Il potere curativo della musica
Consapevolezza e Spiritualità
Consapevolezza e Spiritualità
Si tratta di un saggio descrittivo che si rivolge ad un pubblico più vasto in grado di comprendere e recepire la relazione fra l’anima, la musica e la psiche, intesa come la coscienza individuale e collettiva del benessere e del viver sano.
Sergio D'Alesio - 08/04/2023
È un approfondimento della funzione curativa della musica con speciale riferimento alle sue interazioni con la psiche umana. Viene compiuta un’analisi delle opere di Jung, ma non solo: ciò che interessa è rendere noto i suoi pensieri, le sue teorie e le sue visioni, arricchite dalla vasta gamma di esperienze che ha avuto sul campo, durante i suoi molti viaggi.
Conversazioni tra il giornalista-scrittore Sergio d'Alesio e il compositore Capitanata nel giardino di Eranos.
Nel corso di una conferenza, Gustav Jung sostenne che l’essere umano è come una partitura vivente…
Sono pienamente d’accordo, ma occorre fare un distinguo fra la musica dal valore terapeutico-mistico e il puro entertainment. È noto che la musica è un’arte fruibile da tutti. Il mondo dei suoni, attraverso le sue note, i suoi accordi, le sue armonie o i riverberi e le vibrazioni naturali, trasmette ad ogni ascoltatore attivo/passivo una vasta gamma di emozioni che possono essere tra le più disparate. Una suite orchestrale o il semplice suono di un flauto può suscitare gioia, rabbia, ricordi, pianto, soddisfazione, energia. È proprio su questa potenza evocativa ed emozionale che si fonda la musicoterapia. È un approccio tramite musica e suoni che si utilizza per comunicare quando vi sono condizioni patologiche di varia natura. La non comunicazione verbale dei suoni e della musica può “intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico”.
Attraverso la terapia della musica ispirata esclusivamente strumentale ed ispirata ci si può prendere cura di qualcuno perché la musica fa bene. La musica parla del profondo dell’uomo, dei suoi più intimi pensieri, senza però proferire parola alcuna. Ovviamente trattandosi di una emozione soggettiva, ognuno reagisce in maniera differente. Di base, però, i ritmi e gli intrecci polifonici del mondo sonoro evocano qualcosa di veramente speciale che può essere utilizzato per entrare in contatto con il soggetto e, nel migliore dei casi, curare il paziente.
Eludendo schemi precisi e misure, la musicoterapia non può definirsi una scienza, ma è la strada che permette di conoscere come e perché le vibrazioni musicali aiutino a lenire la sofferenza.
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A mio avviso oggi il cosiddetto “musicoterapeuta” è un professionista che, con l’ausilio di strumenti musicali adeguati per ogni situazione, crea momenti di condivisione, buon umore, relax e gioia partecipativa.
Il suo ruolo è quello di saper leggere attraverso un percorso formativo. Oltre all’attento studio di una disciplina in continua evoluzione, c’è bisogno soprattutto di esperienza sul campo. Egli deve capire le azioni del soggetto e come queste vengano influenzate da una musica piuttosto che da un’altra. Solo se si crea un rapporto di empatia – fra chi suona e chi ascolta – la musicoterapia può essere efficace. É una branca che si potrebbe collocare tra la filosofia e la psicologia e permette, in definitiva, di comprendere le persone con le quali si entra in rapporto.
La musicoterapia è utilizzata per conoscere l’uomo e per aiutare le persone affette da varie patologie, o in generale che soffrono. In un momento storico profondamente intriso di caos e di turbamenti sociali d’ogni tipo, a mio avviso è l’unica arte subliminale della comunicazione, oltre alla meditazione.
Estratto dal libro “Il potere curativo della musica – Vol. II”.
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