La musica come antidoto ai veleni della mente e dell'ambiente: un racconto del concerto del Primo Maggio a Taranto
Consapevolezza
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Carmen Di Muro, nostra inviata al Concerto del Primo Maggio a Taranto, ci racconta l'evento e come la musica possa favorire il cambiamento e sensibilizzare attivamente i cittadini sui problemi ambientali, di cui la città Taranto si è fatta simbolo e portavoce
Carmen Di Muro - 04/05/2018
Il processo di umanizzazione che ciascuno di noi è chiamato ad onorare, davanti ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo, si gioca su due livelli: quello dell’intimità della propria coscienza e quello della relazione con gli altri. In questa prospettiva possiamo intravedere il nostro compito evolutivo come una partitura musicale da far risuonare considerando ogni uomo come un “albero di note” e l’umanità intera una “foresta di suoni” intonati alle più alte frequenze che seguono il ritmo della tolleranza, della libertà e della vita. Ma non basta avere delle note e neppure gli strumenti musicali perché sia possibile mettere a punto un concerto. C’è bisogno di una consapevolezza globale che miri ad accrescere il senso di unione profonda tra noi e il nostro ambiente, esprimendosi attraverso la denuncia di quel sistema di sussistenza che noi stessi abbiamo generato per sopravvivere, ma non per vivere. Un sistema che oggi si mantiene e si plasma nell’interazione reciproca tra inquinamento mentale, valoriale e salutare.
Ed è questo il caso di Taranto, come di moltissimi territori italiani, dove una visione non lungimirante del rapporto tra sviluppo industriale, sociale e sostenibilità ambientale ha portato col tempo gravi danni sulla salute e lo stile di vita della popolazione. Il problema della diossina e dei policlorobifenili (catalogati tra i composti più tossici e cancerogeni), a cui il grande gigante siderurgico (Ilva) espone la popolazione dagli inizi degli anni ’60 ha condotto questo territorio a livelli altissimi di inquinamento dove i dati scientifici mettono sempre più in risalto la stretta correlazione tra il proliferare di patologie tumorali e la presenza di emissioni inquinanti.
Tra il 2006 e il 2012 sono stati registrati in provincia di Taranto 21.313 nuovi casi di tumore maligno, con una incidenza annuale media di 3.044 tra uomini e donne, che colpiscono oltre alla popolazione adulta le anime di bambini che si preparano alla vita, strappandoli dalle braccia delle madri ancor prima di nascere. Dati epidemiologici sconfortanti raccolti dall'Associazione Registri Tumori (Airtum), da cui si evince che esiste una linea molto sottile tra diritto al lavoro e diritto alla salute. Ma oltre i fumi che inquinano il corpo, ci sono fumi molto più tossici che aleggiano nel cuore e intorpidiscono l'anima della popolazione. Rabbia, delusione, sfiducia e paura, il timore di non farcela o di potersi ammalare divengono i veleni più potenti che insieme ai patogeni esterni colpiscono il sistema psiche-soma fiaccandolo completamente.
Approfondisci il tema dell'inquinamento ambientale
La denuncia serrata nei confronti di chi detiene il potere non basta a cambiare le cose, creando un solco di malessere ancora più grande da cui è difficile riemergere. Infatti, non di rado, si accusa l'esterno circa ciò che va ricercato, riscoperto e cambiato dall’interno dove affonda la sacralità della vita, che spinge a modificare il mondo intorno a noi con piccoli grandi strumenti alla portata quotidiana. Uno di questi è la musica, una vera e propria forza propulsiva capace di far risuonare l’energia del cambiamento coscienziale, e di scardinare gli argini individuali, le credenze malsane che bloccano la mente in cicli di pensiero negativi e senza via d’uscita. Ed è questo il mezzo funzionale che ha permesso la nascita di uno degli eventi più catalizzanti a livello nazionale per rivendicare il diritto alla salute e al lavoro: il concertone del 1 maggio tenutosi a Taranto nella sua V edizione. Organizzato dal comitato dei Liberi e Pensanti, questa manifestazione si è fatta voce narrante dell’eco di protesta dei territori che subiscono gli effetti dell’inquinamento della grande industria e di progetti altamente impattanti. I temi della riconversione, della bonifica ambientale ed intellettuale, del dovere di tutelare i diritti di chi è ancora costretto a scegliere di morire di fame o morire di tumore sono stati portati sul grande palco che ha visto la partecipazione di numerosi artisti quali Piotta, Noemi, Irene Grandi, Emma Marrone, Vinicio Capossela, Brunori Sas e Levante che insieme ad oltre 40mila persone hanno inneggiato in un “unico grande corpo” alla vita ed alla promozione di un cambiamento coeso partendo dal basso che possa portare i suoi effetti in alto, verso la riprogrammazione di un futuro migliore per tutti.
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La musica è stata cassa di risonanza armonica per promuovere questo processo, un’arte capace di sortire miracoli, unendo in un unico palpito di esistenza i cuori di ognuno attraverso la generazione di emozioni positive capaci di sensibilizzare ed evocare scenari di rinnovamento. Ed oggi che la capacità della musica di modificare i nostri stati mentali ed affettivi è largamente argomentato scientificamente, possiamo cogliere quanto il potere di questa energia sia fondamentale per sortire effetti di guarigione su piccola e larga scala, fino a riunire in flusso coeso e coerente le menti individuali in un’ organizzazione collettiva di senso che agisce sulle credenze rispetto agli altri, al mondo e soprattutto nella consapevolezza che la salute è qualcosa che riguarda la vita di tutti, non del singolo. Solo nell’apertura, nell’unione e nello sforzo congiunto tutto può cambiare. Solo scardinando le nostre barriere interne e aprendoci alla condivisione, oltre lo status sociale e il colore della pelle, possiamo portare effetti produttivi all’esterno, e solo nella scelta di suonare ognuno il proprio strumento musicale per dar luogo ad un'unica grande melodia tutto potrà realmente mutare.