Cibo e bambini: un rapporto difficile?
Roberta Cavallo - 01/01/2016
Dall’allattamento alle pizze con gli amici del liceo, l’alimentazione è molto spesso un tarlo pesante in famiglia, che crea “dissapori”, conflitti, fino a poter degenerare in veri e propri problemi di salute.
Tanto si dice e si scrive su calorie, metodi di cottura, quantità, genuinità, conservazione, ecc. Ma quanto si dice sul valore della relazione tra genitori e figli nella sfera dell’alimentazione?
Dal mio punto di vista troppo poco, considerando che si tratta del punto nevralgico e che, quasi sempre, rappresenta la causa di tutte le difficoltà che hanno oggi i genitori nel garantire ai propri figli una sana alimentazione e nel motivarli a mangiare frutta e verdura piuttosto che merendine, patatine e hamburger.
Infatti insieme ai problemi legati all’iperalimentazione di cibi spazzatura e all’ipoalimentazione di cibi sani e vitali, c’è quello legato alla relazione con il cibo costruita negli anni, dall’infanzia alla giovinezza.
Lo stretto legame fra il rapporto con la famiglia e la relazione con il cibo
Il primo cibo che il bambino riceve, anche se spesso ce lo dimentichiamo, è quello assorbito attraverso il cordone ombelicale materno. Questo crea un legame indissolubile tra alimentazione successiva e rapporto con la mamma.
Se il rapporto con la propria madre è armonico, lo sarà anche il rapporto con il cibo. E allora come rendere questa equazione ottimale?
Vediamo alcune indicazioni pratiche per migliorare il rapporto tra mamma e bambino:
• Dedica a tuo figlio del tempo di qualità: quando sei con lui fai il possibile per non pensare ad altro e orienta la tua attenzione sui suoi bisogni e non sui tuoi.
• Guardalo sempre negli occhi e abbassati al suo livello quando parli con lui, eviterai che si senta solo, smarrito e non accolto.
• Osservalo e ascoltalo: i bambini e i ragazzi hanno sempre un buon motivo per cui agiscono e osservandoli e ascoltandoli nella presenza è più facile cogliere le loro esigenze profonde.
• Evita i “no!” diretti pronunciati con rabbia e i toni autoritari: l’autorevolezza si ottiene anche e soprattutto con la disponibilità, con l’accoglienza e il sostegno incondizionato.
Questi sono soltanto alcuni brevi suggerimenti che uniti ad altri hanno l’obiettivo di non far percepire al bambino il vuoto affettivo, il vuoto di amore e di attenzioni di cui hanno fisiologicamente bisogno. Sono indicazioni che, se applicate con costanza e con messa in discussione dell’adulto, fin dai primi giorni ti consentono di aumentare velocemente l’armonia nel rapporto con i tuoi figli.
Ricorda che quello che credi di dare tu non sempre è quello che tuo figlio ha la sensazione di ricevere.
Per questo è molto facile che le carenze affettive ricerchino soluzione nell’alimentazione, dove:
Il cibo si sostituisce all’amore di mamma e papà
Per non sentire il vuoto affettivo mi riempio con altro (generalmente dolci e carboidrati, fonti di zucchero e quindi di dolcezza).
Il ricatto
Se sono arrabbiato con mamma, proprio perché il cibo rappresenta il rapporto con lei, lo uso come strumento di ricatto: rifiuto gli alimenti sani proposti e prediligo uno stile alimentare malsano e sregolato.
Il rifiuto di mangiare
Se rifiuto il rapporto con mamma perché non mi piace com’è, può anche “chiudersi lo stomaco” e mi rifiuto di mangiare.
La valvola di sfogo
In generale il cibo diventa la valvola di sfogo esterna a nodi emotivi e tensioni interne accumulati e non risolti. Per esempio quando dobbiamo a tutti i costi mordicchiare qualcosa per scaricare la tensione, quando sentiamo un desiderio irrefrenabile di buttare giù qualcosa perché ci sentiamo soli o annoiati. Anche per i bambini è la stessa cosa.
Essere consapevole che i tuoi figli assorbono come spugne i tuoi comportamenti e le tue abitudini, se da un lato può scoraggiare, dall’altro, in verità, dona una grande libertà, la libertà di essere responsabili direttamente del benessere dei nostri figli e di poter sciogliere piccoli e grandi nodi con la messa in discussione e il lavoro su di sé.
5 indicazioni per migliorare il rapporto con il cibo di bambini e ragazzi
Riporto di seguito 5 semplici indicazioni che ti aiuteranno nel guidare e accompagnare tuo figlio ad avere un sano rapporto con il cibo.
1. Scegli a priori tu stesso una alimentazione sana, viva e vitale, così che tuo figlio, imitandoti, possa fare altrettanto.
2. Coinvolgi tuo figlio spesso nella preparazione dei cibi insieme a te: poter toccare, vedere, annusare, amplificando le percezioni di tutti i sensi, agevola il buon rapporto con ciò che si mette in bocca.
3. Fai diventare il momento del pasto un momento sacro: crea un rituale (stesso orario, stessi posti a sedere, un piccolo ringraziamento, per esempio), rendilo un momento di condivisione intima familiare (evitando la televisione accesa, per cui lei tiene banco e tutti si scordano di tutti e soprattutto di quello che stanno mettendo in bocca).
4. Anche l’occhio vuole la sua parte: la cura nella presentazione del piatto attira non solo gli adulti ma anche i bambini.
5. Prediligi i prodotti fatti in casa, freschi e genuini: una alimentazione a base di inscatolati, prodotti confezionati, aromi artificiali e conservanti che gusto vero dà alla vita? Che immagine della natura permettiamo al bambino di portarsi dentro e di crearsi?
Tale è l’importanza dell’alimentazione che qualcuno osava anche dire che “siamo ciò che mangiamo”.
Proprio per questo abbiamo dedicato al tema un intero capitolo all’interno del nuovo testo “Smettila di reprimere tuo figlio”, in uscita dal 7 ottobre e già in vetta alle classifiche di Macrolibrarsi e Il giardino dei libri.
All’interno troverai numerosi ulteriori suggerimenti pratici su come migliorare il rapporto con il cibo, come migliorare le scelte alimentari all’insegna del benessere e della salute e un intero capitolo di indicazioni per costruire un rapporto di qualità e sereno con i tuoi figli.