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Riscrivere il passato dell'umanità: Graham Hancock in Italia per uno straordinario evento

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Riscrivere il passato dell'umanità: Graham Hancock in Italia per uno straordinario evento
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Dopo quasi un decennio di assenza, l’attesissimo ritorno in Italia di Graham Hancock, uno dei più importanti ricercatori e studiosi del mondo, avrà luogo a Roma, il 3 novembre 2018, presso l’Hotel Capannelle

 


Redazione - Scienza e Conoscenza - 18/10/2018

- Traduzione a cura di Sebastian Di Giovanni -

Un evento che si preannuncia cruciale per tutti coloro che sono impegnati in un qualunque campo di ricerca vada a toccare il fondamentale argomento delle origini della civiltà.

È infatti nell’ambito di questo convegno – straordinario nel vero senso della parola – che Graham Hancock rivelerà, in anteprima mondiale al pubblico italiano, gli ultimi risultati dei suoi studi e delle sue ricerche, con l’obiettivo di dimostrare una serie di teorie in grado di aprire uno squarcio nel monolitico sistema del sapere tradizionale e delle convinzioni comuni.

E v’è da pensare che le coscienze e le conoscenze del pubblico ne verranno scosse, probabilmente in modo radicale.

Tuttavia, è proprio dal sovvertire prospettive e convincimenti radicati che l’umanità ha potuto progredire, in ogni campo.

L’oggetto della conferenza di Hancock, I Maghi degli Dei, è il frutto dell’indagine scientifica da lui portata avanti – con passione e rigore – per l’intera durata della sua carriera. L’obiettivo primario sarà la dimostrazione della reale età di alcuni siti archeologici terrestri: dalle Piramidi di Giza ad Angkor Wat in Cambogia, a Mohenjo-daro e a numerosi altri, i suoi studi approfonditi conducono infatti a comprovarne un’origine molto più antica di quanto, ancora oggi, sostengono l'archeologia e l'egittologia ortodossa.

Le Piramidi d'Egitto e la Sfinge, ad esempio, dovrebbero a rigore essere datate come risalenti al 10.500 a.C., ossia a circa dodicimila anni fa, ai tempi dell’ultima glaciazione; un’epoca ben diversa (e distante!) da quel 2.500 a.C. – quattromilacinquecento anni fa, sotto l’egida dei faraoni della IV dinastia – cui si suole comunemente ricondurne la costruzione.

Guidato dalle parole di Hancock, il pubblico italiano avrà l’imperdibile occasione di ripercorrere in prima persona una storia lunga quanto la civiltà stessa, in un susseguirsi di tesi e relative dimostrazioni scientifiche che potrebbero cambiare per sempre alcuni dei più importanti riferimenti culturali che il genere umano è ormai abituato a dare per scontati.


 


Senza voler anticipare troppo, le teorie di Hancock trovano sostegno non solo nelle corrispondenze celesti delle Piramidi con la Cintura di Orione e di Angkor Wat con la costellazione di Draco (entrambe precisamente sottostanti le costellazioni, per come potevano essere osservate esattamente ed esclusivamente 10.500 anni fa), ma anche nelle indagini eseguite dai geologi Robert Schoch e John Anthony West.

Schoch e West, infatti, incaricati di studiare i segni di corrosione sulla Sfinge, nel 1996 giunsero alla conclusione che le suddette erosioni non potessero in alcun modo essere attribuite al costante esercizio del vento; la causa doveva invece rinvenirsi nelle forti e incessanti usure causate dall’acqua e dalle piogge: fenomeni atmosferici che – in una delle regioni attualmente più desertiche del globo terrestre – debbono necessariamente essere ricondotti a un’epoca risalente ad almeno 10.500 anni fa, allorché ebbe termine l’ultima era glaciale.

Altre indagini condotte sulla Sfinge, stavolta utilizzando il software Skyglobe, conducono ad analoga conclusione: la Sfinge – ossia un Leone – sarebbe precisamente rivolta in direzione del sorgere del sole durante i solstizi d’estate dell’era del Leone, risalente appunto a circa 10.500 anni fa.

E risultati similari sono stati riscontrati per il monastero di Angkor Wat o le statue dell'isola di Pasqua, a ulteriore dimostrazione di come molti siti megalitici terrestri siano lo specchio di ciò che i loro costruttori potevano osservare in cielo nel 10.500 a.C.

Dalle ricerche di Hancock si viene quindi profilando l’esistenza, in un remoto passato, di una civiltà pre-diluviana decisamente evoluta, che visse in era pre-glaciale e che, appunto 10.500 anni fa, affrontò l’urto devastante dell’ultima glaciazione (di qui l’idea di Atlantide, di cui non solo parlava Platone, ma che ricorre in innumerevoli ricostruzioni mitologiche in tutto il mondo). Tale civiltà, in qualche modo sopravvissuta, si adoperò poi, con le sue conoscenze, a costruire le Piramidi e gli altri grandi monumenti citati  quale un monito imperituro alle future genti dell’umanità.


Per info, contatti e iscrizioni:

https://www.spaziointeriore.com/ilritornodeglidei/


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La redazione di Scienza e Conoscenza è composta da giornalisti e responsabili di collana che collaborano con autori e ricercatori esperti nei... Leggi la biografia
La redazione di Scienza e Conoscenza è composta da giornalisti e responsabili di collana che collaborano con autori e ricercatori esperti nei campi della Medicina Integrata, della Consapevolezza e della Fisica Quantistica.    Leggi la biografia

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