Bere poco o bere molto?
Alimentazione e Salute
Alimentazione e Salute
Il consiglio di bere tanto può essere valido sempre e per tutti, oppure è meglio seguire lo stimolo della sete? Cosa ci dice la Medicina Tradizionale Cinese a questo proposito?
Redazione - Scienza e Conoscenza - 10/07/2023
Tratto dal libro I Rimedi Naturali per Depurare e Curare il Fegato di Roberto Marrocchesi
Al giorno d’oggi si sente sempre dire che bisogna bere molto anche quando non si sente lo stimolo della sete e che la disidratazione è frequentissima e magari non ce ne accorgiamo e cose simili. Soprattutto l’attuale classe medica si è fatta alfiere di questa tesi e spesso ho incontrato persone che bevono perché hanno sentito dire che “fa bene” e agiscono quindi meccanicamente senza esercitare un loro giudizio e senza ascoltarsi veramente.
Ci sono casi opposti tra loro: la persona che ha molta sete e beve e la persona che non ha quasi mai sete e beve pochissimo.
Di questi due, direi che il primo ha sicuri problemi di salute, fa bene a bere, ma ciò non migliorerà molto la sua salute globale perché - secondo la Medicina Tradizionale Cinese (ndr) - si tratta di un vuoto dello yin, con presenza di calore, secchezza, infiammazioni varie a carico di rene, stomaco, fegato o anche cuore. In questi casi si tratta di soggetti che mangiano troppo sale, carne e salumi, troppi cibi cotti, consumano in eccesso fritti o alimenti grigliati, alimenti yang, pane e prodotti da forno, e che si muovono, parlano, passano molto tempo in piedi, portano tacchi alti che incurvano all’interno la fascia lombare della schiena (lordosi, che danneggia rene e vertebre), lavorano molto e dormono poco. Sono pletorici, in stato di pieno. Ad eccezione dei bambini che sono già yang di loro natura, questa condizione potrebbe sfociare in patologie anch’esse yang del cuore, del fegato o dello stomaco, o essere già un segno di pre-diabete o ipertensione, la sindrome metabolica insomma.
Per chi invece non beve perché non ha sete, la situazione pare un poco più equilibrata: ben difficilmente si danneggia l’organismo non bevendo se non si ha sete, perché il corpo sente e manifesta l’emergenza quando si trova in condizione di reale disidratazione. Allora, sarà vero che, come dicono in molti, bisogna bere anche sforzandosi, specie in età matura o anziana? Ritengo che ciò possa essere corretto solo in pochi casi.
Nella scuola macrobiotica di origine giapponese veniva detto in passato, intorno alla prima metà del Ventesimo secolo, di “bere il meno possibile” per evitare il rigonfiamento delle cellule e l’esaurimento del rene nella sua funzione di riassorbimento liquidi; l’indicazione veniva spiegata anche in funzione di combattere obesità, edemi o gonfiori, tutti collocati nel cosiddetto Inferno, il regno dello yin, secondo il suo proponente, l’originalissimo filosofo Georges Ohsawa.
Questa valutazione portò spesso a rilevare tra i primi seguaci la presenza di soggetti di corporatura magra, asciutta, austeri come sagrestani, dalla pelle rinsecchita e grinzosa, anche se con occhi accesi, eloquio brillante e pieni di energia. L’approccio “poco yin, tanto yang”, che la macrobiotica ha sostenuto fino agli anni ’80 circa, è stato però moderato più saggiamente in “beviamo quanto ci fa sentire bene, a ciascuno la sua quantità”, che è assai più accettabile. La sensazione di sete va ascoltata e seguita.
C’è un elemento sul quale invito a riflettere; oggi i nutrizionisti e i medici consigliano di bere molto e tale suggerimento potrebbe avere un senso in quanto è elevato il consumo di cibi ritenuti “normali” ma che sono in realtà contaminati da sostanze chimiche tossiche, cioè i cibi moderni industriali, salati e trattati, che sporcano il sangue, che si affiancano all’eccesso di alimenti animali, a loro volta pure denaturati e sempre più tossici, pieni di grassi non salubri, di ormoni e di quell’impronta di violenza che resta impressa in essi dall’istante della macellazione, foriera di una scarica adrenergica non certo salutare.
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