Acqua biologica: di cosa si tratta?
L’acqua biologica, massimo costituente dei fluidi biologici, ha una struttura particolare e molto dinamica, grazie alle caratteristiche intrinseche alla molecola stessa e alle strutture chimiche in essa disciolte.
Urbano Baldari - 01/01/2016
L’acqua mostra interazioni tra i suoi costituenti, H+ e O-, del tipo forze di Wan der Waals e legami idrogeno che mettono in connessione tra loro le singole molecole, come se fossero ordinate in una sorta di rete. Questi legami ultradeboli, si rompono e si ricompongono con acquisizione, deposito e rilascio (secondo le necessità del momento) di minime quantità di energia e minime variazioni di temperatura e di soluti presenti (per esempio, i famosi “radicali liberi”, cioè i frammenti di molecole biologiche e di minerali, mutuati da precedenti reazioni utilizzate e rapidamente “smontate”).
Ciascuna molecola di acqua, essendo un dipolo (idrogeno positivo, rispetto a ossigeno negativo), può dare protoni ad altre due molecole d’acqua e, contemporaneamente, riceverne da altre due. I protoni si distribuiscono tra due atomi di ossigeno che, così, sono in continuo cambiamento di stato e, quindi, in continuo movimento vibratorio: questa è la base fisico-chimica dei fluidi che sono costituiti da unità molecolari omogenee ma irregolari, tuttavia presentanti un loro ordine specifico. In questa dipolarità troviamo la capacità dell’acqua di attrarre, produrre e riprodurre bio-messaggi sia propri, che, eventualmente, provenienti da altre strutture, cioè di fungere da antenna (attrazione e produzione di segnali).
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L’acqua presente negli organismi complessi (acqua biologica) ha proprietà e comportamento particolari ed è influenzata dal modo con cui instaura legami con altre molecole che si trovano in soluzione: si producono interazioni multiple, diverse e a cascata, che cambiano il comportamento dell’acqua stessa che diventa più regolare, ma modificabile da qualsiasi altra molecola si aggiunga alla soluzione. È per questo che si possono osservare configurazioni steriche (ovvero relative alla posizione degli atomi nello spazio) sempre nuove e aggiustamenti, anche a molta distanza dal soluto, nei rapporti tra ossigeno e idrogeno. Tali modifiche si mantengono piuttosto stabili se persistono le stesse condizioni che li hanno creati.
L'acqua biologica come veicolo di informazione
Quest’acqua, che ha una “strutturazione” peculiare a causa delle molecole in essa solute, è più densa dell’acqua normale. Le sue proprietà di solvente sono modificate proprio perché assume una struttura molto più organizzata e regolare rispetto alla “semplice” acqua. La conseguenza di questo comportamento è che i processi metabolici possono svilupparsi in modo estremamente organizzato e non caotico.
È stato dimostrato che, anche irradiando l’acqua normale, si possono formare strutture steriche ben distinte che persistono piuttosto stabilmente e che sono diverse secondo l’intensità dell’energia erogata. Già di per sé la struttura H2O è dotata di proprietà che la rendono particolarmente adatta come mezzo di passaggio e diffusione di bio-messaggi e, quindi, buon conduttore. Per esserlo, è necessario che la bio-informazione, costituita da onde e, quindi, energia elettrodinamica, possa transitare senza perdersi come calore.
È stato provato che, a livello biologico, le molecole di acqua possono comportarsi anche da “isolanti” e cioè collegarsi in catene tramite legami idrogeno, con ossigeno libero, e formare, così, una strada attraverso cui protoni H+ possono saltare da un atomo di ossigeno a un altro (jumping protonico) coprendo distanze notevoli all’interno o attorno alle strutture macromolecolari. In pratica, l’acqua biologica si comporterebbe anche da “rivestimento dinamico” con il quale si realizza una minore dispersione dell’informazione.
L’acqua biologica può strutturarsi in grappoli di molecole (“clusters” o “clatrati”), ovverosia gli H+ e O- si dispongono in reti organizzate, raccolte attorno a spazi interni, e circondate da molecole di acqua più caotiche e meno organizzate. L’aspetto è quello di strutture cristalliformi pentagonali o esagonali, basate su legami idrogeno abbastanza stabili, che si uniscono e circondano cavità entro cui possono essere contenute macromolecole, frammenti di macromolecole, molecole o nulla. Queste figure sono simili a conchiglie molto piccole strutturalmente organizzate per la regolare, e sequenziale, disposizione dei legami idrogeno. Sono in grado di produrre oscillazioni coerenti e in risonanza con i campi magnetici delle molecole che sono contenute al loro interno e di mandare all’esterno del clatrato il bio-messaggio. L’informazione, inoltre, sembra che continui a essere inviata anche quando la molecola che la genera non è più presente nella struttura.
L’immagine più vicina è quella della stazione radio: l’operatore, ricevuta una canzone dei Beatles, per esempio Yesterday, prima la registra, poi la rimanda, dalla sua struttura (il clatrato), attraverso la sua antenna, affinché, chi vuole ascoltarla si possa sintonizzare e riceverla. Siccome la possiede, ogni giorno, a intervalli regolari, la trasmette, fino a che i clienti non si “stufano” e gli chiedono qualcosa di nuovo.
Da questo si può capire, ancora una volta, come il sistema biologico sia fortemente modificabile ed estremamente sensibile a influenze esterne che chiamiamo “novità”, che arrivano come messaggi fisico-chimici. La registrazione di Yesterday ci ricorda che l’acqua biologica è in grado di memorizzare e trattenere le informazioni ricevute (quella che Benveniste chiamò “memoria dell’acqua”).
Attorno ai clusters organizzati si crea un’acqua caotica e vorticosa, che funge da protezione chimico-fisica alla nostra “stazione radio”.