RISPETTO DEL CONFLITTO
Leopoldo Mancaniello - 01/01/2016
Un tema ricorrente tra i terapeuti che pongono attenzione alla malattia ed alla guarigione come ad una unità evolutiva (conflitto e sua successiva lisi) è il timore che la soluzione del conflitto possa essere talmente forte da danneggiare il paziente stesso.
Propongo perciò una riflessione.
Il conflitto è il movimento che avviene nel nostro corpo per armonizzare l'individuo con ciò che accade nell'insieme del sistema (a vari livelli: cellulare, organico, familiare, ambientale, universale).
E' in pratica un movimento che “cerca” l'equilibrio tra l'individuo e l'ambiente.
Questa “ricerca” può essere evidenziata attraverso il metodo individuale della Nuova Medicina ed aiutata attraverso il metodo sistemico delle Costellazioni Familiari.
Costellare significa osservare nell'insieme ciò che sta accadendo non più nei limiti dell'individuo, ma “rilassati” nel sistema e aperti ad entrare in realtà sempre più estese.
Osservare sempre di più agendo sempre di meno permette al costellatore di “facilitare” al cliente la visione di ciò che accade e quindi connettere l'eventuale conflitto in essere con tutto il resto (cioè con gli altri innumerevoli conflitti attivi che accadono in sincronicità in altri distretti).
Quindi portare l'attenzione sull'unico conflitto evidente è un po' ridurre a modello sperimentale ciò che in realtà sta accadendo.
E' ciò che succede nei laboratori di fisica e chimica dove la realtà è addomesticata da regole pre-impostate dai ricercatori.
A questo punto ecco la domanda chiave:
il conflitto e la successiva risoluzione possono essere dannosi?
Dipende dallo spazio che si dà all'asservazione del conflitto.
Concentrarsi su di esso perdendo di vista ciò che sta accadendo “adesso” nell'individuo e nel sistema in cui è immerso amplifica la conflittolisi.
Allargare la visione a tutti gli altri conflitti e risoluzioni che in contemporanea stanno avvenendo e che, se lasciati fluire e rispettati, potranno agire in sinergia ed in equilibrio tra il sistema di realtà e gli individui che vi sono immersi, tutto ciò diluisce (attenua) la conflittolisi.
E' senz'altro utile rispettare i tempi e gli spazi che occorrono ad un assestamento (di una parte del sistema) di manifestarsi e poi scorrere via (tutto passa…).
Ed è inoltre utile per i terapeuti conoscere gli Ordini che Hellinger ha evidenziato e le Leggi che Hamer ha postulato.
Ambedue sono sistemi di conoscenze biologiche (cioè che riguardano la Vita).
E' altresì essenziale riconoscere che la “Vita” è eterna e che il sistema dualistico biologico attraverso cui la percepiamo è l'intervallo “Nascita-Morte”.
E' con questo intervallo che dobbiamo fare i conti: come essere umani, ognuno nella propria realtà sistemica; come individui, ognuno con i propri conflitti di assestamento nel sistema.
Per approfondire: http://www.scienzaeconoscenza.it/evento.php?id=901