Impara a vivere senza paura
Consapevolezza

Consapevolezza

Impara a superare le tempeste della vita con la saggezza
Redazione - Scienza e Conoscenza - 25/02/2022
Tratto dal libro Paura - Macro Edizioni
È possibile Vivere Senza paura?
La maggior parte di noi vive una vita piena di momenti meravigliosi e di momenti difficili.
Molte persone tuttavia, anche quando sono al culmine della felicità, sentono la paura celarsi dietro la gioia. Temiamo che quel momento finirà, che non otterremo ciò di cui abbiamo bisogno, che perderemo le cose che abbiamo o che non saremo al sicuro.
Spesso la nostra paura più grande è la consapevolezza che un giorno i nostri corpi cesseranno di funzionare. Così, anche se siamo circondati da tutte le condizioni che portano alla felicità, la nostra gioia non è completa.
Pensiamo che, per essere più felici, dovremmo reprimere o ignorare le nostre paure. Quando pensiamo alle cose che ci spaventano non ci sentiamo a nostro agio, così allontaniamo i nostri timori negandoli: «Oh no, non voglio pensarci».
Cerchiamo d’ignorare la paura, che tuttavia continua a restare presente. Il solo modo per liberarsi dalla paura ed essere davvero felici è riconoscerla e cercarne le radici profonde.
Invece di tentare di rifuggirla, possiamo invitarla ad affiorare alla coscienza e osservarla con uno sguardo limpido e profondo.
Abbiamo paura di cose che sono al di fuori di noi e che non possiamo controllare. Ci preoccupiamo di ammalarci, d’invecchiare e di perdere le cose cui teniamo di più. Cerchiamo di aggrapparci con tutte le nostre forze a ciò che ci è caro: la nostra posizione, i beni che possediamo, le persone amate.
Tenerci stretti tutto questo non allevia la nostra paura. Un giorno finiremo per dover lasciare tutto. Non potremo portarci dietro le cose a cui teniamo.
Potremmo credere che, se ignoriamo le nostre paure, esse ci abbandoneranno. Se seppelliamo le ansie e le preoccupazioni nel profondo della nostra coscienza, esse continueranno ad assillarci e ad arrecarci sofferenza. Abbiamo una gran paura di essere impotenti, eppure abbiamo il potere di guardare in profondità le nostre paure, per non esserne più in balìa. Possiamo trasformare la paura.
La pratica di vivere pienamente nel momento presente – ciò che definiamo consapevolezza o presenza mentale – ci può infondere il coraggio di affrontare i nostri timori senza più esserne totalmente oppressi e dominati. Essere consapevole significa rivolgere uno sguardo profondo alla nostra vera natura di interessere, toccarla e riconoscere che niente è mai perduto.
Un giorno, durante la guerra del Vietnam, ero seduto in un campo di aviazione deserto sugli altipiani vietnamiti. Aspettavo un aeroplano diretto a nord per studiare la situazione che si era creata in seguito a un’inondazione e portare aiuti alla popolazione colpita.
L’emergenza era grande, così dovetti imbarcarmi su un aereo militare che normalmente veniva usato per trasportare generi come coperte e vestiario. Ero seduto da solo sul campo e aspettavo il primo aereo, quando mi venne incontro un ufficiale americano. Anche lui aspettava il suo aereo. Eravamo in guerra e sul campo c’eravamo solo noi due. Lo guardai e vidi che era giovane. Provai subito una grande compassione per lui. Perché doveva capitare proprio lì a uccidere o a rischiare di essere ucciso? Così, dando voce a quel sentimento, gli dissi: «Devi avere molta paura dei Viet Cong». I Viet Cong erano i guerriglieri comunisti vietnamiti. Purtroppo non fu una mossa abile, ciò che dissi nutrì il seme della paura che era in lui. Portò subito la mano alla pistola e mi domandò: «Sei un Viet Cong?».
Prima di sbarcare nel Vietnam infatti, agli ufficiali dell’esercito statunitense veniva insegnato che chiunque in Vietnam poteva essere un Viet Cong, e la paura albergava nel cuore di ogni soldato americano. Ogni bambino, ogni monaco poteva essere un guerrigliero.
I soldati erano stati istruiti a crederlo e vedevano nemici ovunque. Avevo cercato di esprimergli la mia compassione ma, appena aveva sentito la parola “Viet Cong”, il soldato era stato sopraffatto dalla paura e aveva cercato la sua pistola.
Sapevo che dovevo mantenere la massima calma. Inziai a praticare una respirazione molto lenta e profonda e poi dissi: «No, sto aspettando un aereo che mi porterà a Danang per studiare l’inondazione e vedere come posso essere d’aiuto».
Provavo una profonda simpatia per il soldato americano e questo sentimento traspariva dalla mia voce. Mentre parlavamo riuscii a dirgli che ero convinto che la guerra avesse mietuto un gran numero di vittime, non solo vietnamite, ma anche americane.
Anche il soldato si calmò e riuscimmo a parlare. Mi ero salvato perché avevo avuto la lucidità e la calma necessarie. Se avessi agito spinto dal mio terrore, l’altro mi avrebbe sparato, mosso, a sua volta, dalla sua paura. Dunque non pensate che i pericoli giungano solo dall’esterno. Essi vengono da dentro di noi. Se non riconosciamo le nostre paure e non le guardiamo a fondo, possiamo attirare su di noi pericoli e incidenti.
Noi tutti sperimentiamo la paura ma, se impariamo a guardarla in profondità, riusciremo a liberarci dalla sua morsa e a toccare la gioia. La paura ci fa restare attaccati al passato o ci fa preoccupare per il futuro.
Se riusciamo a riconoscerla possiamo renderci conto che in questo preciso momento stiamo bene. Adesso, oggi, siamo ancora vivi e il nostro corpo funziona perfettamente. I nostri occhi possono vedere la bellezza del cielo. Le nostre orecchie possono ancora sentire le voci delle persone che amiamo.
La prima cosa da fare per osservare la nostra paura è farla affiorare alla coscienza senza giudizio: ci limiteremo a riconoscere con serenità che esiste.
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