L'omeopatia non è acqua fresca
Curarsi con l'Omeopatia
Curarsi con l'Omeopatia
Il modo in cui viene preparato un rimedio omeopatico ci svela nuove e interessanti proprietà chimico-fisiche dell’acqua e il segreto della validità dell'omeopatia.
Redazione - Scienza e Conoscenza - 15/02/2021
Intervista al Prof. Vittorio Elia a cura di Marianna Gualazzi - Tratta da Scienza e Conoscenza n. 75
Le soluzioni estremamente diluite e succusse sono il procedimento alla base della preparazione di un rimedio omeopatico. Secondo questo procedimento nell’acqua non rimane alcuna traccia delle molecole della sostanza inizialmente disciolta in essa, eppure quest’acqua è diversa da quella da cui siamo partiti.
In che modo? Ce lo spiega il professor Vittorio Elia, Ricercatore e già Docente di Chimica-Fisica e di Elettrochimica presso la Facoltà di Chimica dell’Università Federico II di Napoli, autore di numerosi articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali, con circa 100 lavori sulla termodinamica delle soluzioni acquose, e oltre 50 ricerche sulle proprietà chimico fisiche dell’acqua.
Perché l’acqua è il liquido più studiato al mondo e al momento anche quello più sconosciuto? Cosa significa studiare l’acqua?
Il perché l’acqua sia il liquido più studiato al mondo risiede molto probabilmente nel fatto che è il liquido più abbondante sul nostro pianeta e in cui è nata la vita. Studiare l’acqua significa scoprire se, in essa, sono presenti caratteristiche e proprietà non ancora conosciute.
Come viene preparato un rimedio omeopatico?
Il metodo di preparazione dei rimedi omeopatici è proprio la motivazione della sua non accetta-bilità da grande parte della comunità scientifica. Infatti la procedura di preparazione consiste nel diluire, anche in maniera molto pronunciata, il liquido di partenza.
Esso può essere una soluzione di un sale, un estratto idroalcolico di una sostanza vegetale o altro. La procedura di diluizione può continuare fino al punto in cui nessuna delle molecole delle sostanze iniziali sia ancora statisticamente presente.
Ogni diluizione comporta anche un processo meccanico di agitazione detto “succussione”. Nell’ambito delle attuali conoscenze i due procedimenti descritti non potrebbero che ottenere acqua pura. Infatti le diluizioni sono molto pronunciate e il processo meccanico di agitazione non viene ritenuto capace di modificare le proprietà dell’acqua.
Sul piano dell’efficacia come farmaco non mi esprimo perché non ho alcuna cultura di medicina.
Quali sono i risultati ottenuti dal suo gruppo di ricerca nel settore delle solu-zioni estremamente diluite e succusse (Extremely Diluted Solutions: EDS)?
Nel corso di circa vent’anni di ricerche di natura chimico-fisica in questo settore, abbiamo raggiunto una sufficiente mole di risultati scientifici, ottenuti tutti con le metodologie dell’ortodossia, che ci permettono di affermare che le EDS hanno proprietà chimico-fisiche misurabilmente diverse da quelle dell’acqua inizialmente adoperata.
Chi ad oggi continua ad affermare che le EDS sono “acqua fresca” mente sapendo di mentire. La procedura di preparazione delle EDS modifica profondamente le proprietà del liquido di partenza. [continua...]
Nell'articolo completo troverai le risposte del Prof. Elia a queste domande:
- Quali sono le modifiche apportate all'acqua?
- Come è dunque possibile che un granulo omeopatico imbevuto di acqua con deter-minate proprietà chimico-fisiche possa, una volta nuovamente disciolto in acqua, trasmetterle a questa e all’organismo?
- Dove stanno portando queste ricerche?
- Come sono stati accolti gli studi del vostro gruppo dalla comunità scientifica?
- Quando si parla di memoria dell’acqua e degli studi di Benveniste ancora molti sorridono e bollano la cosa come fake news: cosa pensa di questo atteggiamento?
- Quali saranno i futuri orizzonti di ricerca sull’acqua e sulle diluizioni omeopatiche?
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