SICCITA': rifiorirà il deserto
Arie Issar - 01/01/2016
[...] E’ un fatto noto che, sotto la superficie di tutti i Paesi del Medio Oriente confinanti con i deserti arabo-sahariani, si estende uno spesso strato di arenaria calcarea che contiene migliaia di miliardi di metri cubi d'acqua, spesso acqua dolce e potabile, in altri casi salmastra o salata. In alcune zone i depositi sono superficiali, in altre sono profondi e occorrerà perforare a lungo per raggiungere gli strati che contengono acqua. In altre zone ancora, l'acqua sgorga alla superficie e scorre dai pozzi artesiani e dalle sorgenti. Questa risorsa si è infiltrata nel terreno e si è accumulata nella roccia da decine a poche migliaia di anni fa, quando le alte latitudini del pianeta erano coperte da ghiacciai ed alle basse latitudini, nelle zone aride, le precipitazioni erano tanto abbondanti da far crescere una vegetazione analoga alla savana, in cui gli animali selvatici e gli uomini potevano vivere.
Per esempio, vi è, al limite nord-occidentale del deserto del Sinai, una ricca rete di sorgenti chiamata ayun Musa che sembra inesauribile: l'acqua che ne scorga riempie una vasta zona acquitrinosa coperta da fitti boschetti di canneti, alberi di tamarisco e palme da dattero. Appena l'acqua giunge in superficie, i suoi carbonati e i solfati precipitano e formano ammassi di calcare poroso che raggiungono diversi metri di altezza, indicando così che le sorgenti esistono da molte migliaia, se non decine di migliaia, di anni.
[Eppure ndt]...ci vollero degli anni allorché, improvvisamente, una ditta di fosfati che lavorava nel Negev, avendo bisogno di una maggior quantità di acqua, interpellò le autorità, cioè il TAHAL, per chiedere se fosse vero che vi era acqua sotto il deserto: ricevettero l'informazione che ve ne era poca e salmastra, ma che per i loro scopi poteva essere utile. Quelli trivellarono e trovarono molta acqua, un poco salata, la cui composizione isotopica era esattamente quella che avevamo indicato nel nostro articolo sul Journal of Hydrology. Persino l'altitudine della tavola d'acqua era quella che avevamo predetto. Mi dissero poi non ero in Israele in quei giorni—che la televisione ed i giornali avevano riportato la notizia dei ritrovamenti. E che cosa accadde? Che le persone che avevano negato l'evento dissero: "Certo, e stata una nostra idea fin dall'inizio, ma non l'abbiamo divulgata subito, abbiamo agito con prudenza” [...]
Ora tutti sono d'accordo con le mie affermazioni di allora. Quanto a me, fu quasi più importante capire l'evoluzione dello scetticismo delle autorità di fronte alle potenzialità che io presentavo. Queste esperienze mi hanno ancor più "appassionato ai problemi dell'educazione delle giovani generazioni, perchè voglio spiegare loro che lo sviluppo scientifico non avviene solo per mezzo delle ricerche e dei dati, ma anche grazie all'abolizione delle barriere mentali, dei muri, dei blocchi, e che è strettamente collegato con la storia dell'evoluzione della specie umana.
Queste esperienze mi hanno ancor più "appassionato ai problemi dell'educazione delle giovani generazioni, perchè voglio spiegare loro che lo sviluppo scientifico non avviene solo per mezzo delle ricerche e dei dati, ma anche grazie all'abolizione delle barriere mentali, dei muri, dei blocchi, e che e strettamente collegato con la storia dell'evoluzione della specie umana.
Come ha detto Einstein, capire che la gravita e l'elettromagnetismo sono campi non è un problema fisico ma psicologico. Queste riflessioni mi' hanno reso immune dalle critiche ispirate dal formalismo di coloro che, aggrappati ai loro preconcetti, si guardano bene dal controllarli con nuove prove e nuovi dati.
Oggi, il mio lavoro si concentra su tre aree. La prima riguarda la relazione tra i cambiamenti climatici e la storia - il passato visto dal futuro.
Ho studiato i cambiamenti climatici negli ultimi diecimila anni, quali effetti hanno avuto sulle risolse idriche e, quindi, sulla storia umana. Con queste conoscenze si può cercare di prevedere quello che accadrà nel futuro circa l'effetto serra. La seconda area riguarda la possibilità di mitigare l'impatto dell'effetto serra. Poiché gli studi hanno dimostrato che, nel passato, zone importanti ed estese, adesso desertiche, erano verdeggianti e coltivate, mi sono posto il quesito come sia possibile impiegare oggi le risorse idriche disponibili nei deserti per renderli nuovamente coltivabili e ricreare così la naturale difesa contro il biossido di carbonio nell atmosfera terrestre.
La terza area, su cui lavoro principalmente nei fine settimana, è quella di un modello filosofico che possa spiegare in modo scientifico l'evoluzione della vita e delle idee, dal caos primario all'intelligenza infinita. Il campo migliore nel quale indagare questi problemi è il deserto, che manifesta l'analogia più vicina per il nulla, mentre la sopravvivenza degli insediamenti umani in esso dipende dalla nostra saggezza.
Anche in Sud Africa mi trovai nella situazione di difendere, rispetto a una "vecchia guardia", il mio modello concettuale idrogeologico non convenzionale. In seguito, i testi da me indicati, si rivelarono corretti, ed ancora oggi nel bacino acquifero dell'Altopiano di Arenaria sono in funzione molti pozzi profondi.
Un episodio simile accadde per quanto riguarda le acque profonde che scorrono lungo i canali che attraversano il plateau semi arido del Karroo.
Il miglior modo di capire l'essenza del problema sarebbe visitare la stazione sperimentale di Ashalim, a pochi chilometri dal mio Istituto per Ricerche sul Deserto nel centro del Negev. Potremmo vedere un sofisticato laghetto per i pesci, coperto e completamente automatizzato, alimentato dalle acque di un bacino profondo: i pesci, abituati ad acque salmastre, vengono dall'Australia. Parte dell'acqua che fuoriesce dallo stagno, fertilizzata dai pesci stessi, finisce in serre moderne dove vengono coltivati su graticci pomodori tipo pachino ed altri ortaggi che tollerano l'acqua salmastra. Un'altra parte dell'acqua del laghetto va ad irrigare olivi, ed anche questi tollerano bene l'acqua; oltre al buon olio di oliva, gli alberi sono un serbatoio di biossido di carbonio...
Questo esempio ci serve per dire che dovremmo guardare ai vasti deserti che circondano le terre abitate del pianeta come a una incredibile sfida al genio e alla creatività umani, perché sotto molti deserti giacciono immensi bacini di acqua pulita e lievemente salata, ma bisogna anche sottolineare che tali risorse non sono rinnovabili e per questo dovranno essere impiegate secondo i più sofisticati ed economici metodi, affinché durino a lungo.
Infatti, quando, tra alcune centinaia di anni, saranno esauriti, allora sarà il turno di bacini più salati e più profondi; ma a quel punto avanzati metodi di destalinizzazione renderanno economico l'utilizzazione di tali risorse. Inoltre, nel futuro celle solari sostituiranno le risorse fossili, e sembra che anche le celle a idrogeno avranno un ruolo importante nel rifornimento energetico e, come si sa, il prodotto di queste celle, oltre all'energia, è l'acqua, l'essenza della vita. Possiamo così scrivere una moderna versione delle profezie di Isaia, che dice: "... e tutte le nazioni forgeranno le loro spade in vomeri e le lance in cesoie per potare. Nessuna nazione alzerà più la spada contro un'altra e mai più impareranno a fare la guerra" (Isaia 2:4). In termini moderni, potremo dire che tutte le nazioni smantelleranno le testate nucleari e smetteranno di produrre armi, investiranno invece nell'educazione scientifica dei popoli, nella ricerca e nello sviluppo a favore delle zone aride del pianeta, dove saranno lanciati progetti per la realizzazione di nuovi insediamenti, finanziati a livello internazionale. I fondi, destinati oggi agli armamenti, saranno impiegati per la costruzione di centrali solari finalizzati alla produzione di energia e idrogeno dall'acqua che, estratta dai bacini profondi, andrà in parte per irrigare sofisticate serre, in parte verso stagni per l'allevamento di pesci ed in parte per gli usi domestici dei residenti. Le acque di scolo provenienti dalle abitazioni, dagli animali dell'allevamento e dai laghi saranno trattate e utilizzate come fertilizzanti per i boschi intorno agli insediamenti.
E’ fantasia o profezia? Quando presentai questo sogno ad un gruppo di anziani che mi venne a trovare a Sede Boker nel deserto, alcuni dei quali erano stati consiglieri di Ben Gurion quando era stato primo ministro, uno di loro citò appunto Ben Gurion: "Non vi e differenza tra fantasia e visione, solo che quest'ultima è basata su fatti reali".
Fonte: Arie Issar - Rifiorià il deserto – Di Renzo Editore
Arie Issar, idrogeologo, ha lavorato dal 1975 al 1998 (hanno del suo pensionamento) presso il Centro per le Risorse Idriche a Boker, nel deserto del Negev.