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La Bionutrizione cellulare un'innovativo approccio anti-aging

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Eugenio Di Iorio - 01/01/2016

Il mantenimento di adeguati livelli di ossigenazione tissutale è essenziale per tutti i processi vitali. Infatti, quando la pressione parziale di ossigeno (pO2) scende al di sotto dei 60 mm di Hg – condizione nota come ipossia – le funzioni cellulari possono alterarsi al punto tale da favorire la comparsa o accelerare la progressione di numerose malattie, spesso ad esordio subdolo e ad andamento cronico. All’ipossia, infatti, fa seguito l’acidosi che, attraverso il rilascio dei metalli di transizione (ferro e rame) dalle rispettive proteine carrier (trasferrina e ceruloplasmina), induce la trasformazione degli idroperossidi circolanti – prodotti dell’insulto ossidativo cellulare e non più adeguatamente rimossi dalla glutatione-perossidasi (GPx) – in radicali liberi o specie reattive dell’ossigeno (reactive oxygen species, ROS). Queste ultime esercitano un’azione lesiva diretta anche sulla matrice extracellulare, con esito finale nella cosiddetta disfunzione endoteliale, momento patogenetico comune a tutte le malattie, non solo cardiovascolari. Purtroppo, superato un certo intervallo critico di tempo, l’eventuale ma ormai tardivo ripristino del flusso ematico nel distretto precedentemente ipossico, conduce, a causa della conversione della xantina deidrogenasi in xantina ossidasi, alla generazione di ulteriori ROS, che aggravano l’insulto ossidativo (danno da ischemia-riperfusione) e, se non contrastate efficacemente dalle difese antiossidanti – principalmente affidate alla superossido-dismutasi (SOD), alla GPx ed alla catalasi – portano ad una condizione di stress ossidativo (SO), un fattore emergente di rischio per la salute associato all’invecchiamento precoce e ad almeno un centinaio di patologie, dall’aterosclerosi al cancro.

 

Sulla base di queste considerazioni appare evidente che il problema metabolico alla base della sofferenza cellulare di qualsiasi malattia e, in particolare, dell’invecchiamento precoce, è l’alterata biodisponibilità dell’ossigeno, elemento posto all’estremo terminale della catena di eventi metabolici che conduce alla trasformazione dei nutrienti in energia ma anche punto di partenza per la generazione di specie chimiche ossidanti potenzialmente lesive.

 

Sfortunatamente, sia gli approcci tradizionali volti ad aumentare, in caso di ipossia, il livello di ossigenazione tissutale, quali ad esempio, la terapia iperbarica, sia i trattamenti antiossidanti convenzionali ad alto dosaggio volti a contrastare, in caso di iperossia, l’esuberante produzione di ROS, possono, paradossalmente, aumentare il rischio di SO.

 

In questo scenario, Cellfood® (CELLFOOD), noto anche come Deutrosulfazyme® – formulazione colloidale naturale contenente disciolti, in fase disperdente acquosa, deuterio solfato insieme a 17 amminoacidi, 34 enzimi e 78 minerali in tracce – si propone di modulare on-demand la biodisponibilità di ossigeno, aumentandone i livelli in caso di ipossia e contrastando gli effetti indesiderati delle ROS in caso di iperossia, sì da concorrere efficacemente alla normalizzazione del metabolismo ossidativo che è alla base di tutte le funzioni cellulari. 

 

Così inteso, CELLFOOD appare come il promettente prototipo di una nuova classe di nutraceutici, i “modulatori fisiologici”, ossia agenti potenzialmente in grado di prevenire o rallentare, attraverso una fine regolazione del metabolismo, la comparsa ovvero influenzare in senso favorevole l’evoluzione di una serie di malattie, spesso a carattere degenerativo e ad andamento cronico, come quelle associate allo SO.

 

A tal proposito si è visto, recentemente, che CELLFOOD, in sistemi acellulari, è in grado di proteggere dall’ossidazione indotta da acido ipocloroso sia il glutatione (GSH), il coenzima della GPx, sia il DNA, mentre, in sistemi cellulari, previene l’ossidazione degli eritrociti (riducendo la lisi cellulare e la deplezione intracellulare di GSH) e dei linfociti. Inoltre, su cellule endoteliali di vena ombelicale umana, CELLFOOD ha stimolato la velocità di consumo di ossigeno e la sintesi di ATP, mantenendo le concentrazioni intracellulari di lattico deidrogenasi, ed ha inibito la produzione di ROS indotta da ipossia, attraverso la regolazione dell’espressione della SOD manganese-dipendente, di cui è ampiamente nota la funzione antiossidante.

 

In conclusione, l’assunzione di Cellfood® – nel contesto di un’alimentazione equilibrata e di un attività fisica adeguata – modulando “fisiologicamente” la biodisponibilità di ossigeno ed agendo favorevolmente sulle cellule endoteliali, può risultare utile sia nella prevenzione dell’invecchiamento precoce e delle malattie correlate allo SO in soggetti sani (specialmente se praticanti regolarmente un’attività sportiva) sia nell’integrazione nutrizionale associata a trattamenti medici convenzionali di condizioni morbose acute e croniche legate a uno squilibrio del bilancio ossidativo.

TESTIMONIANZA DIRETTA:

Sono Giovanna e ho 53 anni.

Da piccola mi chiamavano “l’Alpino”  perché ero forte e mi piaceva camminare soprattutto in montagna.

A 16 anni cominciano le difficoltà di salute: asma  bronchiale iper-reattivo aspecifico di grado elevato, finisco sotto ossigeno più volte, nel 1989 anche in coma. Sperimento in questi anni tutti i medicinali possibili per la bronchite asmatica e mi ritrovo ricoverata più volte. 

Negli anni poi le infezioni e le infiammazioni  continuano: vengono coinvolti più apparati con tiroidite di Hashimoto, gastrite cronica autoimmune, eosinofilia, fibromialgia, sinusite, emicrania, anemia, disturbi digestivi e agli occhi; le allergie sono diffuse ma aspecifiche, con sintomi continui. 

Per motivi di salute mi trovo anche a cambiare lavoro e ad andare a vivere per un periodo in altra regione per rafforzare il sistema immunitario. Negli anni dal 2004 al 2009 la situazione peggiora pesantemente.

Nel 2008 un medico ha un’intuizione!   Comincia a pensare e ad utilizzare delle  cure naturali che  mi permettono finalmente di salire  una rampa di scale e a camminare sotto la pioggia.

Nel gennaio 2011 dopo aver effettuato esami farmaco-genetici, metabolici, recettoriali, enzimatici si rivela il filo di questa storia di varie infiammazioni con la diagnosi di  sindrome neuro-tossica con sensibilità chimica multipla.

Ora comprendo perché sono sempre stata  sensibile a tutte le sostanze chimiche attualmente anche minime: profumi, solventi, detersivi, deodoranti,  lo smog delle auto, fumi dei camini, vernici, colle, smalti, toner, asfalti nuovi, muffe, canfora, impregnanti ecc…

Nel settembre 2010 partecipo ad un convegno del Cellfood a Bologna, inizio  a prendere coscienza e scopro che gli incontri  aprono nuovi itinerari:   ci si avvia a percorrere una nuova  strada.

Da allora l’uso del Cellfood in modo sistematico e regolare, coadiuvato da altri prodotti della gamma a rotazione e di una variata alimentazione il più possibile biologica,  mi ha portato notevoli miglioramenti alle fibre muscolari, ai dolori diffusi in tutto il corpo, alla respirazione e alla capacità di connettere.

Mi sento più lucida, più ossigenata, mi sembra di uscire da una lunga fase di nebbia, respiro molto meglio, riesco a camminare a lungo e sono tornata in montagna ad andar per  sentieri!

 

Sono una persona che soffre anche di “generosite” per cui ho trasmesso  a diversi amici l’informazione dell’uso del Cellfood ed ecco che cosa mi hanno riportato:

 

- mi sento più nella chiarezza mentale avverto il ripristino dell’equilibrio fisico mentale;

- mi si sono aperti e dilati i polmoni;

- mi dà energia, affronto meglio la giornata lavorativa, mi aiuta per lo stress e l’ansia;

- l’ossigenazione cellulare è molto migliorata (verificato attraverso un test apposito).

Lo stanno usando come supporto persone che hanno patologie importanti come la sclerosi multipla, la demenza senile, la mialgia, la linfoangioleiomiatosi, il cancro, ma anche amici che ci tengono a  migliorare la propria salute e a prevenire.

 Giovanna Dal Cin - Vittorio Veneto

 

Bibliografia approfondita 

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Eugenio Di Iorio
Dottore di ricerca in scienze biodinamiche, università di Salerno. Leggi la biografia
Dottore di ricerca in scienze biodinamiche, università di Salerno. Leggi la biografia

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