Farmacoresistenza: la resistenza agli antibiotici
Critica al sistema sanitario
Critica al sistema sanitario
Analizziamo il fenomeno della farmacoresistenza e della resistenza agli antibiotici. Perché è così pericolosa per la nostra salute?
Andrea Giulia Pollini - 30/07/2018
Gli antibiotici, scoperti nel 1929, sono stati a lungo considerati la cura miracolosa al servizio della medicina. Oggi sappiamo che i batteri sviluppano un’immunità verso gli antibiotici: si tratta del fenomeno noto come antibiotico-resistenza, fenomeno di cui parlano diffusamente Gabriele Graziani e Luciano Graziani nel loro libro “Antibiotici? No grazie”.
Nel 1950, poco dopo l’introduzione della penicillina negli ospedali, si riscontrarono dei ceppi di Staphylococcus aureus resistenti all’antimicrobico. I ceppi in questione vennero isolati e furono ritenuti responsabili di provocare malattie negli ospedali in cui era stata usata in abbondanza la penicillina. Nel 1960 venne introdotta la penicillina sintetica, ovvero la meticillina, che temporaneamente riuscì a combattere i ceppi batterici resistenti. Nel 1991 anche la meticillina, risultò essere impotente contro i batteri dello Staphylococcus aureus, si diffuse così la vancomicina che risultò efficace fino a pochi anni fa. Oggi gli antibiotici sono risolutivi in molte infezioni di origine batterica, dobbiamo però renderci conto che in un futuro non lontano anche questi batteri svilupperanno immunità ed entreremo così in un’era post-antibiotica.
Sono tanti i problemi che riscontriamo a causa della antibiotico-resistenza e della farmacoresistenza: il disagio che si crea nella famiglia del paziente, i ricoveri ospedalieri più lunghi e costosi, il rischio che la malattia si evolva con un aumento notevole di esiti mortali.
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La farmacoresistenza dei virus: il caso HIV
La farmacoresistenza non è una previsione per il futuro, bensì una situazione di fatto attuale, che comprende non solo i batteri, ma anche i virus e i funghi.
Prendiamo come esempio di un virus farmacoresistente il virus dell’AIDS. Ecco cosa scrivono i dottori Gabriele Graziani e Luciano Graziani nel loro libro “Antibiotici? No grazie”:
«Nell’AIDS-HIV, la resistenza compare nei confronti dei farmaci antiretrovirali. Nel 2013 erano in trattamento antiretrovirale 13 milioni di persone; di queste 11,7 milioni appartenevano a Paesi a basso tasso di sviluppo. La comparsa di resistenza nei confronti degli antiretrovirali può raggiungere livelli tali da compromettere tutti i programmi di investimento sanitario per l’eradicazione dell’HIV.»
Anche la classica influenza invernale o di mezza stagione è legata alla continua evoluzione dei ceppi virali influenzali. Dal 2012 tutti i virus influenzali di tipo A che colpiscono l’uomo hanno sviluppato una resistenza verso i farmaci tipicamente usati per prevenire l’influenza.
La farmacoresistenza dei funghi: rischi per gli immunodepressi
Infine, parliamo della farmacoresistenza dei funghi. Le principali vittime sono persone immuno-compromesse come: i leucemici, i soggetti sottoposti a trattamenti chirurgici del tratto gastrointestinale, i nati prematuri e gli anziani. L’aumento della resistenza è anche correlato al frequente uso di terapie invasive, alle cure antibiotiche di ampio spettro, all’utilizzo esagerato dei cortisonici.
Se parliamo di resistenza legata alle infezioni provocate da miceti intendiamo la persistenza o la progressione dell’infezione nonostante la somministrazione di farmaci adatti. È difficile prevedere come potrà concludersi una cura per micosi sistemica, come ad esempio una candida ricorrente, in questo caso la farmacoresistenza è solo uno dei tanti fattori che possono contribuire al fallimento della terapia. Un bravo medico deve tenere conto dello stato immunitario del paziente, del sito, della gravità dell’infezione, ma anche del dosaggio delle medicine e delle possibili interazioni con altri farmaci.