Meditazione: un valido aiuto per i pazienti oncologici
Consapevolezza e Spiritualità
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ArmoniosaMente è una pratica educazionale-terapeutica completa, innovativa e pluralista, basata sull’approccio PNEI e sul Modello Mente-Corpo, finalizzata a occuparsi della persona malata nella sua multidimensionalità: mentale, corporea, energetica e spirituale
Gioacchino Pagliaro - 18/11/2019
In ambito oncologico sono stati gli studi di C. Simonton a dimostrare l’efficacia della meditazione unita a una corretta informazione, alle ristrutturazioni cognitive e all’associazione con le più tradizionali cure mediche (C. Simonton, S. Simonton, J. Creighton; Getting well again, 1980).
Alla fine degli anni ’70, C. Simonton iniziò una fervida attività di ricerca, utilizzando l’applicazione del suo metodo su 159 pazienti considerati incurabili dal punto di vista medico.
Fu con questa sperimentazione che riuscì a dimostrare che era aumentata la sopravvivenza da 3 a 4 volte in ben 63 di quei pazienti, favorendo in loro anche un netto miglioramento della qualità della vita (C. Simonton, 1980).
Il metodo Simonton
Ad oggi il metodo Simonton è uno dei metodi più noti di trattamento del tumore con l’utilizzo di pratiche di visualizzazione, di meditazione e di terapia cognitiva ed è attualmente praticato non solo in America ma anche in Europa e in Italia. Negli USA, dopo i trattamenti chirurgici, le cure farmacologiche e la radioterapia, è riconosciuta dal National Institute of Health come la quarta forma di cura del tumore.
I risultati delle ricerche compiute da Simonton sono stati confermati anche da altri studi realizzati in ambito oncologico.
Focalizzando l’attenzione su situazioni di malattia cronica, diverse ricerche hanno cercato di evidenziare gli effetti della meditazione sui sintomi fisici e psicologici ad esse connesse, dimostrando una diminuzione dei livelli di dolore, ansia, depressione, stress e un miglioramento dell’umore e dell’autostima. Altre recenti ricerche hanno analizzato gli effetti delle pratiche meditative nel trattamento del dolore connesso a patologie mediche.
Il metodo ArmoniosaMente in Oncologia
In Italia, il metodo più diffuso di applicazione della meditazione, basato sullo sviluppo di questi principi, è rappresentato da ArmoniosaMente.
Il nome ha volutamente una “M” maiuscola per definire la centralità della mente in questo metodo che, rifacendosi ai principi teorici della fisica quantistica, intende creare una condizione di armonia nel sistema energetico della persona malata.
Nel Dipartimento Oncologico dell’AUSL di Bologna, la meditazione è stata introdotta dal 2003: l’esperienza era rivolta per la prima volta alle pazienti con tumore alla mammella e integrava la meditazione con un’azione di educazione sanitaria, con trattamenti di tipo cognitivo e con attività di supporto psicologico.
Questo progetto si basa su tre pilastri:
- informazione sanitaria;
- informazione sui corretti stili di vita;
- apprendimento della meditazione e ristrutturazione in chiave cognitiva dell’esperienza di malattia.
La prima fase del metodo
Il metodo si articola in due fasi.
La prima, condotta da diversi medici specialisti, prevede nove incontri a cadenza settimanale e ha l’obiettivo di:
- offrire una corretta informazione sul tumore alla mammella;
- sviluppare nelle pazienti un atteggiamento mentale fiducioso nei confronti delle terapie, per mobilitare le risorse interne del paziente;
- consentire ai medici di potenziare la dimensione relazionale della cura.
All’interno di questa prima fase, le pazienti hanno la possibilità di incontrare tutti i medici specialisti che si prenderanno cura di loro durante l’iter terapeutico e quindi più nello specifico: il senologo, l’anatomopatologo, il chirurgo, il chirurgo plastico, l’angiologo, l’oncologo, il radioterapista, il dietologo e il medico dello sport.
I risultati di questi primi incontri, solitamente, consistono in un'aumentata fiducia nei confronti delle terapie, in un aumentato senso di controllo verso l’esperienza di malattia e in un accrescimento del sentimento di speranza rispetto alle possibilità di guarigione.
La seconda fase del metodo
La seconda fase prevede cinque incontri, sempre a cadenza settimanale tenuti dallo psicologo, esperto in pratiche meditative, con l’obiettivo principale di insegnare alle pazienti una pratica curativa di meditazione derivante dalla medicina tibetana. L’apprendimento di tale pratica è finalizzata ad:
- aiutare le pazienti a gestire meglio stati emotivi negativi, quali ansia, tensione, stress, depressione;
- migliorare il rapporto delle pazienti con il proprio corpo malato;
- generare un atteggiamento più funzionale nei confronti della malattia;
- rafforzare il sistema immunitario;
- operare ristrutturazioni cognitive rispetto ad alcune convinzioni disfunzionali.
- All’interno di questa seconda fase è prevista anche la somministrazione di un Test (Profile Of Mood States; POMS) al fine di rilevare i miglioramenti sul piano psicologico.
Dopo un mese dall’ultimo incontro ogni gruppo viene riconvocato per una valutazione delle condizioni psicologiche e dello stato di apprendimento della pratica per poi continuare a incontrarsi, a cadenza mensile, per i tre mesi successivi, così da consentire un senso di continuità richiesto dalle stesse pazienti.
Grazie a questo metodo le pazienti vengono aiutate a dare un nuovo senso alla loro esistenza, a riprendere pieno controllo sull’esperienza di malattia, conferendole un nuovo significato e soprattutto a risvegliare il loro potenziale interno di guarigione, facendole sentire partecipanti attive all’interno del loro processo di cura.
H. Benson ha definito ArmoniosaMente una pratica educazionale-terapeutica completa, innovativa e pluralista, basata sull’approccio PNEI e sul Modello Mente-Corpo, finalizzata ad occuparsi della persona malata nella sua multidimensionalità: mentale, corporea, energetica e spirituale.
Attualmente ArmoniosaMente viene utilizzato in diverse realtà italiane, da medici e psicologi, opportunamente formati all’interno di un apposito percorso.