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Metodo Di Bella e carcinoma mammario: ultimi aggiornamenti

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Giuseppe Di Bella - 01/01/2016
Ho voluto presentare personalmente i risultati ottenuti dallo studio osservazionale retrospettivo riguardante 122 casi di "carcinoma mammario", 92 dei quali riguardanti pazienti giunti in cura allo studio medico della Fondazione - di cui abbiamo valutato caratteristiche istologiche, immunoistochimiche, grado nucleare, differenziazione, esami ematochimici, efficacia terapeutica (valutando Remissione/Stabilità/Progressione) performance status, e sopravvivenza a 5 anni rapportata alla stadiazione, secondo l'American Joint Committee on Cancer Staging 7 th - e di 30 cartelle cliniche che hanno ottenuto da tribunali l'erogazione gratuita del MDB per perizie giurate di CTU che avevano certificato risultati superiori, con MDB, rispetto alle terapie tradizionali, nelle stesse patologie e stadi.

I nostri dati rappresentano significativi miglioramenti sia della sopravvivenza per ogni stadio, sia della risposta obiettiva e della qualità di vita, rispetto ai parametri riscontrabili in letteratura per gli stessi stadi, istotipi e gradi, trattati con chemio-radioterapia-anticorpi monoclonali.

I risultati sono sintetizzati nella schede pubblicate sul sito della Fondazione:
Presentazione al "BIT's 4th World Cancer Congress 2011, World EXPO Center, Dalian (Cina).

Un dato significativo:
la "5 years Survival Rate" (sopravvivenza osservata a 5 anni dalla diagnosi) per tumori al IV stadio (metastatici), risulta del 50% con MDB rispetto al 19,9% diffuso dal National Cancer Institute attraverso il progetto SEER relativo al periodo 1999-2006.

Particolarmente rilevante il dato nei casi clinici (9) allo Stadio I e II (stadio iniziale) che in precedenza non avevano subito alcun trattamento, né terapeutico, né chirurgico.
UNICAMENTE trattati con MDB (terapia di prima linea) il 100 % ha registrato una risposta positiva (remissione) - nella letteratura scientifica non esistono casi di tumori solidi risolti unicamente con terapie farmacologiche.
Oltre all'importanza del risultato in sè, unico nel suo genere, un'ulteriore valenza potrebbe essere acquisita dalla considerazione che tale trattamento, se adottato come terapia di prima linea nella prassi clinica, consentirebbe praticamente di "azzerare" i rischi di disseminazione neoplastica, potenzialmente insiti nella pratica chirurgica, ed evitare infine alle pazienti un'intervento di asportazione che viene vissuto, nella stragrande maggioranza dei casi, come una vera e propria amputazione.

Analogamente, il gruppo di pazienti (39) allo stadio iniziale che ha utilizzato il MDB come terapia adiuvante (quindi dopo l'intervento operatorio, e a scopo preventivo di recidive) ha registrato il 94% di remissioni (38 casi su 39). L'unico caso di progressione si è verificato in una paziente che, dopo due anni di cura, ha interrotto bruscamente, e di propria iniziativa, il trattamento terapeutico, vanificando i risultati fino a quel momento ottenuti ed esponendosi così alla ripresa della malattia.

I dati ottenuti rivelano risultati indiscutibilmente positivi e statisticamente superiori alle medie documentate dai diversi archivi statistici nazionali e sovranazionali.
Anche considerando il fatto che gli indicatori e gli indici statistici, in quanto tali, sono affetti da una loro variabilità ed imprecisione (tanto più quanto ristretto risulta il numero delle singole rilevazioni su cui sono basati), risultano comunque rilevanti gli scostamenti rispetto alle diverse medie statistiche "ufficiali" per tutti i parametri analizzati e, in maniera ancora più evidente e rilevante, per i risultati terapeutici ottenuti.

RIFLESSIONI
Scorrendo e analizzando il "Programma" del congresso è possibile rendersi conto che la generalità dei lavori presentati non è caratterizzato dalla presentazione di nuove molecole di pronto impiego ma solo diverse combinazioni di chemioterapici, oppure di anticorpi monoclonali variamente associati a chemioterapici, o l'uso contemporaneo di due diversi anticorpi monoclonali, senza alcun reale e significativo incremento delle mediane di sopravvivenza.
La classe medica oncologica sembra "impantanata" in una ricerca affannosa di soluzioni "mirate" ad intervenire su singoli e marginali meccanismi di genetica cellulare, e quindi estremamente limitati, piuttosto che acquisire definitivamente i concetti basilari, e quindi le modalità terapeutiche da contrapporvi, che stanno alla base della genesi (mutazioni) e dello sviluppo successivo (proliferazione) delle popolazioni neoplastiche.
D'altronde è perfettamente comprensibile, poiché sostanzialmente tutta la ricerca è portata avanti e finanziata dalle multinazionali farmaceutiche che hanno il solo scopo di sviluppare brevetti.
Da decenni ormai vengono solamente quindi presentati "lavori" scientifici su nuovi farmaci (pochi) o diverse loro associazioni nei trattamenti, che suggeriscono potenziali miglioramenti terapeutici che si traducono sostanzialmente in un prolungamento della sopravvivenza solo di qualche mese.
Sembra addirittura che nell'inconscio collettivo del clinico, o del ricercatore, sia stata abbandonata per sempre l'idea di guarigione.
Mi sono reso pienamente conto di ciò allorquando ho presentato i nostri dati, e ho potuto verificare oltre al notevole interesse nella platea, anche lo sbalordimento di alcuni, quasi annichiliti.
Abbiamo fatto emergere l'assoluta rilevanza clinica e scientifica, il dato innovativo in oncologia, dei primi casi di tumori solidi scientificamente documentati, di guarigione completa e stabile ottenuta unicamente con il metodo Di Bella, senza alcun intervento chirurgico, chemioterapia o radioterapia.
Un'occasione di reciproci scambi positivi, anche extracongressuali, e della quale posso ritenermi personalmente soddisfatto, se non altro per la curiosità scientifica che le nostre relazioni hanno destato e la disponibilità ottenuta ad allacciare ulteriori rapporti collaborativi.
Spero che il nostro impegno contribuisca a risvegliare la coscienza a questa umanità addormentata dall'ipnosi indotta dai perversi meccanismi commerciali.
Una buona "semina", in questa occasione, penso sia stata fatta.

NOVITA' DELL'ULTIMA ORA !!
Appena tornato a Bologna ho cercato, attraverso i miei consueti canali informativi, di portare all'attenzione della stampa nazionale il risultato ottenuto. Ho potuto constatare però un'immediato e inaspettato "blocco", attuato sicuramente attraverso intimidazioni o censure, nei confronti di quei pochi giornalisti che generalmente erano disponibili a concedermi qualche spazio all'interno delle loro testate. Il messaggio ora è chiaro.
Non è più il caso quindi di parlare di Metodo Di Bella, almeno in Italia.

Sempre vostro
Giuseppe Di Bella


Giuseppe Di Bella
Figlio e collaboratore di Luigi Di Bella, mette a punto con il padre il Metodo Di Bella. Da anni si impegna per sperimentare, documentare e... Leggi la biografia
Figlio e collaboratore di Luigi Di Bella, mette a punto con il padre il Metodo Di Bella. Da anni si impegna per sperimentare, documentare e divulgare l’efficacia della terapia.Per contatti: posta@giuseppedibella.it Leggi la biografia

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