La riscoperta della coscienza animale e umana - seconda parte
Consapevolezza
Consapevolezza
Analizziamo i due tipi di coscienza secondo Damasio: nucleare o primaria e coscienza estesa o di ordine superiore. Quali sono le differenze?
Angelo Tartabini - 14/02/2019
La Coscienza secondo Damasio
Quindi, nel tempo, molti studiosi si sono espressi sulla coscienza, ma più concretamente, una voce autorevole in questo campo è stata quella, non di un filosofo, come era da aspettarsi, ma di un neuroscienziato: Antonio Damasio (1994-1999-2017). Egli fece subito una distinzione. Per lui non esiste una coscienza unitaria, ma principalmente due diversi tipi di coscienza: una coscienza nucleare o primaria (Core consciousness) e una coscienza estesa o di ordine superiore (Extended consciousness).
Quella nucleare è una coscienza momentanea di un evento sensoriale immediato, cioè di qualcosa che attiva hic et nunc uno dei nostri organi di senso. Essa viene ricondotta al funzionamento delle strutture corticali più antiche (di cui dispongono anche gli animali), cioè quelle del sistema limbico, della formazione reticolare, quelle che regolano l'omeostasi, il ciclo sonno/veglia, l'attenzione, le emozioni, come la gioia, la tristezza, la paura, la rabbia, la sorpresa.
Quest’ultime sono tutte risposte neurali emozionali fondamentali ai fini della conservazione degli individui, animali o umani che siano. Ci aiutano a prendere decisioni vitali immediate, inconsapevoli, prima di essere sopraffatti da un evento negativo e devastante.
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Il secondo tipo di coscienza (Extended consciousness), secondo Damasio, viene invece ricondotta principalmente alla memoria autobiografia, al ricordo delle nostre esperienze passate, soprattutto quelle più importanti e formative, al funzionamento dei lobi frontali e parietali, cioè a capacità mentali “superiori” (per esempio, il linguaggio che ci consente di articolare le nostre esperienze soggettive).
A dire il vero, il linguaggio articolato ha solo favorito lo sviluppo della coscienza, ma non è stato assolutamente indispensabile per farla emergere, nostante il numero dei neuroni corticali coinvolti nella coscienza dell’essere umano sia più di 20 miliardi, mentre, per esempio, quelli del cane, che ovviamente non parla, sono circa 400 milioni, cioè 50 volte meno.
Noi uomini nel sistema nervoso centrale abbiamo complessivamente 100 miliardi di neuroni: un numero enorme, ma ne sfruttiamo solo una sua piccola parte, appena 1/5. In sostanza, non dobbiamo mai fare dei confronti tra specie sul piano della qualità della coscienza (la qualità è la stessa). Vale a dire che, non è assolutamente vero che la coscienza umana sia una cosa e quella animale sia un’altra cosa.
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Negli animali la coscienza ha dei limiti solo sul piano della estensione ed ecco perché Damasio (1994-1999) ha parlato di Coscienza estesa nell’uomo. Damasio con questa distinzione (nucleare/estesa) chiarì quindi un punto su cui tuttora si fa molta confusione quando si parla di coscienza animale e quando soprattutto la si mette a confronto con quella umana. Questo paragone, non ha nessun senso, in quanto si sta parlando di specie che operano cognitivamente e evolutivamente su piani quantitativamente diversi.
A questo punto è facile pensare che, sul piano della coscienza, non ci si possa fermare solo a quella nucleare ed estesa. Infatti, Damasio aggiunge che la coscienza estesa genera quella morale, che non è un manuale di regole scritte o parlate (per esempio con il linguaggio articolato), ma un insieme di strategie comportamentali che servono a mantenere unito un gruppo d’individui, per esprimere solidarietà e rispetto per il prossimo.
Riferimenti bibliografici