Dalla flora batterica intestinale al microbiota
Alimentazione e Salute
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Il termine flora batterica intestinale è da considerarsi obsoleto in quanto riduttivo in termini qualitativi, annoverando tra gli ospiti intestinali, oltre ai batteri, anche funghi/lieviti e virus. Attualmente, per descrivere la composizione dei microrganismi intestinali, viene utilizzato il termine microbiota, mentre la totalità dei geni del microbiota è chiamata microbioma.
Sabina Bietolini - 23/06/2024
In relazione ai soli batteri, nell’intestino umano dell’adulto sano vi sono fino a 1000 specie e ceppi diversi di tre gruppi principali, Bacteroidetes e Firmicutes in prevalenza, ed in minor misura Actinobacteria, giungendo, insieme agli altri microrganismi, ad un numero totale strabiliante: circa 100 miliardi!
Il ruolo cruciale dei batteri e, più genericamente, del microbiota per la nostra specie è da porsi in relazione alla nostra evoluzione, e, nello specifico, allo sviluppo delle difese immunitarie e alla suscettibilità a numerose patologie, infettive e non, instaurando con l’Uomo un rapporto simbiotico. Il microbiota intestinale può influenzare la salute umana a partire dalla nascita, intervenendo su meccanismi responsabili dello sviluppo e della reattività del tessuto linfoide associato intestinale (GALT), regolando localmente la risposta immunitaria sistemica e continuando la sua attività modulatoria a lunga scadenza, attraverso una molteplicità di azioni.
Alimentazione materna, parto e allattamento influenzano la composizione del microbiota
Vi sono evidenze di un ruolo gestazionale epigenetico del microbiota intestinale materno, in quanto capace di influire sull'ambiente intrauterino e di conseguenza sul feto e sull’educazione precoce del sistema immunitario del nascituro. E dato che la nutrizione è in grado di influenzare la composizione del microbiota, come vedremo tra poco, l’alimentazione, per il feto e nei primi mesi di vita, svolge un ruolo essenziale per lo sviluppo del sistema immunitario.
Gli studi sono ovviamente ancora in corso, anzi in pieno fervore, incentrandosi sull’interconnessione tra nutrizione materna-microbiota-regolazione epigenetica: comprendere il ruolo dei componenti della dieta in gravidanza nell’influenzare la composizione del microbiota nonché l’espressione genica, interagendo con il patrimonio genetico dell’embrione, nel determinare le caratteristiche fenotipiche del nascituro.
Cosa accade alla nascita? Il microbiota del lattante varia in relazione al tipo di parto, cesareo o naturale. I bifidobatteri sono tra i primi a colonizzare il tratto gastrointestinale, raggiungendo nel colon il proprio massimo di presenza e costituendovi oltre il 90% del microbiota nei bimbi nati di parto naturale, fino ad un anno di età. Tale percentuale decresce lentamente arrivando al 5% negli adulti. Nel bambino nato di parto cesareo il microbiota intestinale è necessariamente alterato, soprattutto se non è presente il latte materno, capace di nutrire i batteri, contenendo oligosaccaridi. Successivamente, verso il terzo anno di età, il microbiota tende gradualmente ad assomigliare a quello dell’adulto, in termini qualitativi. Da tutto ciò ne consegue, banalmente, che non è corretto gestire lo squilibrio intestinale, definito disbiosi, con identica metodologia, nell’adulto e nel lattante.
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