Due buoni motivi per diventare vegetariani
Mariateresa Maresca - 01/01/2016
Il numero delle persone vegetariane in Italia in questi ultimi anni è cresciuto in maniera costante. Se si chiede a un vegetariano perché abbia fatto questa scelta, le risposte sono varie: motivi etici, motivi ambientali, motivi di salute del proprio organismo o del pianeta, motivi sociali.
Tutte motivazioni giuste. Un'analisi delle conseguenze del mangiare carne li vede tutti implicati. Infliggere sofferenza inutile a un animale è un atto grave di incoscienza da parte dell’uomo che dovrebbe essere il custode della natura e del pianeta. Ma in questa analisi viene coinvolta la nostra terra in molti modi: andiamo a vederli.
1) L'allevamento intensivo distrugge il pianeta
L’allevamento dei bovini comporta uno sfruttamento della terra al punto che dopo anni il suolo diventa sterile. Per gli allevamenti intensivi inoltre è necessaria moltissima acqua, e spesso, come in Cina, le riserve finiscono e si va a chiedere alle nazioni vicine come all’Europa. Si finisce per impoverirsi del bene più prezioso per crescere bovini che non possono sfamare con saggezza tutti. Per crescere un bovino ci vuole un quantitativo di cereali che potrebbe nutrire 20 persone; alla fine del processo di crescita dal bovino si ricava 5 volte in meno il cibo che darebbero quei cereali. Una statistica fatta qualche anno fa dichiara che se solo tutta la Gran Bretagna fosse vegetariana si potrebbe risolvere la fame nel mondo utilizzando l’enorme quantità di cereali che consumano i bovini per le popolazioni indigenti. Spesso per creare pascoli si abbattono alberi, e tanti: questo fa equivalere una bistecca alla perdita di alberi, in questo momento più preziosi che mai , infatti la foresta amazzonica , il polmone della terra, è quasi esaurita, e questo provoca danni all’equilibrio del pianeta incalcolabili.
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2) Mangiare carne fa male alla salute
Dal punto di vista strettamente umano e medico, studiando un po’ di anatomia comparata, possiamo notare che i molari dell’uomo sono piatti come quelli dei ruminanti e non affilati come quelli dei carnivori, inoltre l’apparato digestivo è simile agli erbivori: lo stomaco è come una borsa, per prolungare la sosta del cibo ingerito, e l’intestino è davvero lungo, circa 11 metri, per permettere l’assorbimento delle sostanze vitali. Dando uno sguardo all’apparato digerente dei carnivori troviamo uno stomaco dritto e stretto e un intestino breve, questo permette alle fibre carnee di non ristagnare per giorni, infatti i processi putrefattivi della carne generano gas tossici e molecole dannose per il fegato. Insomma a quanto pare, la natura ha fatto l’uomo somigliante a un erbivoro e non a un carnivoro. Manca inoltre un enzima utile a metabolizzare alcuni elementi che vengono dalla carne. Negli ultimi anni la cosa si è complicata notevolmente in quanto gli animali vengono nutriti con polvere d’ossa che li fa ammalare (essendo loro vegetariani). Inoltre gli antibiotici, i cortisonici e le farine ogm che si danno agli animali restano nelle fibre delle carni che arrivano sulle nostre tavole. Molti studi pubblicati da riviste eminenti dichiarano che il consumo di carne favorisce i tumori all’intestino, problemi di ipercolesterolemia e ipertensione, acidosi del sangue e dei tessuti.
Resta un ultimo punto da chiarire: le famose proteine nobili. In realtà, in natura sono presenti in molte altre fonti e non necessariamente nella carne, così come il ferro e l’acido folico.
Nella mia lunga esperienza di medico, ho notato che una buona dieta vegetariana dà meno carenze di questi elementi rispetto una dieta convenzionale. Passare dal consumo abituale di carne a una alimentazione vegetariana comporta una buona educazione alimentare e una corretta informazione affinché l’organismo abbia più energia vitale, si ammali di meno e viva più a lungo. Il mito che la carne sia l’unico alimento indispensabile per la vita va sfatato, questo permette a chi voglia cambiare di fare una scelta consapevole e serena.
In conclusione si può vivere in buona salute senza mangiare carne, si aiuta il pianeta, e si contribuisce a scoraggiare questo mercato di puro profitto che danneggia la terra e le creature che non hanno cibo sufficiente.
Per chiarire ancor meglio questi concetti, ecco alcune righe tratte dal libro Ecocidio di Jeremy Rifkin: "L'alimentazione carnivora ha provocato ogni sorta di scempio. Danni irreparabili all'ambiente, distruzione di ecosistemi millenari, estinzione di animali, sfruttamento dei lavoratori, eccessi moralmente e socialmente scandalosi che significano privazione per altri uomini ed altri esseri viventi.
La storia della "civiltà umana" è contraddistinta da una continua sequela di guerre, scatenate inizialmente dal più elementare bisogno alimentare, per passare poi alla più abominevole sete di potere e alla semplice e grossolana avidità. Se le popolazioni indoeuropee con le loro inarrestabili migrazioni hanno invaso l'Europa e parte dell'Asia, diffondendo ovunque il consumo della carne - inizialmente limitato al solo consumo rituale - e la considerazione del bestiame come vero e proprio capitale, la diffusione della pratica carnivora ha contribuito pesantemente a scatenare ogni sorta di conflitto, dalla piccola razzia di animali tra tribù, alla guerra di espansione per procurarsi nuovi pascoli per il bestiame”.