente parte integrante del proprio stile di vita, a seguito delle proprie scelte consapevoli. La cultura è tale se è potenzialmente idonea ad operare sul nostro modo di essere e di vivere. Ad esempio, ha senso approfondire il Mondo delle Idee di Platone, se si cerca nel contempo, di sperimentare la realtà informativa - energetica degli ideali nella propria vita interiore.
Bruno Fuoco
Bruno E. G. Fuoco (1959), dopo aver conseguito con il massimo dei voti la Laurea in Giurisprudenza all’Università di Roma, ha perfezionato i... Leggi la biografia
Bruno E. G. Fuoco (1959), dopo aver conseguito con il massimo dei voti la Laurea in Giurisprudenza all’Università di Roma, ha perfezionato i suoi studi giuridici presso l’Università R. Cartesio di Parigi. Docente in corsi di formazione in materia di autotutela e azione amministrativa, autore di vari volumi e saggi in materia giuridica,... Leggi la biografia