Universo: come nasce? Dal nulla?
Valentina Balestri - 01/01/2016
Esiste un “giorno senza ieri”?
Chi si interroga sulla nascita dell’Universo si è posto spesso questa domanda!
Lasciamo stare per un attimo il perché sia nato l’Universo e soffermiamoci sul ”come”.
Anche la fisica quantistica affronta l’argomento e si chiede il perché “sia esistito qualcosa anziché nulla”, riferendosi a una condizione iniziale dove, in quello che credevamo fosse il niente cosmico, in realtà qualcosa è apparso, senza volontà ma solo per necessità, affinché l’Universo venisse a esistere.
Quindi, se vogliamo venire a capo di questo dilemma, insieme alla scienza, continuiamo a chiediamoci cos’è l’Universo, com’è fatto, cerchiamo risposte sullo spazio, sull’esistenza del tempo, sul concetto di materia ed energia.
Domandiamo, informiamoci, e anche se ci spaventa un po’, vista la difficoltà nell’affrontare temi così ampi e complessi, non lasciamoci intimidire.
Ogni essere è una nota nella sinfonia dell'universo.
Sentirsi parte di questa armonia universale dà le vertigini.
Il Tutto cosmico non cancella la nostra identità,
bensì le dà valore.
Mario Canciani
A chi, come me, sta cercando qualche risposta in più, consiglio la lettura del libro "L'universo dal nulla", scritto dal fisico e astronomo di fama mondiale Laurence Krauss, dove le risposte ai numerosi enigmi riguardo l'origine dell'universo, sconvolgono le basi scientifiche alle quali siamo abituati.
Ecco perché, qui di seguito, oggi vi propongo un estratto di questo rivoluzionario libro.
Che cos’è il nulla?
I filosofi definiscono e ridefiniscono il “nulla” come il non essere alcuna delle versioni del nulla attualmente descritte dagli scienziati.
Ma proprio lì, dal mio punto di vista, si situa il fallimento intellettuale di gran parte della teologia, e di una parte della filosofia moderna. Poiché indubbiamente il “nulla” è in tutto e per tutto altrettanto fisico del “qualcosa”, specialmente se deve essere definito come “assenza di qualcosa”: ecco che allora diventa necessario comprendere precisamente quale sia la natura fisica di entrambe queste quantità. E senza la scienza, tutte le definizioni non sono altro che parole.
Cent’anni fa, se qualcuno avesse descritto il “nulla” come uno spazio completamente vuoto, privo di qualsiasi entità materiale, avrebbe potuto ricevere poche contestazioni. Ma i risultati del secolo scorso ci hanno insegnato che lo spazio vuoto, di fatto, è lungi dall’essere il puro nulla che supponevamo fosse prima di imparare qualcosa di più sui meccanismi di funzionamento della natura.
Dobbiamo renderci conto che il Vuoto Quantistico visto concettualmente come teatro passivo dei fenomeni naturali oggi non è più accettabile.
Le rivoluzionarie scoperte che hanno cambiato le nostre basi scientifiche
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Le sorprese della Natura
I risultati degli esperimenti che descriverò nel libro sono non soltanto opportuni, ma anche inattesi.
Per prima cosa, potreste chiedere a uno studente delle superiori: «Qual è la somma degli angoli di un triangolo?». Vi verrà risposto “180 gradi”, perché di sicuro lo studente avrà studiato la geometria euclidea, quella associata con i fogli di carta, che sono piatti. Ma su una superficie curva bidimensionale come quella di una sfera, potete tracciare un triangolo in cui la somma degli angoli è ben superiore a 180 gradi.
Supponete, ad esempio, di tracciare un linea lungo l’equatore, per poi seguire un angolo retto risalendo fino al Polo Nord, e ridiscendere attraverso un altro angolo retto fino all’equatore, come illustrato di seguito.
Guardate: tre volte 90 fa 270, cioè molto più di 180 gradi. Voilà!
Risulta che questo semplice pensiero bidimensionale si estende direttamente e allo stesso modo alle tre dimensioni, perché i matematici che per primi hanno proposto delle geometrie non piane, dette anche non euclidee, hanno riconosciuto che le stesse possibilità potevano esistere in tre dimensioni.
La natura se ne esce con sorprese che vanno ben al di là di quelle che l’immaginazione umana può generare.