La scienza incontra lo spirito
Vittorio Marchi - 01/01/2016
Tutto il programma del secondo convegno "la scienza incontra lo spirito" - sessualità e spiritualità
Lo scisma tra scienza e religione, scienza e scienza, religione e religione e l’ eterno conflitto tra spirito (sacro) e materia (profano) stanno alimentando oggi tutti i più nefasti fondamentalismi.
C’ è una “pista incisa” come in un floppy disk, presente nell’ essenza di ogni individuo. Si tratta di una linea della memoria, fuori del tempo e dello spazio, dove risiede la COSCIENZA DELL’ INFINITO. Ma i “fondamentalisti” di tutto il mondo, le loro guide ed i loro “maestri” la ignorano.
I microbiologi, La ricercano nel DNA, un acronimo che sta per “Divine Natural Awarness” e che significa la “Divina Consapevolezza Naturale”, potenzialmente presente in tutti, ma non la trovano.
Battaglioni di biologi, bioinformatici, biochimici ed altri che lavorano da oltre 20 anni al progetto “Genoma” ( specie all’ Università di Berkeley ed in altri prestigiosi istituti di ricerca ) non riescono ad individuarLa alla fine del loro lavoro. Perplessi e disarmati non escludono che ci deve essere “qualcosa oltre”, in questo linguaggio in cui “Dio creò la Vita”.
Gli astrofici dal canto loro ne inseguono anch’essi le tracce da oltre 20 anni cercando di individuarLa in un “Campo” che essi ritengono estremamente grande, ma inaccessibile.
E a distanza di 19 anni dall’ uso di Space Telescope, nel 2013 con il progetto “Destiny” (Dark Energy Space Telescope) della Nasa vogliono tornare a rispedire in orbita questo telescopio per capire cosa sia questa energia oscura, questa materia oscura, questo info-regno della materia organica e intelligente, così eternamente sfuggente.
I fisici invece la ricercano in un “Campo” estremamente piccolo, qual’ è quello delle particelle e dei quanti, nel cuore della materia visibile ed invisibile, ove però non riescono ancora a penetrare.
In molti incomincia a farsi strada il sospetto che i due poli dell’ ologramma “Micro-Macro” nascondano una indissolubile, risonante, sincronica totalità cosmica cosciente, seppure non ancora senziente, in cui l’ Intero è insito in ogni sua parte e viceversa.
E’ una via, così come è stata indicata dal grande fisico David Bohm della University of London e dal grande neurofisiologo Karl Pribram dell’ Università di Stanford, ma non è ancora una meta.
Per cui, in maniera adatta alle caratteristiche alla mentalità occidentale, il prof. Vittorio Marchi si è proposto di polarizzare l’ attenzione del lettore sul concetto di “interconnessione” come unico mezzo per rientrare con COSCIENZA nel reale progetto vitale dell’Universo, e da cui derivare una nuova Scienza dell’ Unicità Infinita del Cosmo, in grado di descrivere sia l’ Infinito che la Coscienza.
Ad una donna che nel Vangelo di Tommaso chiedeva a Gesù chi egli fosse, “Io sono Colui che proviene dall’ Indiviso”, così rispose il Maestro, anticipando di 20 secoli il formidabile concetto di non-località, in cui il particolare è insito nel Totale e viceversa, fiore all’ occhiello della fisica moderna.
Sono passati dunque 2000 anni da quel profondo messaggio, è il momento di riproporlo per riesumazione dalla tomba del tempo in cui giaceva sepolto, spaziando dalle scienze più avanzate (come la meccanica quantistica e le neuroscienze), alla filosofia, alla storia, alla religione, allo psichismo, all’ecologia, argomenti attraverso i quali l’ autore del presente testo ha dovuto passare per mostrare che, contrariamente alle mistificazioni che ci sono state imposte dai vari “monoteismi” culturali e religiosi di ogni epoca, non esiste il “Molteplice”, il Creatore ed il Creato, l’ Osservatore e l’ Osservato, ma esiste un solo, unico Dio per tutti, l’ Infinito, L’ UNO che non ha il DUE.
Da questa fonte di inesauribile energia vibrazionale universale, se accessibile, si può attingere di tutto, anche la possibilità di incomprensibili guarigioni, definite molto riduttivamente dal lessico religioso come “miracolose”.
Quando invece già negli anni 20 William McDougal suggerì e dimostrò che ogni guarigione è un’ “autoguarigione”, risultato di un potere soprattutto psichico, dovuto alla forte concentrazione di energie psichiche individuali o collettive.
Altri ricercatori attualmente ( Ved. il Dr Hamer) hanno ripreso il filo di questo discorso , ritenendo che un particolare stato della “coscienza” può fare molto di più che creare qualche piccolo mutamento di salute, prodotto da farmaci e da terapie più o meno intensive applicate al malato o al paziente dall’ “esterno”, seguendo i soli canoni della cosiddetta medicina ufficiale.
Esistono centinaia di migliaia di resoconti incredibili al riguardo, anche nella storia recente.
Esiste cioè una realtà da cui scaturisce la natura profonda di certe energie sottili, una sorta di strabiliante tesoro, in sostanza una biblioteca clinica dalla quale si può attingere tutto ciò che noi dobbiamo ancora imparare a tradurre su scala fisica e sul piano fisico.
In fondo, certo molto in fondo, il senso di questa diversa tipologia di ricerca, di questa recuperata metodica, che oltre 2000 anni fa ha fatto dire a Gesù: “ La tua fede ti ha salvato”, sta fondamentalmente tutta qui.
E’ evidente che quel messaggio esplicito meriterebbe molta più attenzione di quanta invece l’ ambiente clinico fino ad oggi sia mai stato disposto a concedere ad esso, relegandolo nel sottoscala del sacro, fuori del recinto profano della pratica funzionalità.
Purtroppo ciò si spiega con il fatto che i tempi non sono ancora maturi. Ci vuole evidentemente altra tolleranza.
C’ è ancora da attendere, ma il futuro ci dirà presto da che parte starà la ragione delle cose.
17 Febbraio 2007 - il presente articolo è uscito quale prefazione al libro nato dagli atti del primo convegno la scienza incontra lo spirito (28 ottobre 2006) - Melchisedek Editore
Crediti d'immagine: http://www.flying-dolphins.de/public_html/bernd/fraktale/fractale4.htm