Autobiografia di uno Yogi
Ananda Edizioni - 01/01/2016
Paramhansa Yogananda fu il primo maestro indiano a trascorrere gran parte della sua vita in Occidente, con l’intento di insegnare l’antica saggezza dello yoga, della meditazione e dell’illuminazione. Il magnetismo di Yogananda era tale da riempire le sale più grandi e famose dell’America, ovunque andasse. In tutte le città americane importanti, migliaia e migliaia di persone parteciparono alle sue conferenze e furono colpite dalla sua personalità radiosa e dai pratici insegnamenti yogici che proponeva.
La sua fama fu enorme, sia tra le persone comuni che tra i personaggi famosi; nessun oratore dell’epoca ebbe un successo più grande. Il presidente stesso degli Stati Uniti, Calvin Coolidge, invitò Yogananda alla Casa Bianca. Anche il presidente del Messico, Señor Portes Gil, lo incontrò, come pure il primo ministro dell’India J. Nehru. Il governo dell’India, inoltre, come gesto di riconoscimento, gli inviò parte delle preziose ceneri del Mahatma Gandhi, che Yogananda mise in uno speciale scrigno nel santuario di Lake Shrine. Molte persone famose, come la cantante più celebre dell’epoca, l’italiana Amelita Galli Curci, divennero discepole di Yogananda.
Grazie alla sua opera instancabile, un po’ alla volta, gli insegnamenti dello yoga, della meditazione e della filosofia vedica si diffusero in tutto l’Occidente. Per questa ragione David Frawley, una delle massime autorità nelle scienze vediche, ha descritto Yogananda come “il padre dello yoga nell’Ovest”.
Una grande autorità dell’India spirituale, lo Shankaracharya di Kanchipuram, descrisse il grande valore di Yogananda in questi termini: “Una luce radiosa in mezzo alle tenebre, tale era la presenza di Yogananda in questo mondo. Anime così grandi vengono molto raramente sulla Terra, si incarnano solo quando l’umanità si trova in una condizione di estremo bisogno”.
Swami Sivananda, un altro grandissimo maestro indiano suo contemporaneo, fondatore della Divine Life Society, disse di Yogananda: “Una rara gemma di inestimabile valore, quale il mondo mai ha conosciuto, Paramhansa Yogananda è stato un rappresentante perfetto degli antichi saggi e profeti che sono stati la gloria dell’India”.
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Un “evergreen”
La pubblicazione di Autobiografia di uno yogi nel 1946 produsse un’autentica rivoluzione spirituale. A distanza di oltre mezzo secolo quest’opera rimane un intramontabile bestseller: ha ispirato migliaia di vite; ha contribuito ad unire la cultura spirituale dell’est e ovest; ha spiegato e introdotto il mondo affascinante dello yoga mistico alla società occidentale, forse come nessun altra opera prima d’allora; ha dato la spinta a molti lettori ad incominciare la propria ricerca spirituale; ha sottolineato apertamente l’unione tra il Cristianesimo e lo Yoga; ha evidenziato l’armonia tra la scienza moderna e la vera spiritualità; è stata scritta da un autore di vera visione cosmica, di cui ne esistono pochi.
Alcune testimonianze
"Questo rinnovato contatto con la sfera yogica, con la sua superiorità mentale sulla realtà materiale e con la sua disciplina spirituale è stato molto istruttivo per me e sono grato [a yogananda ] per avermi concesso di penetrare in questo mondo affascinante".
Thomas Mann, premio Nobel per la letteratura
"Storie incredibili, ma vere, di santi e maestri dell’India, unite a inestimabili informazioni metafisiche – assai necessarie per equilibrare l’efficienza materiale dell’Occidente con l’efficienza spirituale dell’Oriente – provengono dalla vigorosa penna di Paramhansa Yogananda, i cui insegnamenti mio marito ed io abbiamo il piacere di studiare da vent’anni".
Amelita Galli-Curci, famosa soprano italiana degli anni Venti
“Nell’edizione pubblicata durante la vita di Yogananda, si può entrare più profondamente in contatto con Yogananda stesso … E’ più facile catturarne lo spirito nella versione originale di questo grande classico yogico e spirituale”.
David Frawley, noto esperto di Induismo, direttore dell’American Institute of Vedic Studies
"Yogananda ci ha regalato un passaporto per entrare, con visto illimitato, in tutte le molteplici dimensioni che ci accompagnano in ogni momento".
Giorgio Cerquetti, scrittore, libero ricercatore
“Persino il Cantico delle Creature di uno dei più grandi santi dell'umanità come poteva essere S. Francesco d'Assisi impallidisce dinanzi alla grandezza del cantico dell'Amore Cosmico (Samadhi) del divino maestro d'amore Paramhansa Yogananda, laddove è scritto: "Tu sei me ed io sono te. Conoscenza, conoscitore e conosciuto sono Uno". Quell'Uno che è il costante riferimento di tutti i miei scritti. "Io, Io dovunque". Io stesso in ogni cosa entro nel grande "Me Stesso" sono le grandi nozioni della Realtà che il grande Swami ha proclamato oltre un secolo fa, riassunte nell' idea olistica del "tutto-parte" e che oggi la fisica quantistica ha riscoperto nel concetto di "non-località", nell' ambito della sua legge fondamentale: "In ogni accadimento naturale si produce un effetto in cui con perfetta sincronia, accordo e partecipazione l'osservatore, l' osservato e l'evento fisico in essere, ciascuno nelle proprie parti individuali, sono totalmente coinvolti nello stesso processo in divenire dall' essere all'unisono unitamente co-autori, e nello stesso tempo reciprocamente influenzabili e riproducibili". Non si hanno parole davanti ad espressioni come "L' Eternità ed io, un solo raggio" di Yogananda, espressioni che riecheggiano il supremo: "AHAM BRAHMASMI, Io e l' infinito Brahaman siamo una cosa sola". Ciò perchè esse sono la chiave del dilemma universale”.
Vittorio Marchi, fisico quantistico