Mangiare secondo l'Ayurveda
Maureen Whitehouse - 01/01/2016
Secondo l’ayurveda, ogni pasto dovrebbe rappresentare un banchetto per tutti i sensi. Quando il vostro piatto presenta una gamma accattivante di gusti, consistenze, colori e aromi, i vostri succhi digestivi cominciano a fluire in anticipo e il vostro corpo, la vostra mente e anima ricevono gratificazione dall’esperienza del mangiare.
Per essere tecnicamente corretti, l’ayurveda in realtà è molto più di un semplice modo di mangiare. La traduzione del termine ayurveda è “scienza della vita”. Inoltre questo antico sistema di medicina, che risale al IX secolo a.C., fa ricorso non solo alla dieta ma anche a varie altre terapie – quali lo yoga e l’erboristeria – per ristabilire armonia ed equilibrio nel corpo umano.
Il sistema dietetico dei tridosha
I principi dell’ayurveda si basano sulla convinzione che ogni individuo abbia bisogno di equilibrio e venga al mondo con una prakriti (termine sanscrito indicante la natura essenziale) unica. La costituzione di ogni persona si compone di ciascuno dei tre dosha secondo gradi di influenza variabili.
I tre dosha vanno sotto il nome di Vata, Pitta e kapha. Sono composti dai cinque elementi base (acqua, aria, fuoco, terra ed etere) e sono considerati come forze dinamiche, aventi caratteri distintivi che danno forma a tutte le cose dell’Universo.
Negli esseri umani, i dosha controllano tutte le funzioni e risposte di tipo fisico, mentale, emotivo e vitale. Inoltre determinano la capacità di ciascun individuo di connettersi alla propria Anima. Sovrintendono agli impulsi naturali e alle preferenze individuali, specialmente quelle riferite agli alimenti. Inoltre governano tutte le funzioni fisiche essenziali, quali il mantenimento e la distruzione dei tessuti corporei e l’eliminazione delle sostanze di scarto.
Nella prospettiva ayurvedica, se esiste uno squilibrio tra i dosha, si produce una condizione denominata vikriti, che significa “deviazione dalla natura”. Vikriti è il risultato della iper-espressione di uno dei dosha (di solito quello dominante) e della diminuzione dell’espressione di un altro. Una persona acquisisce tale squilibrio attraverso i fattori di stress della vita, quali le emozioni negative, la mancanza di sonno cronica, il sovraffaticamento fisico, o l’assunzione di alimenti sbagliati. Per evitare l’aumento progressivo di questi sintomi, impedendogli di sfociare in patologie quali l’affaticamento cronico, i disordini mentali e l’obesità, si dovrebbero mantenere
o riportare i dosha al loro stato di equilibrio naturale. Durante questo periodo
di vikriti o squilibrio, si può fare ricorso alla dieta per aumentare o diminuire
uno qualunque dei tre dosha, finché non viene ripristinato l’equilibrio.
Nell'articolo integrale si parla di:
- i cinque elementi dell'ayurveda
- vata
- pitta
- kapha
- gli alimenti e i dosha
- per equilibrare vata
- per equilibrare pitta
- per equilibrare kapha