Cos'è il punto G e... dove si trova?
Romina Alessandri - 01/01/2016
Facendo un breve excursus nella storia della scienza vediamo come, in ogni epoca, sia l’oggetto sia il risultato della ricerca dipendano largamente da quanti cambiamenti del pensiero e del costume la società riesca a metabolizzare, influenzando la disponibilità mentale dei singoli individui ad accettare o rifiutare le novità. Un esempio emblematico di questo fenomeno è, appunto, la storia dell’approccio scientifico al punto G, in cui troviamo un alternarsi di scoperte, smentite e lunghi silenzi.
Il primo scienziato a «descrivere in dettaglio il punto G fu Regnier De Graff, un anatomista olandese del XVII secolo». Ma si dovette attendere il 1950 perché il ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg (dalla cui iniziale il punto G prese il nome) pubblicasse la scoperta: «Si può sempre dimostrare l’esistenza di una zona erotica sulla parete anteriore della vagina, lungo l’uretra, che sembra essere circondata da un tessuto erettile come i corpi cavernosi (del pene). Durante la stimolazione sessuale, l’uretra femminile comincia a gonfiarsi e la si può sentire senza difficoltà. Alla fine dell’orgasmo è molto gonfia. La zona più stimolante è localizzata sulla parte posteriore dell’uretra, dove fuoriesce dal collo della vescica. La donna capisce sempre quando il pene o il dito perde contatto con la parte vaginale dell’uretra e, per riprenderlo, cambia posizione».
Nei successivi trent’anni la scoperta di Gräfenberg non venne neanche presa in considerazione dal mondo scientifico e «i pochi medici che condivisero la sua opinione vennero ignorati oppure considerati un po’ pazzi. In tre conferenze ginecologiche l’urologo Hymel tentò di spiegare la sua visione del punto G ai suoi colleghi, ma senza risultato». Dopo Kinsey,15 anche i sessuologi William Masters e Virginia Johnson spostarono tutta l’attenzione sul clitoride e nel 1966, dopo aver esaminato 7500 orgasmi in 382 donne, conclusero la loro ciclopica opera affermando: Il clitoride rappresenta il punto focale di ricezione degli stimoli sessuali esterni […] ed è un apparato veramente unico nel complesso del corpo umano in quanto la sua sola funzione, che si sappia, è quella di centro erotico.16 […] La vagina, invece, durante l’orgasmo si distende nella parte profonda, mentre nel primo terzo vicino all’ingresso si contrae energicamente e ripetutamente con regolare frequenza. La reazione descritta del terzo esterno della vagina è l’unica risposta fisiologica del condotto vaginale limitata alla fase di orgasmo. […] Si può quindi concludere che l’orgasmo vaginale e clitorideo non rappresentano due fenomeni separati.
Da quel momento in poi i risultati delle loro ricerche diventarono una bibbia per la successiva generazione di scienziati, che, con l’eccezione di alcune modifiche e aggiornamenti, non si permisero di metterne in dubbio le fondamenta. Il punto G rimase dunque scientificamente morto, fino al 1980, quando Alice Ladas, Beverly Whipple e John Perry pubblicarono i loro studi su 131 persone affermando il contrario:
- C’è un punto all’interno della vagina che è estremamente sensibile a una forte pressione. Si trova nella parte anteriore della vagina, a circa 5 cm dall’apertura.
- Il punto è stato trovato in tutte le 400 donne esaminate.
- Se stimolato in modo giusto, il punto G si gonfia e provoca l’orgasmo in molte donne.
- Al momento dell’orgasmo eiaculano attraverso l’uretra un liquido.
- Come risultato della stimolazione del punto G spesso le donne hanno una serie di orgasmi.
- Molte donne credono di urinare e sono quindi imbarazzate dall’eiaculazione. I loro partner, pensando la stessa cosa, spesso le irridono, uno dei motivi per cui molte di loro hanno imparato a trattenere o a nascondere l’orgasmo.
Il punto G, dove si trova veramente?
Da questo momento in poi gli studi scientifici sul punto G si susseguirono, spesso con forti colorazioni ideologiche, prese di posizione a priori e toni molto accesi. Ma proviamo a ripercorrere le tappe salienti del dibattito. Nel 1981 Edwin Belzer e altri esaminano il liquido eiaculato da 7 donne durante l’orgasmo e trovano che è diverso dall’urina.
Nel 1984 John Perry evidenzia mediante elettromiogrammi al muscolo pubococcigeo e all’utero come l’orgasmo al punto G sia diverso di quello clitorideo: più profondo e al contempo più potente. Rispetto alla tradizione tantrica non abbiamo inventato nulla, né esponiamo un nuovo modo per trovare il punto G, ma descriviamo semplicemente ciò che i nostri maestri ci hanno insegnato e che a loro volta hanno appreso da Margo Anand, la pioniera del Tantra occidentale. Il nostro unico merito è semmai quello di avere approfondito l’argomento, di avere raccolto più dati e di averlo presentato in una veste più strutturata.
Quando abbiamo deciso di scrivere questo libro ci siamo infatti posti due obiettivi:
- Fornire alla lettrice una mappa non soltanto per localizzare il proprio punto G fisicamente, ma anche per potersi orientare psicologicamente nel groviglio di sensazioni ed emozioni che ne emergono. Per spiegare la tecnica bastano infatti poche righe, ma per beneficiarne con l’anima e il corpo è meglio approfittare di questa «visita guidata» dentro se stesse…
- Fornire al mondo scientifico (al quale ci sentiamo molto vicini) un approccio innovativo, un punto di partenza per future ricerche che potranno focalizzarsi di più sul vissuto soggettivo femminile, proseguendo la nostra osservazione diretta dell’intero processo di stimolazione in 180 donne.
Scopri con noi dove si trova il punto G in questo sorprendente libro, ricco di schemi, immagini e testimonianze dirette!