Un metodo alternativo per la ricerca di pianeti terrestri
Corrado Ruscica - 01/01/2016
I cacciatori di pianeti extrasolari dispongono di un nuovo strumento che non richiede grossi telescopi o satelliti in orbita. Un gruppo di astronomi ha infatti sviluppato una tecnica che utilizza un telescopio ad infrarossi di piccole dimensioni per identificare molecole organiche nell'atmosfera di un esopianeta delle dimensioni di Giove e che si trova a circa 63 anni-luce. Questo metodo permetterà, in futuro, di studiare le atmosfere dei pianeti al di fuori del Sistema Solare accelerando perciò la ricerca di pianeti simili alla Terra che possiedono molecole associate con la presenza di vita extraterrestre.
Qualche anno fa, nell'agosto del 2007, Mark Swain del JPL e il suo gruppo di ricerca puntarono l'Infrared Telescope Facility (ITF), un telescopio di 3m della NASA situato a Mauna Kea, nelle Hawaii, verso il pianeta gioviano HD 189733b nella direzione della costellazione della Volpetta. Il pianeta ha un periodo di rivoluzione di 2,2 giorni attorno alla sua stella centrale molto più piccola del nostro Sole. Facendo uso dello spettrografo SpeX, i ricercatori hanno ricavato la composizione chimica dell'atmosfera di HD 189733b che contiene diossido di carbonio e metano, un risultato senza precedenti se si pensa che è stato ottenuto con un osservatorio situato a Terra e non nello spazio. "Questi risultati ci indicano che un osservatorio terrestre dotato della giusta strumentazione scientifica è in grado di fornirci dati importanti per lo studio degli esopianeti", dice John Rayner, "perciò il fatto di aver ottenuto uno spettro di un pianeta che si trova a 63 anni-luce è qualcosa di straordinario". Inoltre, durante le osservazioni, i ricercatori hanno trovato una forte emissione infrarossa associata al metano. Questo dato potrebbe indicare la presenza di qualche attività forse correlata alla radiazione ultravioletta proveniente dalla stella che riscalda gli strati superiori dell'atmosfera del pianeta.
Questa tecnica apre nuove prospettive soprattutto per la ricerca di molecole organiche simili a quelle che hanno preceduto l'evoluzione della vita sulla Terra. Lavorando in sinergia con i telescopi spaziali, quali Hubble e Spitzer, ed il futuro James Webb Space Telescope, il nuovo metodo aiuterà senza dubbio la ricerca di pianeti di tipo terrestre.
Fonte: http://astronomicamentis.blogosfere.it