Pensare troppo fa male!
Valentina Balestri - 01/01/2016
Immaginate la mente come una lampadina accesa.
Sempre accesa!
La sua luce affievolisce solo quando, stanchi, la sera, ci mettiamo a dormire.
La mente provoca un dispendio di energia molto elevato: dopo una giornata di intenso lavoro, sempre concentrati, sempre dietro a pensare a qualcosa, ci sentiamo più spossati che dopo una camminata di diverse ore.
Diventa difficile ascoltare davvero qualcuno, un familiare, il partner, una canzone o anche solo la televisione. Perché? Perché siamo completamente isolati nel nostro cervello e, distaccati, non riusciamo a percepire davvero ciò che sta accadendo intorno a noi.
E se esistesse un interruttore? Un pulsante da poter premere quando vogliamo e far smettere tutte quelle vocine convulse che abbiamo sempre in testa?
Ahimè, non esiste nessun interruttore capace di fare ciò: siamo inconsapevoli dello scorrere del nostro pensiero e se anche decidessimo di smettere di pensare, non staremo forse pensando comunque al voler non pensare?!
La soluzione? L’ho trovata nelle parole di famoso scrittore russo, Lev Tolstoj riportate qui sotto:
Tutte le grandi rivoluzioni della vita umana
avvengono nel pensiero.
Si deve però produrre un cambiamento
nel modo di pensare,
imparare a controllare la mente.
Sarà così che l'azione seguirà immancabilmente
la direzione del pensiero,
come una barca
segue la direzione impressagli dal timoniere.
Per comprendere al meglio ciò che accade alla nostra mente, vi consiglio la lettura del libro "L’incantatore di pensieri", di cui potete leggere, qui di seguito, un estratto.
Pensare troppo fa male: i tre veleni della mente
Siccome i pensieri negativi apportano al cervello impulsi elettrici di intensità di gran lunga maggiore rispetto a quelli generati dal tenue e moderato senso di benessere, è molto difficile fermarli.
Noi, costantemente, immagazziniamo diversi tipi di informazioni attraverso gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e la mente.
Tra i vari impulsi energetici della mente che rispondono a questo tipo di stimoli, rivestono grande importanza i cosiddetti “tre veleni della mente”, rispettivamente: “Avidità”, “Collera” e “Stupidità”.
Innanzitutto, con “Avidità” intendo l’impulso energetico della mente che cerca sempre nuove informazioni visive e auditive senza mai accontentarsi.
Quando qualcuno ci fa dei complimenti anche senza pensarli realmente e, di conseguenza, noi finiamo per credergli, si attiva l’impulso energetico mentale dell’“Avidità” che tenta di accaparrarsene altri senza tregua.
Al contrario, per “Collera” intendo l’impulso energetico della mente che si oppone all’ingresso delle informazioni, che non vuole accogliere, vedere o ascoltare. Quando qualcuno ci dice cose spiacevoli e la situazione diventa sgradevole, si attiva l’impulso energetico della“Collera” che cerca di eliminare, cacciandolo via, l’oggetto del nostro dispiacere, ossia le parole che non vogliamo ascoltare.
Infine, chiamo “ Stupidità” l’impulso energetico della mente che cerca altri stimoli, perché annoiata da ciò che ha davanti agli occhi.
Nonostante il nostro interlocutore stia parlando, la mente girovaga a vuoto ripetendosi di poter fare a meno di quei discorsi noiosi, fugge, fino a che nelle nostre orecchie non entra più nulla del suo discorso.
Quest’ultimo stato d’animo è responsabile della fuga della mente dalla concretezza del mondo reale verso i pensieri cerebrali. La nostra mente è come un iceberg, e non sappiamo cosa si nasconde nella sua parte inconscia. Una volta che avremo preso “il vizio di pensare”, anche nei momenti in cui non è necessario farlo, la nostra natura sarà tale da non poter mai sfuggire al vizio di sprofondare nei pensieri e di isolarsi in essi.
Questi pensieri diventano elemento costitutivo della personalità di coloro che cadono facilmente in preda ai sentimenti negativi.
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Percepire anziché pensare
Tanto più dissipiamo le nostre energie a “pensare”, quanto più la vista, l’udito e il tatto tenderanno a impigrirsi.
Per questo è meglio intensificare con tutta la forza la nostra consapevolezza sul “percepire”.
Se tocchiamo il nostro partner o lo baciamo, possiamo riposizionare la mente sulla sensazione tattile delle labbra. È la nostra mente che crea e modifica la realtà.
Se faremo crescere volontariamente e con decisione il livello delle esperienze sensoriali rispetto a quella dei pensieri, come risultato le nostre speculazioni e le divagazioni inutili si placheranno immediatamente.
Ottuplice Sentiero: la soluzione del mondo buddista
Si tratta delle otto strade seguite dagli uomini per mettere in pratica uno stile di vita retto.
Per raggiungerlo, le fasi da seguire sono le seguenti:
- Prima fase: autoimporsi delle regole ed edificare un cuore che non vacilla, regolamentando il contenuto del pensiero, delle parole, delle azioni e del proprio modo di vivere
- Seconda fase: sviluppare la propria concentrazione. Prima di tutto, occorre fare il possibile per diventare costantemente coscienti di quale dei cinque sensi ci stiamo servendo in un determinato momento. Poi dobbiamo trovare la forza di radunare la mente, che a una velocità straordinaria si muove da un luogo all’altro disperdendosi, e fissarla saldamente in un punto ben focalizzato.
- Terza fase: rendersi conto. Per farlo bisogna raffinare i nostri sensori: la consapevolezza risiede in una mente che non spreca energia invano, che pensa subito alla condizione sufficiente più adatta a soddisfare le esigenze del momento, che sa come eliminare i pensieri inutili e quelli che si muovono a vuoto, e che in più riesce a superare gli stati d’animo negativi.
“Noi siamo come i nostri pensieri ci hanno fatto;
perciò state attenti a cosa pensate”
Vivekananda