Il risveglio spirituale nella vita quotidiana: quando tutto è profondamente e cosmicamente "a posto"
Consapevolezza e Spiritualità
Consapevolezza e Spiritualità
Redazione - Scienza e Conoscenza - 05/02/2017
Tratto dal libro di Jeff Foster Il risveglio spirituale nella vita quotidiana.
Le rughe sulle mani del tuo anziano padre. Il pianto di un bambino appena nato. Una scultura in una galleria d’arte. Una certa combinazione di note in un brano musicale. Una goccia di rugiada su un filo d’erba. Uno sguardo fugace sul volto di uno sconosciuto che, improvviso e inaspettato, scioglie il tuo cuore. La totalità improvvisamente penetra attraverso la separazione.
La vita è ricca di mistero
Di recente stavo parlando con un’amica che ha da poco avuto un figlio. La mia amica è una scienziata, una “pensatrice razionale” e un’atea, senza alcun interesse per la spiritualità o per la religione o per niente che non possa essere assodato attraverso una “ricerca sottoposta a revisione paritaria”, come la chiama lei. Lei crede che la vita consista nel lavorare sodo, provvedere alla famiglia, risparmiare per la vecchiaia, e alla fine andare in pensione e godersi “la bella vita” prima di morire.
Eppure, mentre raccontava l’esperienza della nascita di sua figlia, le sue parole non erano quelle di un’atea; erano parole religiose, parole spirituali, parole cariche di stupore e meraviglia e del travolgente miracolo della creazione. Parlava del miracolo stesso della vita: il mistero della nascita e della morte, l’enigma cosmico che pervade ogni cosa. Mi raccontò che la prima volta che aveva tenuto in braccio sua figlia appena nata tutti i pensieri egocentrici erano svaniti, il passato e il futuro si erano dissolti, e all’improvviso c’era solo questo: solo la vita stessa, presente, viva, misteriosa. C’era solo questo prezioso momento, qui e ora, e nient’altro.
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Mi raccontò di come aveva pianto di gratitudine vedendo per la prima volta le minuscole dita di sua figlia, così delicate, così fragili. Mi raccontò di quanto era sbalordita che qualcosa di così misterioso e vivo fosse emerso da lei, che qualcosa potesse essere arrivato dal nulla, che la vita potesse creare altra vita, che la stessa vita presente durante il Big Bang fosse in qualche modo anche qui, nella forma di questa piccola creatura rosa. Era improvvisamente divorata da un amore incondizionato, per sua figlia, per tutti i bambini e le madri ovunque, per tutta l’esistenza. Era un amore per il quale non aveva parole. Tutte le “ricerche sottoposte a revisione paritaria” si sbriciolavano di fronte all’incomprensibile vastità dell’esperienza del momento presente.
La mia amica, la scienziata, la pensatrice razionale, la scettica, era temporaneamente diventata una mistica non duale, senza neanche saperlo. Per un attimo, aveva toccato la totalità della vita, il mistero senza parole che permea tutta la creazione. Per un attimo si era innamorata dell’esistenza: la separazione tra lei e la vita era scomparsa, per svelare un amore senza nome.
Tu scompari e diventi ogni cosa
Negli anni, ho incontrato molte persone che si sono interessate alla spiritualità per certe strane, inspiegabili, incomprensibili esperienze o realizzazioni, spesso inaspettate; esperienze che successivamente per loro è stato difficile descrivere a parole e ancor più condividere con gli amici e con le famiglie.
Gli artisti parlano del sé che scompare quando sono immersi nel dipingere. I musicisti raccontano che, quando sono assorbiti dalla musica, c’è solo la musica, e loro, come entità separata, svaniscono, come se fossero rapiti dalla vita. Non suonano la musica, loro sono la musica, che suona se stessa. Gli atleti parlano di entrare nel flusso o entrare nella zona, un posto dove correre o cavalcare o saltare accade senza sforzo, e il corpo funziona perfettamente, anche se non lo percepiscono più come proprio. Gli attori raccontano di sparire nei loro personaggi, di perdere se stessi nella parte, e che quando recitano davvero, non c’è nessuno là a recitare. Se poi ricevono dei complimenti per l’esibizione e gli viene chiesto come ci sono riusciti, devono ammettere di non saperlo.
Oppure, mentre stai camminando nel parco, improvvisamente non ci sei più tu che cammini, c’è solo il vento sul tuo volto, il fruscio delle foglie, le risate dei bambini e l’abbaiare dei cani. Tu scompari, e diventi ogni cosa, o tutto scompare, e tu diventi nulla. Le parole semplicemente non riescono a rendere.
A volte le storie sono meno sensazionali. Stai lavando i piatti, e all’improvviso lo scintillio delle bolle di sapone diventa la cosa più affascinante dell’universo, anzi, le bolle di sapone diventano l’universo in quel momento. E tutti i tuoi problemi, le tue paure, le tue ansie, la tua disperata ricerca di una vita migliore, della fama, della gloria, dell’amore, dell’illuminazione, scompaiono. Tutto è di nuovo profondamente a posto, cosmicamente a posto. Anche se la tua situazione di vita non è cambiata – ci sono ancora i conti da pagare, i bambini da sfamare, il lavoro da fare, dolore da sentire – il tuo rapporto con tutto ciò si è improvvisamente trasformato. In un istante, non sei più un individuo separato che si sforza di trovare la totalità. C’è solo totalità. Sei tornato nel grembo della vita, un grembo che non hai mai lasciato veramente. Eppure, la vita ordinaria è ancora presente, e tu continui a funzionare nel mondo senza sforzo.