Non tanto diventare migliori, piuttosto ricordare chi siamo
Mike Boxhall - 01/01/2016
Una nuova comprensione dell’essere nella relazione con il cliente e una forte risonanza con il lavoro sistemico – costellatorio, nella sua ultima evoluzione.
Trovo estremamente difficile vincolare la terapia cranio sacrale a definizioni precise. È molte cose e spero che resterà così per molti operatori e fruitori. Per alcuni è un lavoro di tipo meccanico, per altri è un lavoro di tipo psicoterapeutico e per qualcuno, ancora, è uno strumento per esplorare il significato della vita stessa. Quest’ultimo aspetto è quello che maggiormente mi affascina e il fascino emerge dallo studio esperienziale, intrapreso da 17 anni, delle parole di Graham Sutherland “ti puoi fidare della Marea” (“You can rely upon the Tide”) e dall’esplorazione del significato di ciò.
La mia definizione ampia della Terapia Craniosacrale potrebbe essere la seguente: “nel suo aspetto più delicato la terapia cranio sacrale è un viaggio, intrapreso con l’altro, verso quel livello dell’essere dove non c’è patologia”.
Secondo tale modello ciò che cerchiamo di fare, in una pratica congiunta con l’altro, è di accedere a uno stato che sta sotto o all’interno del livello in cui la malattia si manifesta. Un luogo dello Spirito o dell’Intenzione Originaria, non ancora espressa, dove esiste la possibilità, attraverso la rimembranza di quell’intenzione, di non essere vittima di esperienze di vita non digerite, che ci privano del nostro potere.
La terapia diventa allora un momento di rivelazione e di rinascita nel presente. Ciò che viene richiesto all’operatore è di essere in grado di sedere in quiete con l’altro, perché solo quando siamo in quiete, nella definizione che usiamo qui, intendendo senza attaccamento o giudizio di ciò che si sta rivelando, allora l’intera storia può essere raccontata.
Se ascoltare è guarire (hearing is healing) come spesso abbiamo sentito dire, allora la quiete assoluta, il non attaccamento, l’assenza di giudizio forniscono alla storia la possibilità di essere completamente raccontata e nel pieno ascolto risiede la piena guarigione.
A proposito dell’affermazione del Dr. Sutherland “ti puoi fidare della Marea”, sono arrivato a ritenere fermamente che ciò di cui egli parlava fosse l’ipotesi che esiste un’Intelligenza che non è parte della struttura personale ed individuale dell’ego, non soggetta all’Intelletto, nella quale si può avere fiducia in modo assoluto.
Ciò che arrivai a comprendere pienamente più tardi è che, così come non c’è modo di essere “un po’ incinta”, allo stesso modo non deve esserci nessuna riserva rispetto alla fiducia o all’affidarsi. Deve essere totale.
Tale fiducia richiede una resa dell’intelletto, che per natura è limitato, per accedere ad uno spazio di infinite potenzialità, attraversando l’insicurezza del non sapere.
Il movimento emerge dalla quiete e in realtà non c’è nulla che vada da qualche parte. Semplicemente è, in movimento. C’è una riunificazione nel momento di ciò che è sempre stato e questa è la sua espressione nel presente. Lo Spirito prende forma e noi, come testimoni, ci troviamo in una pratica congiunta con quella forma.
Questa è la rivelazione della Terapia Craniosacrale Biodinamica per come io sono arrivato ad amarla e capirla.
Traduzione di Laura Di Lernia
Per info e approfondimenti:
http://theemptychairteachingfoundation.com/ http://www.stillness.co.uk/
In Italia: www.essereuno.com, info@essereuno.com, eldiel@libero.it, www.hakusha-brescia.it/
Prossime date utili:
Mike Boxhall sarà in Italia
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