Cavalcare le onde energetiche grazie al Transurfing
Vadim Zeland - 01/01/2016
Sembrava impossibile intervistare Vadim Zeland, eppure Scienza e Conoscenza è riuscita nell'impresa. Vadim è stato estremamente disponibile e nell’intervista esclusiva che appare sul numero 32 della rivista (aprile/giugno 2010, vedi pag. 59) ci ha mostrato un lato nuovo di sé e del Transurfing: abbiamo trovato nelle sue parole un'inclinazione alla ricerca interiore e all'etica personale che riempie di nuovo significato le tecniche descritte ne Lo spazio delle varianti.
Ma andiamo a leggere uno stralcio inedito dell’intervista!
Il Transurfing può essere applicato anche al livello globale? Può avere benefici effetti sulla vita del pianeta nella sua complessità e multiformità o rimane una tecnica sostanzialmente individualistica?
Il Transurfing è una tecnica prettamente individuale. Provate un po’ a convincere le persone a visualizzare tutte insieme qualcosa di positivo per il nostro pianeta. Non ci riuscirete. Anzi, di solito avviene esattamente il contrario. I mass media in questo senso giocano un ruolo decisivo. D’altro canto, però, non va poi tutto così male. Bisogna capire che in ogni epoca ci sono sempre state persone interessate ad attirare su di sé l’attenzione. Ora in più ci sono anche i mass media. Il loro compito è lo stesso: attirare attenzione. E come si può raggiungere questo scopo nel modo più efficace? Spaventando la gente, seminando panico e ansie, creando un pandemonio. Dalle storielle di paura che ci si raccontava da piccoli in colonia prima di dormire siamo passati alle storie globali dell’orrore.
Purtroppo quest’evoluzione non fa che favorire l’accumulo di aggressività e il potenziale reale di accadimento di catastrofi, considerando che la coscienza collettiva forma una realtà corrispondente. Comunque per il momento è ancora presto per aver paura. Anche se ci si spaventa a vicenda prima di andare a letto, il mattino ci si sveglia ancora allegri e spensierati. Al lato oscuro della Forza si contrappone ancora il suo lato chiaro. La legge dell’equilibrio, comunque sia, funziona.
L’uomo pensa non con il cervello ma per mezzo di un campo morfologico che lo circonda e che consiste in qualche miliardo di… lampadine che si accendono e si spengono, come nei computer antidiluviani.
Il campo morfologico lampeggia, brilla, si illumina di tanti colori:
proprio questo è il cosidetto processo mentale
Nel libro affermi che i nostri sogni sono viaggi dell'anima nello spazio delle varianti. Essi ci fanno vedere ciò che sarebbe potuto accadere nel passato o che potrebbe accadere nel futuro. Il sogno quindi non è illusione ma una pura manifestazione della realtà?
Esiste l’antiquata opinione in base alla quale la nostra ragione genera i sogni. Di fatto non è cosi. La ragione vede i sogni come se fossero un film sul grande schermo. Lo spazio delle varianti è letteralmente un archivio di pellicole cinematografiche. Nella realtà, nel dato momento, viene proiettata una di queste pellicole. Nel sogno l’uomo può prendere dalle mensole le altre pellicole, quelle non realizzate, e guardarsele. Proprio questo è il sogno.
A volte i sogni si avverano. Questo succede quando nel sogno è stata fatta girare una pellicola che di lì a poco verrà messa nel proiettore della realtà. Ma ciò accade di rado: per questo motivo non vale la pena attribuire ai sogni un grande significato.
In generale però dovrò deludervi. L’uomo pensa non con il cervello ma per mezzo di un campo morfologico che lo circonda e che consiste, a dirla volgarmente, in qualche miliardo di lampadine. Queste lampadine si accendono e si spengono, come nei computer antidiluviani. Il campo morfologico lampeggia, brilla, si illumina di tanti colori: proprio questo è il cosidetto processo mentale.
Ovviamente anche il cervello partecipa all’attività mentale, ma solo parzialmente. Di fatto i pensieri non si trovano dentro al cervello, ma al suo esterno. Il pensiero è un processo di interrelazione tra le lampadine del campo morfologico e i settori dello spazio delle varianti. Quando la lampada si accende, si instaura un legame tra il vostro cervello e l’informazione con cui vi siete collegati in un dato momento.
Anche la memoria non ha nessun rapporto con i neuroni del cervello. Di nuovo, in parole semplici, quando una lampadina si accende nel campo morfologico si stabilisce un legame con un determinato settore dello spazio delle varianti, contenente l’informazione che, come sembra a voi, ricordate. Se questo collegamento per qualche motivo non può essere stabilito allora non riuscirete a ricordare nulla. Analogamente succede con i sogni: i sogni non nascono nella testa ma lì vengono proiettati, come su uno schermo, dallo spazio delle varianti.