Dove stiamo andando?
Margith Tessandri - 01/01/2016
Tecnicamente parlando si tratterebbe di una rivoluzione volta a sfruttare la conducibilità elettrica dei tessuti e delle ossa per realizzare una suggestiva alternativa alle tradizionali connessioni wireless nelle comunicazioni digitali a corto raggio. Più nel dettaglio, il brevetto disegna gli estremi di un sistema per connettere all'epitelio una sorgente elettrica modulabile in grado di codificare le trasmissioni. In pratica, grazie alla conducibilità della pelle, Microsoft intenderebbe creare una "Personal Area network" (PAN) a cui, attraverso degli elettrodi, ciascun utente potrebbe collegare un unico device che, senza fili, integra e comanda tutti i propri dispositivi personali (telefoni cellulari, palmari, orologi, lettori Mp3 e altro ancora). Si tratterebbe in sostanza di dar vita a una personalissima rete locale di comunicazione in cui, ad esempio, il braccio di una persona potrebbe essere utilizzato come una tastiera per inviare informazioni agli strumenti elettronici collegati non da microprocessori a infrarossi ma dalla stessa pelle in vesti di semiconduttore. Un'idea che nel corso degli anni, con modalità differenti, ha affascinato e interessato però anche altri attori importanti dell'hi-tech. Al 1996 risale il primo prototipo di PAN studiato dal Massachusetts Institute of Technology's Media Laboratory in collaborazione con Ibm. Presentato durante la fiera informatica Comdex, il sistema mostrava come si potessero traferire dettagli elettronici attraverso una stretta di mano. Nel 2000, invece, la giapponese NTT DoCoMo sulla falsa riga del brevetto Microsoft aveva studiato un sistema per trasformare il corpo umano in un medium broadband capace di trasferire dati ad alta velocità semplicemente attraverso il contatto. Da allora, sullo stesso filone, nel panorama dell'hi-tech sono comparse le tecnologie wearable (device che si indossano) e in maniera differente le connessioni bluetooth, ma nessuno aveva pensato realmente di trasformare il corpo umano in un trasmettitore vivente. Per vedere il primo prototipo che sfrutti il brevetto Microsoft occorrerà comunque attendere ancora un po'. Dalla casa di Redmond, infatti, nessuna indiscrezione è trapelata circa sperimentazioni o progetti concreti. -- -- Margith Tessadri margith@mac.com
Margith Tessandri