Che cos'è il pensiero lucido?
Consapevolezza e Spiritualità
Consapevolezza e Spiritualità
La presenza mentale nel “qui e ora” è il solo modo per liberarci dal controllo esercitato dai sistemi di potere
Antonio Morandi - 20/08/2020
Questo articolo è tratto da Scienza e Conoscenza 73.
«Scimmia punta da uno scorpione»: è questa la definizione che in India si dà della mente umana in ragione della sua continua e incessante mobilità. La mente umana è in perenne movimento, i pensieri si formano, si accavallano, si dileguano e si dissolvono continuamente, talvolta apparentemente senza un senso compiuto.
Se proviamo a rimanere fermi su un pensiero specifico, cercando di pensare a una sola cosa, ci renderemo subito conto che è difficilissimo. Le diramazioni che la nostra mente segue sono infinite, spesso improvvise, talvolta inaspettate.
Questa natura della mente, secondo il sistema di pensiero indiano, portato a uno dei suoi maggiori vertici dall’Āyurveda, è dovuta al suo scopo finale che è articolato in due parti: una è l’elaborazione e il coordinamento delle percezioni sensoriali in un modello di realtà autoreferente ed autopoietico, un centro senziente che chiamiamo ego; e l’altra è la capacità unica della mente di immaginare.
L’immaginazione costituisce la fucina e il serbatoio degli infiniti possibili modelli di realtà. Tutto ciò accade perché la mente deve offrire all’intelligenza dell’individuo modelli alternativi, diverse possibilità evolutive fra cui scegliere quella più adeguata alla realtà contingente.
Mente e intelligenza
Per capire bene questo concetto dobbiamo prima riflettere sui termini e le loro etimologie perché, come sempre, nella radice delle parole e dei loro suoni risiede l’essenza del reale. I termini che dobbiamo prendere in esame sono “mente” e “intelligenza” che erroneamente, molte volte, vengono considerati sinonimi. La parola “mente” deriva dal latino mens, mentis che a sua volta ha una radice sanscrita, “Mā”, che vuol dire “misurare”, la mente quindi misura le percezioni e attraverso queste conosce.
Il termine “intelligenza” invece deriva dal latino intus (dentro), o per alcuni inter (tra), e legere (leggere) e indica la facoltà di comprendere in profondità, non superficialmente, e di individuare relazioni e associazioni nascoste per arrivare a una comprensione più ampia e completa. Quindi l’intelligenza utilizza la mente per rilevare le informazioni sensoriali e comprendere a fondo la realtà. L’intelligenza, per operare le scelte di intervento più idonee, sceglie il modello adeguato fra le possibilità offerte dalle capacità immaginifiche della mente, al fine anche di impartire all’organismo le istruzioni per rispondere agli stimoli ambientali.
La creazione immaginifica della mente comporta una continua incursione e conseguente confronto fra futuro e passato, fra probabilità non ancora reali e memorie non più esistenti. L’intelligenza, che è nel presente, coincide con la percezione del momento, ed è quindi atemporale e pertanto senza giudizio. L’intelligenza è pensiero lucido, espressione dello stato delle cose, vede la realtà così come è senza interpretazioni.
La mente invece offre delle interpretazioni che l’intelligenza accetterà solo dopo averne verificato la congruità con la sua percezione del reale. Tuttavia, l’elaborazione successiva e continua delle esperienze percettive condiziona il funzionamento della mente verso la ricerca del piacere e l’avversione dal dolore. Fin quando questa funzione è equilibrata e viene guidata dalla supervisione dell’intelligenza è essenziale per il processo di individuazione e di sopravvivenza.
L’eccessiva identificazione della mente nei processi derivati dalla dicotomia piacere-dolore e quindi di proiezione nel futuro e nel passato alla ricerca continua di soddisfazione, portano a una prevaricazione della mente sull’intelligenza di cui ne condiziona l’efficacia discriminativa.
Il risultato finale è una interpretazione relativa, e non una percezione effettiva, della realtà che condiziona i comportamenti e, in ultima analisi, l’assetto psicofisico e la salute dell’individuo. L’equilibrio quindi fra percezioni, mente e intelligenza è determinante per la corretta azione di vita di una persona nel contesto del reale...