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Cos’è il terreno miasmatico-costituzionale?

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- 01/01/2016

L’articolo precedente ha introdotto il concetto di “cura di terreno o di fondo”, qui continueremo il nostro viaggio approfondendo proprio il concetto di “terreno”.
Una mattina di febbraio, visitando un paziente con il mio Maestro, venne fuori questa domanda: “Qual è la causa prima del pero (albero da frutto)?”.
Pensateci anche voi: avete pensato al seme? Provate a gettare il seme sulla sabbia del deserto del Sahara e voglio vedere se nasce il pero!
La causa prima del pero non è il seme ma è il terreno! E la causa seconda? Il nutrimento.
Per far nascere qualunque cosa deve esserci il terreno adatto e il seme deve essere nutrito adeguatamente. Noi esseri umani abbiamo bisogno dell’utero materno per svilupparci dopo la fecondazione. Con questo ragionamento si può rispondere efficacemente alla domanda rompicapo: “è nato prima l’uovo o la gallina”?. Sicuramente la gallina! E per le malattie? Per le malattie vale lo stesso discorso.

Spesso si sente dire: “Quel signore non ha mai fumato e gli è venuto il cancro ai polmoni, quell’altro invece fuma come un turco e non ha neanche la tosse!”. Come mai?
Vi ricordate che la causa delle malattie sono i Miasmi, che sono tre (psora, sicosi e lue), quando queste tre forze patogenetiche si combinano e si intrecciano fra loro cosa abbiamo? Sì, un “terreno miasmatico”!

Come abbiamo visto nei precedenti articoli, i terreni miasmatici sono sostanzialmente cinque: il terreno psorico (1), il terreno sicotico (2-1), il terreno luesinico (3-1), il terreno tubercolinico (3-1-2) ed il terreno cancerinico (3-2-1).
Abbiamo già parlato dei primi 3 terreni parlando dei miasmi, visto che il discorso è sovrapponibile non mi dilungherò.
Ricordo solo che non esiste terreno senza la psora e non esiste malattia senza la psora, questa predisposizione insita nella natura umana ad ammalarsi (non a caso il numero 1 è sempre presente anche negli altri terreni miasmatici).
In questo periodo storico i terreni maggiormente rappresentati sono il terreno tubercolinico (3-1-2) ed il terreno cancerinico (3-2-1).

Il terreno tubercolinico nasce dall’intreccio del miasma luesinico che domina, del miasma psorico, meno forte del miasma luesinico ma più forte del miasma sicotico, il meno rappresentato.
Il terreno tubercolinico si manifesta attraverso le patologie ricorrenti, la sua caratteristica patognomonica infatti è proprio la ricorrenza delle manifestazioni patologiche acute.
Quindi le tonsilliti ricorrenti, le otiti ricorrenti, bronchiti, sinusiti, polmoniti; l’apparato respiratorio quindi è molto colpito, ma non solo, infatti anche le pancreatiti, le cistiti, l’artrite sono manifestazioni tubercoliniche acute; le manifestazioni croniche invece sono alcune malattie autoimmuni come il diabete giovanile, la psoriasi, la rettocolite ulcerosa.
Il terreno quindi non è la malattia ma ciò che la precede: per ammalarsi di una certa patologia quindi è indispensabile “possedere” un certo terreno (quindi un determinato intreccio miasmatico).
Il terreno tubercolinico poi è l’anticamera del terreno cancerinico, che avrete già capito essere il terreno predisponente di tutti i tumori (nonché delle più gravi patologie autoimmuni, come la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide) infatti, se noi “nutriamo” la parte sicotica del terreno tubercolinico (che è quella meno rappresentata) con comportamenti scorretti derivati tutti dagli eccessi, come mangiare troppi grassi, eccedere con superalcolici, fare uso di stupefacenti e, ahimè, dall’uso eccessivo di farmaci, facciamo “cambiare” il nostro terreno da tubercolinico a cancerinico.
Perché i farmaci “sicotizzano” (cioè nutrono il miasma sicotico)?
I farmaci nutrono il miasma sicotico perché sopprimono i sintomi della malattia (ricordate l’esempio della spia della batteria dell’auto?), che sono la manifestazione che ci indica lo squilibrio della Forza Vitale, così facendo il miasma può “crescere” indisturbato diventando sempre più forte, fino a che il miasma sicotico diventa più forte del miasma psorico, trasformando il terreno tubercolinico (3-1-2) in terreno cancerinico (3-2-1).
Qui però è doverosa una precisazione: l’Omeopata è un medico, quindi un laureato in medicina e chirurgia che ha lavorato nel praticantato in ospedale, non è un “santone”, è un professionista preparato che, se necessario, consiglia di assumere farmaci.
L’esempio emblematico è quello della persona diabetica, l’Omeopata non gli toglierà mai l’insulina, però grazie alla cura di terreno, sarà possibile ridurre la dose di insulina ed eventualmente le iniezioni giornaliere, migliorando la qualità di vita.
Per sicotizzazione da farmaci qui si intende assumere farmaci anche quando se ne potrebbe fare a meno, e dove assumere il rimedio sarebbe sicuramente meglio.
È necessario capire che anche la cura farmacologica, e non solo gli interventi chirurgici, è “invasiva”: perché?
Perché il farmaco, agendo a livello cellulare, non è per nulla selettivo e va a creare un dis-equilibrio, con l’unico scopo di sopprimere un sintomo, spesse volte creando a sua volta effetti collaterali magari peggiori del sintomo di partenza.
Gli antibiotici sono l’esempio emblematico di farmaci di cui si è fatto un enorme abuso.
Gli antibiotici ci hanno fatto vincere la Seconda Guerra Mondiale, perché le ferite da mina esitavano tutte in setticemie spaventose e nella morte del soldato, l’antibiotico “curava” la setticemia salvando la vita del soldato stesso; chi aveva gli antibiotici (gli alleati degli USA) aveva quindi un vantaggio sul nemico.
Dalle ferite da mina ad un semplice raffreddore mi pare però ci sia della differenza: per uccidere una mosca prendiamo l’acchiappamosche o usiamo il bazooka?
L’analogia di usare un farmaco in prima battuta anziché un rimedio omeopatico può essere spiegata come un padre che, vedendo il figlioletto combinare una marachella, gli dia subito un ceffone anziché parlargli e spiegargli con tono pacato che non doveva comportarsi così (piccolo inciso: la violenza non va mai usata, tanto meno verso i bambini che sono la gioia e la luce del mondo).
Stesso discorso vale per gli interventi chirurgici, quando sono necessari vanno sicuramente eseguiti e ringraziamo Dio che esistono i chirurghi, però è necessario sapere che gli interventi chirurgici di asportazione di parti di organo (es. asportazione di un nodulo tiroideo) sono sicotizzanti, mentre quelli di asportazione completa di organi (es. asportazione totale della tiroide, di tonsille e adenoidi, appendice, ecc.) sono luesinizzanti,quindi vale lo stesso discorso fatto per i farmaci.
Nel caso dell’intervento chirurgico però, soprattutto nel caso di asportazione totale di organi, togliendo un organo togliamo un sito di localizzazione di malattia. Cosa vuol dire? Vuol dire che se la malattia era localizzata nella tiroide (ricordo che è l’individuo che si ammala e non l’organo) se noi la togliamo, credendo peraltro che la persona sia “guarita”, non facciamo altro che dare da mangiare al miasma luesinico (ricordo il più distruttivo e pericoloso) il quale diventerà ancora più forte di prima.
La Forza Vitale cercherà di contrastarlo ma, non essendoci più la tiroide come zona esterna dove localizzare la patologia, dovrà cercare un altro organo che si “prenda carico” della patologia (per non minare ancora di più l’economia dell’intero organismo) che necessariamente sarà più interno (parleremo in un altro articolo della Legge di Guarigione Universale, e capiremo bene come agisce); ci ritroveremo quindi dopo un po’ di tempo con una persona affetta da diabete secondario chiedendoci da dove salta fuori: dal fatto che anni prima abbiamo asportato la tiroide (e non ci siamo ovviamente curati omeopaticamente).

Come è opportuno comportarsi allora nel caso delle malattie acute (le malattie acute sono un raffreddore, un’influenza, una colica renale o biliare, un dolore di qualunque tipo, ecc.)?
Rivolgersi all’Omeopata che indicherà il rimedio omeopatico più indicato per il caso specifico.
La cura omeopatica, anche nelle malattie acute, è la migliore cura che si possa fare, perché è “dolce, rapida e duratura” (non è assolutamente vero che l’Omeopatia è “lenta”, soprattutto perché porta alla guarigione, non solo all’attenuazione del sintomo!).
Quindi perché anche nei casi acuti è opportuno curarsi con l’Omeopatia?
Prima di tutto perché il rimedio, agendo a livello sub-atomico, per risonanza è super-selettivo, perché agisce sostenendo la Forza Vitale e nella “lotta” contro il miasma (ricordate sempre il simbolo del Tao e le due forze contrapposte Yin e Yang), e poi perché proprio grazie alla sua azione di “anti-miasmatico” il rimedio ci fa fare un “salto” di salute, nel senso che dopo aver “superato” la malattia siamo “più sani” di prima: la malattia viene “sfruttata ed usata” per farci avvicinare sempre di più alla condizione di equilibrio (e quindi di salute!) perfetta, ci rende insomma più “forti” (non a caso ci si ammala molto meno nel tempo, fino a che non ci si ammala proprio più).
 
Anche qui è doverosa una precisazione: se mi rompo una gamba sciando non chiamerò certo l’Omeopata ma andrò in ospedale a farmi ridurre l’eventuale frattura,l’Omeopata servirà in un tempo successivo, subito dopo il trauma per affrontarlo meglio e per ridurre il tempo di consolidazione della frattura grazie a rimedi specifici.
Non esiste niente di assoluto,tutto è relativo,l’Omeopata è Medico (ed è bene che lo sia!) proprio perché deve avere la competenza e la capacità di valutare cosa è meglio per l’individuo,valutando di volta in volta caso per caso.

Sia il terreno tubercolinico che il terreno cancerinico non sono delle “condanne senza appello”, sono dei segni indispensabili che consentono all’Omeopata di curare l’individuo in maniera adeguata, sia in forma preventiva che in corso di patologia organica in atto.
Molti casi di tumore conclamato trovano giovamento dalla cura omeopatica: non sempre si può garantire il buon esito, bisogna vedere quanto il miasma luesinico è forte e da quanto tempo è presente
la patologia, certo è che l’Omeopatia può fare molto. Meglio sarebbe però prevenire agendo sul terreno, in modo da “bonificarlo” e non “dar da mangiare” ai miasmi, evitando quindi tutti i comportamenti scorretti riguardanti “l’eccesso” (assumere farmaci e subire interventi chirurgici solo se necessario).
Non sono le “cause esterne” come il fumo o l’inquinamento ad essere la causa prima dello sviluppo dei tumori, però in soggetti predisposti (che hanno il terreno cancerinico), possono portare in disequilibrio una situazione di partenza già molto a rischio.
La vera prevenzione quindi va fatta sul terreno con una adeguata terapia omeopatica e sull’igiene di vita; quando il tumore è diagnosticato strumentalmente è già in fase avanzata, l’alterazione energetica che ne ha provocato l’insorgenza è avvenuta anche venti anni prima….quindi questa non è diagnosi precoce…ma ritardata di venti anni!

L’Omeopata è l’unico Medico in grado di diagnosticare un tumore prima che sia manifesto perché conosce bene i terreni miasmatici e le costituzioni, insegnamenti che nel tempo si sono persi nelle facoltà di medicina (per questo i medici allopati non le conoscono).
Un soggetto affetto da leucemia non è leucemico da quando lo dice l’esame dell’aspirato midollare, ma è leucemico praticamente dalla nascita per via del terreno ereditato: compito del medico è di riequilibrare l’alterazione energetica (la prima che si manifesta!), prima che questa si sviluppi in patologia organica.
Quindi, curando adeguatamente i casi acuti, facendo una cura di terreno preventiva e seguendo i consigli di igiene di vita del Medico Omeopata è possibile vivere una vita degna di essere vissuta, senza patologie organiche gravi, problemi psicologici o fastidiose paure: vi pare poco?


miasmatico-costituzionale

postato da brunella bura il 11/05/2019

Sono circa 30 anni che mi curo quasi esclusivamente con l'omeopatia ( 4 volte colpita da cancro alle mammelle, linfangite, ulcere duodenali etc..) e grazie a questo articolo ho allargato la mia conoscenza su tale metodo di cura. Il mio grande e meraviglioso medico mi ha spiegato un po' come funziona l'omeopatia e questo articolo ha allargato notevolmente il perchè funziona. Grazie

 

Grazie a lei!

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