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VIAGGIO a CHARTRES


Roberto Zamperini - 01/01/2016

La decisione è stata presa in un ristorantino giapponese nei pressi del Teatro dell'Opéra. Da quando i cinesi hanno trasformato i loro ristoranti, non più di moda, in ristoranti giapponesi, (che, di giapponese, manco a dirlo, non hanno assolutamente nulla) i giapponesi, quelli veri, hanno acquistato decine di locali nei pressi del grande teatro parigino. Di fronte ad una zuppa pantagruelica, dibattiamo cosa fare nel pomeriggio e il giorno dopo. Varie ipotesi. Parigi è lì, e di cose da vedere ce ne sono sempre tante, anche per chi, come noi, c'è stato tante e tante volte. Marie Christine avanza una proposta: perché non Chartres e la sua cattedrale? Chartres è distante da Parigi? No, non tanto, meno di 100 chilometri. Io, che Chartres l'ho visitata almeno venti anni fa, sono tentato. Sonia ne è entusiasta. Allora, d'accordo, vada per Chartres.

Alain e Marie Christine estraggono dalla loro memoria qualche informazione sulla grande cattedrale e anch'io, che ricordo di aver letto qualcosa ultimamente, tento di dare il mio contributo per completare il quadro. Cos'è dunque questo luogo celebrato da ogni francese? E' certo che la cattedrale di Chartres è una delle mecche dei cultori del mistero, dei simboli e della magia, dei riti e dei miti; uno dei luoghi più visitati dai radiestesisti di tutto il mondo. Chartres: un nome mitico che, da solo, è già strano, bizarre, come direbbero i francesi, insomma: intrigante. Si dice che la sua cattedrale sia la summa della saggezza, dell'esoterismo, delle conoscenze occulte e dimenticate, una scienza che si suppone provenga dai templari e forse anche da prima di loro, direttamente dai Maestri costruttori del Tempio di re Salomone. Legami misteriosi con Israele, con Gesù, con l'Egitto delle piramidi e perfino (io suppongo) con l'Italia del Sud e con Castel del Monte. Un'architettura sacra in parte visibile, in parte invisibile; un labirinto carico di mistero e d'energia...

"A chi è dedicato questo tempio?" chiede Sonia. Marie Christine le risponde: "A Nostra Signora di Chartres" (Cathedrale Notre Dame de Chartres). "Dunque alla Madonna?" Ma Alain insinua il mistero e il dubbio: "O a Maria Maddalena?..." Figura enigmatica e controversa, Maria la Magdalena, cioé una donna che era originaria della città di Magdala, parola che in ebraico significa torre, sarebbe nata l'anno 3 e sarebbe stata la figlia di un arciprete appartenente alla linea reale di Israele. Dunque una nobildonna. Gesù l'avrebbe liberata da sette demoni e da allora lei lo avrebbe seguito dovunque e sarebbe diventata una dei suoi discepoli, forse la più importante. Sicuramente è la donna più presente nel Nuovo Testamento ed è lei che scopre per prima che la pietra che chiudeva l'entrata del sepolcro di Gesù era stata spostata. Prima testimone della resurrezione di Gesù, non riconoscendolo, tenta di toccarLo, ma Lui le dice: "Noli me tangere", non mi toccare.

Chi era dunque Maria di Magdala? Una prostituta o una santa? Hanno fondamento le teorie sulle quali Dan Brown ha costruito la sua fortuna con il thriller Il Codice Da Vinci che sarebbe stata addirittura la moglie di Gesù dal quale avrebbe avuto uno o più figli o si tratta soltanto di pseudostoria? Non è facile rispondere. E' vero che in Francia, soprattutto nel sud, esiste un vero e proprio culto di Maria di Magdala. In Provenza, la Sainte Baume è un massiccio (Massif de la Sainte-Baume) nei pressi delle bocche del Rodano, all'interno del quale c'è una grotta (in provenzale, grotta si diceva baumo) dedicata appunto a Santa Maria Maddalena. Secondo la tradizione, lei, fuggita da Israele in battello, dopo la morte di Gesù, sarebbe dapprima sbarcata alle Saintes-Maries-de-la-Mer (le Sante Marie del Mare) e sarebbe in seguito vissuta in quella grotta, durante gli ultimi trent'anni della sua vita. Dunque, un luogo importante di pellegrinaggio, che pure vanta una storia ancor più leggendaria.

Secondo la tradizione, è sempre lì nella Sainte Baume che sarebbe stato sepolto nel 950 avanti Cristo il Maestro Giacomo (Maître Jacques), una figura leggendaria che avrebbe addirittura partecipato, per conto di Hiram di Tyr, alla costruzione del tempio di re Salomone. Sempre secondo la tradizione, Maître sarebbe un titolo onorifico dovuto agli iniziati tagliatori di pietra. I Maîtres sarebbero appartenuti a quella gente preceltica che ha ricoperto l'Europa di megaliti e di dolmen e che ha costruito i templi più antichi, in siti speciali per la loro grande energia, sui quali secoli più tardi sono state edificate le grandi cattedrali gotiche. Un popolo di guerrieri e principi, di sapienti e guaritori, di contadini ed artigiani. La loro Università era il "Cammino delle Stelle" e la lingua che parlavano era l'argot o art goth, la lingua delle oche o lingua degli uccelli. L'arte gotica non sarebbe dunque l'arte dei Goti, ma piuttosto l'architettura di questa gente leggendaria e le grandi cattedrali, come quella di Chartres, sarebbe stato il proseguimento, in tempi più recenti di un'arte, che si perde nella notte dei tempi...

La storia di Bérenger Saunière (1852-1917) povero prete del minuscolo paesino di campagna Rennes-le-Château, è stata scritta e riscritta più volte, soprattutto dopo il fortunato Codice Da Vinci. Si dice dunque che Saunière, inviato dalle autorità religiose in quel paesino, avrebbe trovato un qualche documento straordinario nella cripta della chiesa di Santa Maria Maddalena  (St. Marie Madeleine), un documento che lo avrebbe trasformato quasi immediatamente in un ricco personaggio, tanto da potersi permettere di edificare una piccola torre, la Tour Magdala. Cosa avrebbe trovato Saunière? Come interpretare la scritta che campeggia l'entrata della chiesa “Terribilis est locus iste” ovvero "Questo luogo è terribile"?

I druidi, i menhir,  la lingua degli uccelli e il Cammino delle Stelle, Notre-Dame, la torre di Saint-Jacques, Carnac e la Bretagna tutta, Montségur, Beaufort, le Mont Saint-Michel con il termine della linea di San Michele, la Valle delle Meraviglie, Rennes-le-Château, i castelli di Arginy e di Gisors, l'antica fortezza templare di Gréoux-les-Bains, che si dice carica d'energia... : insomma, la Francia segreta che non finisce mai di stupirci. Stavolta abbiamo deciso di ritornare a Chartres e alla sua Cattedrale e ne siamo elettrizzati.

Partiamo da Parigi nel primo pomeriggio. Siamo un gruppo costituito da Sonia, Marie Christine, Filippo, Alain e il sottoscritto. Marie Christine, che abita nei pressi di Chartres e ben conosce la zona, ci ha consigliato la strada che costeggia l'Eure, un piccolo fiume che bagna anche la cittadina. E' una strada un po' più lunga dell'altra, quella canonica, ma vale la pena di allungare di un quarto d'ora. Noi decidiamo di seguire le sue indicazioni e facciamo bene, perché il paesaggio della valle dell'Eure è dei più piacevoli: questa è la tipica bella provincia francese, con il classico rispetto per la natura. Le graziose case immerse nel verde ci accompagnano per un'ora e mezza o poco più. Ad un certo punto, Marie Christine ci avverte: “Guardate, laggiù: ecco la cattedrale!”. Come una nave nel deserto, la grande chiesa gotica sembra navigare in mezzo alla ricca campagna, illuminata dalle ultime luci del tramonto. Il Sole è calato e ci affrettiamo a superare gli ultimi chilometri che ci separano dalla cittadina.

Arriviamo a Chartres che è ormai buio. Per prima cosa lasciamo le valige in un bell'alberghetto, dove ci attende una prima piacevole sorpresa: solo pochi Euro a notte, in una bella stanza grande e pulita. Che differenza con Parigi! Il tempo di lasciare le valige e riusciamo immediatamente in direzione della cattedrale, per una prima visita notturna. Già, perché, nonostante siano a mala pena le sette di sera, è notte. Tira un vento di fine inverno, freddo e teso.  La cattedrale è posta nel punto più alto della cittadina e di lassù domina l'intera vallata. Una strada in leggera salita, lungo la quale non incontriamo anima viva, ci porta nei pressi della cattedrale.

Di colpo, girato un angolo, ci troviamo davanti al portale nord. L'impatto è inatteso e assolutamente straordinario. Davanti a noi sembra essersi aperto un immenso libro di pietra, come direbbe Fulcanelli, che ci accoglie silenzioso e maestoso. Per un attimo restiamo attoniti e senza parole. E' stato detto che una cattedrale è il libro senza limiti, senza frontiere, senza barriere scritto per colui che lo sappia leggere. E noi ci prepariamo a leggere questo fantastico libro scritto ottocento anni fa.

Di solito, le cattedrali sono orientate lungo l'asse est - ovest: la facciata è posta ad ovest, verso il sole che tramonta. Da lì entra il profano, da occidente e si dirige verso il cuore del santuario, verso l'abside, ad est, là dove sorge il Sole. Un riferimento a molte cose più o meno evidenti: ad est c'è la Palestina, culla del Cristianesimo. Non solo: tale disposizione è anche quella di un cammino iniziatico che porta dal tramonto, dalle tenebre, verso l'alba, verso la luce. Ma esistono ancora altri significati ...

Ogni cattedrale ha tre porte: una ad ovest, là dove c'è il grande portale, un'altra a sud, la terza a nord. Le ultime due simbolizzano l'estate e l'inverno. Sopra ciascuna porta c'è sempre un grande rosone o rosa (rota in latino, rosace in francese). Grazie alla loro disposizione la rosa a setten-trione non vede mai la luce del Sole, la rosa a sud vede il Sole caldo del mezzogiorno. La rosa della facciata, infine, illumina il santuario con i raggi del sole rosso del tramonto. Secondo Fulcanelli, tale disposizione non è casuale, ma ricorda da presso i colori dell'Opera, secondo un processo circolare che porta dalle tenebre (l'Opera al Nero), al Bianco e al Rosso. Ma attenzione! Rota era anche il nome del geroglifico alchemico del tempo necessario alla cottura della materia filosofale. La rosa rappresenta dunque sia l'azione del fuoco (il fuoco elementare, non esattamente quello fisico!), sia la sua durata. Nei secoli seguenti alla costruzione della cattedrale di Chartres, l'elemento igneo fu talmente tanto presente da diventare la cifra stessa di quella architettura: il gotico detto fiammeggiante. Ma la rosa mistica non ha ancora esaurito tutti i suoi segreti...

Ritorniamo al momento del nostro arrivo alla cattedrale di Chartres. Dopo un primo momento di stupore, ci spostiamo davanti al portale principale e lì il gruppetto si sfalda. Marie Christine, da brava radiestesista, estrae le sue bacchette e inizia a testare la ley line. Mi immagino che stia calcolando l'energia della ley secondo la scala Bovis, una scala alla quale i radiestesisti francesi sembrano molto affezionati. Sonia e Filippo, mescolando il palming a tecniche di kiniesiologia li vedo intenti a misurare con millimetrica precisione la larghezza della corrente energetica... Alain è scomparso nel buio, chissà dove...

Ley line. Ogni cattedrale, ogni santuario di qualche rilievo, si trova sempre su una corrente energetica potente o ley line. Energia? Che tipo di energia? Vexata quaestio! Diciamo, tanto per semplificare, un'energia che è più o meno la stessa del Prana degli indiani, del Chi dei cinesi, della Forza Vitale, dell'Orgone, eccetera. Un'energia che potremmo chiamare anche sottile o addirittura eterica, se così facendo non incorressimo nelle ire dei fisici mainstream che hanno decretato il prematuro pensionamento dell'etere! Comunque la si voglia chiamare, esiste una corrente di tale energia che investe sempre ogni edificio sacro dai tempi dei romani ... stavo per dire ad oggi, ma non è così: oggi le cose sono differenti, molto differenti! Ma questo è un altro discorso...

Questa corrente d'energia o ley line è naturale o artificiale? Oppure parzialmente naturale e parzialmente artificiale? Il fatto è che si tratta di energie di una tale potenza che spesso hanno una capacità di guarigione. Non sono rari i casi di persone guarite solo restando per qualche ora in queste ley di grande potenza. Il mio problema, che mi assilla da tempo, è il seguente: “Ammesso che si tratti di correnti artificiali, come facevano gli antichi a costruire delle linee così potenti e così durature?” Ecco il primo dei tanti misteri di Chartres...

Il rosone attrae la nostra attenzione: è talmente tanto grande e tanto bello, che per un po' ci dimentichiamo perfino della sua funzione. E già, perché le cattedrali gotiche (e non solo) erano vere e proprie macchine energetiche, dove tutto aveva una sua specifica funzione e nulla era lasciato al caso. Con la nostra immaginazione riportiamoci indietro nel tempo, quando le cattedrali erano il centro vitale di una comunità e come tali erano sempre piene di gente, alcune sane, altre malate, alcune oneste, altre meno... Tante persone con i loro corpi energetici  che “espiravano” le loro energie malate e congeste, che altre persone erano costrette ad “aspirare”. Una situazione drammatica! Ecco uno dei tanti problemi che gli oscuri ma geniali architetti delle cattedrali dovettero affrontare. E lo fecero al meglio! La soluzione che essi adottarono è la stessa che dovrebbe adottare ogni buon domoterapeuta moderno e si chiama: “circolazione energetica”.

Se guardiamo con attenzione ai rosoni e magari se ce ne costruiamo dei modellini in casa, vediamo che in sostanza sono degli efficienti collettori di energia! La loro forma tronco-conica aspira energia dall'esterno e la butta all'interno. Insomma: delle vere e proprie pompe di energia sottile!

Ma non è tutto: Guardando con attenzione al rosone, ci si accorge che è spesso composto di 12 parti o di dodici raggi. Perché? Una prima spiegazione è di tipo simbolico. Un dodecaedro è una figura composta da 12 lati. Ebbene, 12 è uguale a sei per due. Qual'è la figura a sei lati più famosa al mondo? Il sigillo di Salomone. mentre la stella a sei punte è chiamata Stella dei Maghi. Quindi nel rosone ci sarebbero delle vere “citazioni” del sigillo di Salomone e della Stella dei Maghi? Sì, forse. Ma c'è molto di più. Il rosone è, prima di tutto, una ruota e, come tale, da sempre simbolo del Cosmo e del Tempo. Sì, ma perché sempre 12 raggi? A che pro? Un po' di ricerca con le energie sottili, di Geometria Sacra sperimentale potrebbe aiutarci a diradare almeno in parte tanti misteri. L'angolo giro è composto da 360 gradi e i 12 raggi della ruota si trovano ciascuno a 30° l'uno dall'altro. Trenta gradi. Ebbene, così come molte altre realtà geometriche, la stella a dodici punte, il dodecaedro, la ruota a 12 raggi hanno una funzione molto precisa: attivano i chakra cardiaci anteriore e posteriore. Com'è noto, i chakra sono i centri energetici sottili che controllano e guidano il corpo d'energia e, da quello, sia il corpo fisico, sia i corpi psichici.

Il chakra cardiaco anteriore ha una funzione biologica: è il centroguida dell'apparato circolatorio (cuore, arterie, vene e capillari), ma ha anche una funzione psichica. E' il centro della carità, della capacità di esprimere amore. La funzione biologica del centro cardiaco posteriore è quella di attivare il timo e tutto il sistema immunitario. Insomma, grazie alla struttura geometrica del rosone, gli antichi architetti non solo portavano energia fresca dentro la loro chiesa, ma la qualificavano, le davano una qualità speciale, che la rendeva idonea ad attivare sia capacità psichiche particolari, sia biologiche!  

Prima della cattedrale esistente
Secondo la leggenda Chartres aveva ospitato una antica cattedrale che custodiva una tunica che era appartenuta alla Beata Vergine Maria, la Sancta Camisia. Grazie a questa straordinaria reliquia, Chartres è stata per secoli un importante centro di pellegrinaggio mariano. I fedeli provenivano da tutto il mondo per onorare la reliquia.

Con l'incendio del 10 giugno 1194 si teme che la Sancta Camisia sia andata perduta. Occorre considerare che la presenza della tunica per il popolo di Chartres significava grossi affari, grazie al grande afflusso dei pellegrini da tutto il mondo. I cittadini di Chartres erano dunque disperati per questa che era una perdita non solo religiosa ma anche economica.
 
Tre giorni dopo l'incendio i sacerdoti della cattedrale mostrano all'interno di uno scrigno la tunica ancora intatta: appena scoppiato l'incendio - questa è la loro storia - avevano messo al sicuro la tunica nascondendola sotto una botola. il Cardinale, afferma che la sopravvivenza della reliquia è un segno divino, che Chartres è una città dedicata a Maria e che dovrà essere costruita una nuova cattedrale ancora piu' grande di quella andata perduta.

La ricostruzione parte con donazioni provenienti sia da Chartres che da tutta la Francia. Miracolosamente, si trovano le pietre per la costruzione della nuova chiesa a sole 5 miglia di distanza. Nel 1220 iniziano i primi lavori guidati da un architetto anonimo. La pianta è a croce, con una navata lunga 128 metri. Il tetto è alto 35 metri, le due guglie, una a struttura piramidale e alta 105 metri, l'altra, una guglia fiammeggiante, è alta 113 metri.

Queste misure impongono agli ignoti costruttori non solo di inventare una nuova scienza delle costruzioni, ma anche di risolvere problemi tecnologici assolutamente straordinari per quei tempi. Come sollevare delle pietre all'altezza di 35 metri per la costruzione di un tetto? L'architetto ha una idea geniale. Utilizza, trasformandola, una macchina da guerra adibita all'assedio delle città medioevali, in una gru. Di fatto, non solo costruisce la prima cattedrale di Francia, ma inventa anche un nuovo strumento tecnologico, la gru.

Il 24 Ottobre del 1260 la Cattedrale fu finalmente dedicata alla Santa Vergine in presenza del Re Luigi IX. Le superbe vetrate della Cattedrale risalgono in gran parte all'inizio del XIII secolo. Dobbiamo la loro sopravvivenza agli abitanti di Chartres che, li hanno protetti durante la guerra religiosa del XVI secolo, durante la rivoluzione e li hanno letteralmente smontati durante la II Guerra Mondiale per evitare che i bombardamenti li facessero a pezzi. Su 186 vetrate ben 152 sono sopravvissute. E' famoso il blu detto appunto "blu Chartres" che inutilmente i moderni hanno tentato di imitare.

 

 



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