Sistema immunitario e tumori
Medicina Integrata
Medicina Integrata
Antonio Colasanti - 28/09/2016
Il grande medico tedesco Rudolf Wirchow, all’inizio del ‘900, intuì che vi fosse connessione tra infiammazione cronica e cancro. La sua ipotesi negli ultimi anni è stata confermata dai più grandi scienziati.
Grazie alla conoscenza sempre più approfondita del sistema immunitario, questo nostro apparato difensivo può essere diviso in due categorie:
- immunità non specifica o innata
- immunità specifica o adattiva
Tumori: immunità non specifica o specifica
La prima, l'immunità non specifica, costituisce la prima linea di difesa, come la fanteria contro gli agenti microbici e virali! Si manifesta come infiammazione, un fenomeno noto dall’antichità con 4 caratteristiche:
- arrossamento
- dolore
- calore
- gonfiore
Concetto descritto da Galeno, medico di Roma imperiale, le cellule sono una categoria di globuli bianchi, i così detti fagociti, capaci di annientare molti agenti patogeni.
Tra questi, i macrofagi sono i primi che rispondono ai segnali d’allarme trasmessi dai sensori dell’immunità innata.
Nella maggior parte dei casi tale immunità risolve i nostri problemi senza che noi ce ne accorgiamo.
Se però, un agente infettivo riesce a superare tale difesa, si innesca l’immunità specifica. Tale seconda difesa detta adattativa o acquisita, è basata su cellule chiamate linfociti T o B e caratterizzata da una specificità che le permette di riconoscere un agente estraneo ed una memoria che le consente di ricordare i patogeni o i vaccini fatti precedentemente.
Sistema immunitario e tumori: qual è il nesso?
Questi due tipi di immunità hanno un ruolo nella progressione e nella nascita di cellule tumorali.
Wirchow si era reso conto della presenza di componenti infiammatori all’interno dei tessuti neoplastici e tale metodologia è stata rivisitata negli ultimi decenni.
La presenza di macrofagi all’interno della massa tumorale dimostra come l’organismo tenti di difendersi contro l’aggressione di cellule tumorali ma la sua inefficacia dipende, secondo i miei studi, dall’eccesso di acidità provocata dal metabolismo della cellula tumorale che porta a forti concentrazioni di acido lattico. Quest’ultimo è capace di inibire e disattivare la presenza dei macrofagi.
Tale meccanismo spiegato dal nobel Warburg nel 1930 è ancora attuale, nel senso che se non si rende l’ambiente alcalino con opportune integrazioni, non si riuscirà ad avere la meglio sul tumore, né agendo esternamente con citotossici specifici nè ad attivare in modo risolutivo le nostre difese immunitarie.
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