Gregg Braden e la teroria del disegno intelligente
Alessandro Silva - 01/01/2016
C’è una singola domanda che sta alla base di tutte le altre e dietro alle scelte di ogni essere umano, che è presente in ogni sfida che egli può incontrare nonché fondamento di ogni decisione che dovrà mai prendere. Una domanda che, nell'arco dei circa 200.000 anni di permanenza dell’essere umano sulla Terra, un numero infinito di persone si è posta: Chi siamo? È questa una delle area di scoperta affrontata da Gregg Braden nel suo libro La Verità Nascosta. Gregg Braden, scienziato e studioso poliedrico, qui si avventura oltre i confini di scienza e spiritualità, scardinando i consolidati paradigmi del nostro vivere contemporaneo per offrire soluzioni colme di nuovi significati.
Un nuovo modo di pensare
Sebbene la domanda sia apparentemente semplice, il modo in cui le si risponde plasma non solo il concetto di essere umano nel mondo ma anche le scelte che questo compie. La risposta su chi siamo rappresenta dunque la base su cui poggia la civiltà stessa e influenza le modalità di condivisione delle risorse (cibo, acqua, medicine e altri bisogni umani); il quando e il perchè si va in guerra; ciò su cui si fonda l'economia. Le credenze sul passato e le origine dell'uomo giustificano perfino il quando un essere umano sceglie di salvare una vita o se porvi fine.
Oggi, dopo tre secoli di ricorso al metodo scientifico, la risposta a tale domanda cruciale non è stata ancora elaborata. Proprio in quest'epoca, in cui l'uomo si trova a fronteggiare una delle maggiori crisi in tema di vita e sopravvivenza, con una rinnovata minaccia di guerra globale, l’utilizzo indiscriminato delle risorse e lo stress senza precedenti cui vengono sottoposti oceani, foreste, fiumi e laghi, tale verità diventa più che mai fondamentale. Per inteso, non è la Terra a essere in difficoltà. Lo sono le persone che vivono sulla Terra e questo a causa degli esperti che non sembrano concordare su soluzione uniche per i problemi elencati in precedenza.
Sviluppare un nuovo modo di pensare è ciò che dobbiamo fare oggi. Come già disse Albert Einstein: “Un nuovo modo di pensare è essenziale se l’umanità vuole sopravvivere e raggiungere livelli più alti”. Il boom di nuove scoperte scientifiche avvenuto in anni recenti ha lasciato ben pochi dubbi sul fatto che molti dei concetti convalidati riferiti alla vita, al mondo in cui viviamo e al corpo umano devono cambiare. Il motivo è semplice: quelle idee non sono corrette. Un nuovo modo di vedere il mondo, basato su un crescente corpus di prove scientifiche, sta completando i tasselli mancanti della conoscenza, cambiando il modo in cui l'essere umano si concepisce.
Quando inizia la vita umana?
Il nucleo del dibattito legale, politico e scientifico più infuocato della storia umana di oggi risiede nella domanda: Da dove proveniamo? La chiave sta nello svelare due misteri apparentemente eterni: 1) come ha avuto inizio la vita umana sulla Terra e 2) quando ha inizio la vita umana all’interno dell’utero materno. Prima di poter perfino pensare di esplorare questi due misteri, c’è un’altra domanda, ancor più fondamentale, a cui dobbiamo rispondere: in cosa consiste, dunque, la vita? Scienziati devoti a discipline diverse danno risposte diverse a questa domanda. Quindi, nemmeno gli esperti si sono messi d’accordo su una definizione universale della nostra stessa esistenza. Uno dei motivi per cui manca una chiara definizione della vita è che questo concetto implica in primo luogo un'intima comprensione di come la vita abbia avuto origine. Le questioni di cosa sia la vita e come sia iniziata sono talmente connesse da rendere difficile dare risposta alla prima senza curarsi della seconda. Quando inizia effettivamente la vita umana? Anche se potremmo non arrivare mai a sapere esattamente da dove veniamo o come mai ci troviamo qui sulla Terra, sappiamo quali sono i diversi stadi della vita che si sviluppano nell'utero materno dopo la fecondazione. Per questo, esistono anche varie definizioni della vita riferite a ciascuno di essi. Storicamente la branca scientifica che si occupa di studiare la vita (la biologia) si affida a quattro criteri per definire la vita: il metabolismo, la crescita, la reazione agli stimoli e la riproduzione. Quando qualcosa esprime queste quattro caratteristiche, i biologi lo ritengono un essere vivente. Si ritiene che la vita in genere, e la vita umana in particolare, scaturisca da materiale biologico che è già allo stato vivente. Quando si parla di ciò che avviene nell’utero di nostra madre, è importante tenere a mente un fatto: la vita comincia con la vita. Lo spermatozoo e l’ovocita che si fondono sono vivi e fungono da conduttori viventi dell’essenza vivente dalla quale traiamo origine. La profonda verità è che l’inizio della vita umana è un processo, anzichè un evento. La vita comincia in quanto vita. Da questa comprensione di ciò che avviene nella vita intrauterina risulta evidente che, a ogni stadio di sviluppo, le nostre cellule sono “vive” secondo modalità diverse. Quando la cellula maschile e quella femminile si fondono, la prima cellula che viene a crearsi dalla loro unione risponde alla definizione biologica della vita in generale. Quindi siamo decisamente vivi fin dalla prima cellula della nostra esistenza. Ma la radice della controversia non riguarda tanto le cellule viventi, quanto il momento in cui assumiamo i caratteri che consideriamo umani.
Se si definisce la vita umana in termini di quella singola nuova cellula che viene a crearsi allo stadio del concepimento, allora per vita umana si intende quella che inizia entro le prime 24 ore di fecondazione della cellula germinale femminile da parte dello spermatozoo. Se riteniamo che la vita umana abbia inizio quando il DNA si attiva per darci i caratteri umani ereditati dai nostri genitori, allora la si fa partire dallo stadio di otto cellule, tra 2,9 e 3,9 giorni dopo la fecondazione. Se, come ritengono alcune culture indigene, la vita è definita dalla presenza di un battito cardiaco, allora il cuore umano diventa operativo e inizia a pompare sangue il 22a giorno dopo la fecondazione. Alcuni ritengono che la comparsa di onde cerebrali, che si verifica intorno alle 6 settimane, rappresenti un chiaro segno di vita umana, nonostante gli studi dimostrino che la coscienza si sviluppi molto più tardi, intorno alla 28a settimana. Ciò che possiamo affermare con certezza è che la vita stessa ha inizio ogni volta che spermatozoo e ovocita si uniscono, per creare la materia della quale è fatta la vita.
Darwin e l'evoluzione
Fin dal 1859 il dibattito scientifico sulle origini dell’uomo si è incentrato intorno alla teoria dell’evoluzione, formulata dal naturalista Charles Darwin. La teoria sostiene che tutta la vita è in relazione reciproca e che iniziò con un antenato comune. A partire da quell’antenato, le forme di vita si sono trasformate nel corso di lunghi periodi di tempo per diventare come le vediamo oggi.
Darwin condivise per la prima volta le sue idee col pubblico attraverso l’opera L’origine delle specie nella quale presenta la sua teoria dell’evoluzione elaborata partendo da osservazioni su fossili, flora e fauna selvaggia (specialmente le specie degli uccelli delle Isole Galapagos) nel corso del suo ormai famoso viaggio oceanico che ebbe inizio nel 1835.
In sintesi, la teoria di Darwin afferma che avvengono cambiamenti in una specie a seguito di mutazioni casuali o errori riproduttivi. I membri di una popolazione in possesso di cambiamenti che sostengono la vita hanno un vantaggio sugli altri. Col passare del tempo e col modificarsi delle condizioni, i nuovi tratti posseduti dagli individui sopravvissuti avranno il sopravvento e questi produrranno più prole, anch’essa dotata dei caratteri desiderabili (selezione naturale). Alla fine i membri della specie dotata dei nuovi cambiamenti mutano al punto da non potersi più riprodurre con i membri del gruppo originario e diventano una nuova specie. Tutte queste osservazioni di per sé hanno perfettamente senso e sono confermate dai registri fossili delle specie vissute in passato. Lo osserviamo in natura oggi. Ma l’evoluzione che vediamo intorno a noi si applica anche alla vita umana? Sebbene la teoria dell’evoluzione sia largamente accolta dalla odierna comunità scientifica, l’avvento di nuove tecnologie ha consentito scoperte in campi che vanno dalla biologia cellulare alla genetica che hanno condotto un numero crescente di scienziati a mettere in dubbio che la teoria di Darwin possa rappresentare una spiegazione completa del perchè la vita, e più in particolare la vita umana, sia quella che è.
Perchè Darwin non è più di moda...
I principali dubbi riguardo l’evoluzione derivano da due dei punti chiave della teoria: 1) la natura non fornisce a una specie più di quanto necessiti per la propria sopravvivenza e 2) le specie esistenti possono evolversi in specie completamente nuove nell’arco di lunghi periodi di tempo.
Anche se il primo assunto deriva dalle osservazioni di Darwin riguardo il cambiamento della grandezza del becco dei fringuelli delle Galapagos, che li mette in grado di schiacciare meglio le noci, o della colorazione delle falene per mimetizzarsi sulla corteccia e proteggersi dai predatori, esso cede se consideriamo l'aumento della capacità cerebrale degli esseri umani moderni. Lo stesso cervello che ci consente il pensiero astratto oltre che di creare i valori e le credenze che attualmente governano la civiltà più avanzata della storia del mondo, è dotato di capacità che eccedono di gran lunga ciò di cui i primi uomini avevano bisogno per sopravvivere giorno dopo giorno quando comparvero, 200.000 di anni fa. Secondo l’evoluzionismo, questo non dovrebbe accadere. Inoltre, i nostri cervelli non sono cambiati molto negli ultimi 200.000 anni, ma nemmeno i nostri corpi, se li paragoniamo ai resti fossili dei nostri antenati. Perchè? Se l’evoluzione si applica davvero anche a noi al pari di altre forme di vita, allora perchè siamo rimasti immutati durante questo lasso di tempo?
Il problema maggiore per quanto riguarda il secondo assunto, è la sua natura speculativa, nel senso che non esistono prove documentate della formazione di una nuova specie a partire da un’altra specie già esistente. Nel caso degli esseri umani, quella che consideriamo come capacità di adattamento è più adatta a descrivere ciò che è stato osservato e, forse, erroneamente scambiato per evoluzione. Le tribù indigene dell’Artico e della Siberia, per esempio, hanno sviluppato uno strato supplementare di pelle attorno agli occhi, il che fornisce loro protezione dal perpetuo scintillio del sole riflesso dalla superficie della neve e del ghiaccio. Sebbene si ritenga che tale caratteristica rappresenti una risposta diretta all’ambiente, si tratta solo di un cambiamento del loro aspetto. Lo stesso registro fossile dimostra che la grande maggioranza delle specie vissute sulla Terra è comparsa circa 540 milioni di anni fa in un lasso di tempo relativamente breve e non in seguito a un lento processo evolutivo in un lungo periodo. Cosa significa questo per noi?
Le nuove verità e il disegno intelligente
Lo stesso Darwin ne L’origine delle specie riconosce la mancanza di evidenze fossili che possano dimostrare la transizione di una specie verso un’altra: “[...] Il numero di varietà intermedie, che sono precedentemente esistite sulla terra, [deve] essere davvero enorme. Allora perchè ogni formazione geologica e ogni strato non sono pieni di questi legami intermedi? [...] questa, forse, rappresenta l’obiezione più ovvia e seria che si può muovere alla mia teoria”.
Questi ed altri fattori problematici hanno indotto un numero crescente di scienziati ad avvicinarsi alla questione delle origini della vita partendo da una fonte diversa. In altre parole, siamo qui per un disegno? Perfino agli occhi dello scienziato più scettico, un insieme crescente di prove indica che la forza di qualche genere di schema, un disegno di origine sconosciuta, sta alla base della nostra esistenza e implica la presenza di una intelligenza ancor più immensa.
Allo stesso modo in cui la teoria darwiniana è rappresentata da un termine che ne riassume il contenuto (evoluzione mediante la selezione naturale) così anche la spiegazione alternativa di un progetto cosmico riflesso nella vita ha un nome: la teoria del disegno intelligente. La teoria sostiene che determinate caratteristiche dell’universo e degli esseri viventi possono essere meglio spiegate dall'esistenza di una causa intelligente. Prima che il termine di disegno intelligente entrasse in voga nel 1989, si era affermata un’altra teoria alternativa a quella dell’evoluzione di Darwin, sotto forma di movimento: il creazionismo. Sebbene vi siano varie posizioni all’interno del creazionismo il tema generale di tutte si basa sullo stesso principio: uno o più esseri sovrannaturali (un dio o degli dei) hanno creato la vita, gli umani e il mondo naturale.
Sebbene il disegno intelligente sia spesso associato alla teoria della creazione, nella sua forma più pura non lo è. La teoria del disegno intelligente non tenta di individuare una intelligenza responsabile degli schemi presenti nella natura e nella vita. Non afferma nemmeno che una tale intelligenza esista. Sostiene semplicemente che la complessità della vita in generale, e della vita umana in particolare, non può rappresentare un evento accidentale della biologia scaturito da mutazioni casuali avvenute nell’arco di lunghi periodi temporali, ma che è basata su processi diretti e guidati.
Esiste una verità assoluta?
Ne L’origine delle specie perfino Darwin stesso ha osservato quanto sia improbabile che la selezione naturale sia stata l’unica responsabile del grado di specializzazione che osserviamo negli organi e nei tessuti. Uno degli argomenti più convincenti a sostegno della teoria del disegno intelligente è rappresentato proprio dal fatto che molti dei sistemi della vita mostrano quel che va sotto il nome di complessità irriducibile. In pratica significa che, se una qualunque parte del sistema cessa di funzionare, lo fa anche l’intero sistema.
Noi tutti sappiamo bene che quando ci tagliamo il nostro corpo sanguinerà per breve tempo poi, in corrispondenza della ferita, il nostro sangue coagulerà; quella della coagulazione è un perfetto esempio di complessità irriducibile. Venti diverse proteine devono essere presenti affinché il nostro sangue coaguli e, anche se una sola delle proteine è assente, il meccanismo di coagulazione non funzionerà. In termini evolutivi ciò significa che tutte e venti le proteine necessarie dovevano essersi già formate, e tutte nello stesso punto, prima che il sangue evolvesse le sue funzioni vitali per il corpo umano. Questo è un esempio di funzione vitale che non si sarebbe potuta verificare attraverso l’evoluzione. Ed è solo uno dei tanti esempi.
Sembra esserci qualcosa, riguardo al processo che si svolge all’interno della fabbrica dei prodigi con la quale può essere paragonata ogni cellula del nostro organismo, che va oltre una spiegazione data con la conoscenza convenzionale e il pensiero tradizionale. Si percepisce quanto sia improbabile che noi siamo il risultato di una creazione “accidentale”.
In natura, l’ordine spesso viene visto come segno di intelligenza. L’esistenza di schemi prevedibili e ripetibili, descrivibili per mezzo di formule universali, costituisce un esempio di come vada inteso questo termine.
Durante alcune schiette interviste rilasciate nei suoi ultimi anni di vita, Albert Einstein condivise la sua convinzione che esista un ordine soggiacente nell’universo e anche la sua sensazione della provenienza di tale ordine. In una delle sue conversazioni confidò quanto segue: “Vedo un modello ma la mia immaginazione non riesce a raffigurarsi l’artefice del modello […] noi tutti danziamo al suono di una melodia misteriosa intonata a distanza da un pifferaio invisibile”. Nella nostra ricerca
del significato della vita, la presenza stessa dell’ordine viene spesso vista come un segno che il “pifferaio invisibile” di Einstein esista.
Sebbene sia il disegno intelligente sia l’evoluzione ci offrano utili intuizioni sulla natura delle nostre origini, potremmo scoprire che la fusione di concetti chiave, desunti da entrambe le teorie, offre la migliore spiegazione dell’evidenza finora osservata. Una simile teoria ibrida della creazione tiene conto delle osservazioni evolutive affermando che il nostro mondo è antico e che certi processi avvengono effettivamente nell’arco di lunghi periodi di tempo. Inoltre, incorpora il concetto del disegno intelligente, secondo il quale una forza speciale, diversa da quella che oggi risulta conoscibile o riconoscibile dagli scienziati tradizionali, è responsabile in primo luogo di aver messo in moto le condizioni dalle quali ha avuto inizio la vita sulla Terra.
Qualsiasi cosa sia successa per dare inizio alla vita in generale, e alla vita umana in particolare, si è verificata molto tempo fa, e noi non eravamo lì ad assistere. Chiaramente la cosa migliore alla quale possiamo anelare è l’evidenza. L’evidenza che troviamo in entrambe le teorie, unita alla disponibilità ad accettare qualsiasi cosa scopriamo, alla fine, ci condurrà alla verità sulle nostre origini. Per ora una teoria combinata che incorpori elementi sia del disegno intelligente che dell’evoluzione sembra essere la nostra migliore spiegazione del mistero e del miracolo della vita. Nel riconoscere le evidenze scoperte fino a oggi, questa spiegazione ammette che la sensazione intuitiva, percepita dalla stragrande maggioranza degli abitanti di questo pianeta, di far parte di qualcosa di più grande è fondata e realistica.