Che cos'è la Naturopatia?
Chiedi al Naturopata
Chiedi al Naturopata
Sentiamo spesso parlare di Naturopatia: ma sappiamo bene che cos'è la pratica naturopatica e quando ci può essere d'aiuto?
E come fare per trovare un bravo operatore? Ne parliamo con Alessandro Salomoni, naturopata ed erborista
Emanuele Cangini - 21/05/2018
Un biker ardito e audace, un esperto degustatore e amante di vini, un attento, sensibile e rigoroso naturopata. Colpiscono subito di lui l’innata affabilità e la spiccata genuinità, qualità queste che denotano senza ombra di dubbio un carattere aperto, sincero, diretto e schietto. Sì, schietto, proprio come quella terra di Romagna in cui abita e di cui sa rendersi fedele interprete: terra di ospitalità, storie e di Passator Cortese.
Ho il piacere d’intervistare Alessandro Salomoni, titolare di una nota erboristeria cesenate, che ci racconta la sua personale visione dell’universo naturopatico. Cinque domande per mettere a fuoco insieme ad Ale, così lo chiamano gli amici, quelle che sono le verità alla base di queste pratiche di medicina alternativa, nate negli Stati Uniti nel secolo XIX.
Se tu dovessi fornire, a un ipotetico interlocutore totalmente ignaro, una personale definizione di Naturopatia, quali parole utilizzeresti?
La naturopatia è quella scienza che tramite l’utilizzo di tecniche naturali, come fitoterapia, aromaterapia, tecniche di massaggio, tecniche di rilassamento, respirazione, per finire con consigli salutistici alimentari, aiuta la persona a trovare il giusto equilibro psico-fisico in maniera da affrontare i disagi della vita quotidiana con maggior energia e rinnovata consapevolezza.
Da quanto tempo ti occupi di Naturopatia? A cosa devi i tuoi esordi in questo campo?
Praticamente già dalla tenera età: so che può sembrare una battuta, ma sono nato in una famiglia che si occupa di fitoterapia. Mio padre è stato uno dei primi importatori e distributori di prodotti omeopatici e fitoterapici in Italia, quindi sono cresciuto sentendo tutti i giorni parlare di piante e rimedi naturali. Ho cominciato a consigliare personalmente i prodotti naturali dopo essermi diplomato come perito chimico e ho preso, nel 1995, il diploma in scienze erboristiche aprendo poi la mia attuale erboristeria (a Cesena) nel 1998. Ovviamente la formazione non è finita lì… nel 2002 ho conseguito il diploma in Naturopatia presso l’Istituto di medicina psicosomatica RIZA, con specializzazione in Iridologia e tecniche antistress, e ancora oggi questo percorso di crescita continua, poiché sono in procinto di laurearmi in Biologia della nutrizione.
Quali le differenze tra il tuo ruolo di esperto naturopata e quello di proprietario esercente di un’erboristeria? Quali le similitudini?
Le due cose sono strettamente collegate, tutti i giorni offro consulenze naturopatiche gratuite ai miei clienti, ed è grazie alla formazione e al continuo aggiornamento che i clienti sono sempre in aumento. Anche per quel che riguarda la scelta del personale ho puntato molto sulla preparazione, tant’è che le mie commesse sono tutte laureate in tecniche erboristiche.
Ho la sensazione che, da qualche decennio, la Naturopatia sia diventata un ingranaggio più o meno consapevole della macchina consumistica: paventabile il rischio di un suo smarrimento nei meandri della mercificazione? Se sì, come cercare di contenerne gli effetti e, semmai, invertirne il declino?
Questo, ahimè, sta succedendo realmente! Hanno aperto scuole di naturopatia in ogni dove con lo scopo unico di fare lucro, ma la formazione lascia molto a desiderare e questo poi si ripercuote sul cliente finale.
Da anni, per di più, si attende un riconoscimento da parte dello Stato della figura del naturopata che, se avvenisse, davvero lo agevolerebbe indiscutibilmente nell’esercizio delle sue funzioni, conferendogli paletti solidi grazie alla stesura di regole ben scritte. Alcuni dei miei colleghi non hanno ancora capito di non essere medici e il loro compito non è quello di curare o fare diagnosi ma, piuttosto, fornire supporto al cliente con le tecniche a loro conoscenza al fine di migliorargli lo stile di vita e permettergli, così, di affrontare i disagi quotidiani con maggiore efficacia.
Altra cosa da fare sarebbe quella di istituire un albo nazionale nel quale, solo i naturopati riconosciuti e con una certa qualificazione, siano legittimati a iscriversi, in maniera tale che il cliente possa essere in grado di sapere se il professionista al quale si sta rivolgendo è veramente formato o, al contrario, si è improvvisato naturopata da un giorno all’altro.
Leggi anche:
Il termine Naturopatia venne coniato nel 1895 da tal John Scheel: tradotto dall’inglese si legge secondo il sintagma “sentiero della Natura”. Faccio “l’avvocato del diavolo”: cosa potrebbe contestare a questa premessa un accanito oppositore?
Che il sentiero della natura, proprio in virtù delle cose asserite poco sopra, a causa della errata abitudine di talune figure di prestarsi a ruoli che non competono loro, rischia davvero di essere frainteso o, ancor peggio, compromesso irrimediabilmente proprio attraverso quella disciplina che, per coerenza e vocazione, dovrebbe al contrario maggiormente tutelarlo.
Un vero paradosso insomma.
Per questo caldeggio sempre i clienti e lettori ad informarsi correttamente ed esaustivamente in ordine al professionista con il quale si intende interagire.
L’interesse è sempre vicendevole: per il cliente, ottenere sicurezza , assistenza e qualità, per il professionista, perfezionare, riscattare e nobilitare l’immagine di una intera categoria.