Dall'orgone, all’entanglement
Fulvio Bongiorno - 01/01/2016
In un tempo problematico ricco di possibilità e di insidie può essere utile approdare a la storia di Reich, dall'energia psichica (era uno degli allievi di Freud) all'energia primordiale cosmica "orgonica" come raccontata attualmente da De Marchi e V.Valenzi
Questo libro su Reich non contiene le risposte ai problemi esistenziali, ma interrogativi, congetture, manifestazioni di impotenze nella direzione del determinismo.
Aveva ragione Galileo con la sua celebre affermazione “ … eppur si muove …” che lo scienziato ha pagato con la condanna per eresia? E allora Tolomeo è stato un ignorante perché credeva al geocentrismo? Geocentrismo o Eliocentrismo? La Terra percorre trenta chilometri al secondo sulla propria orbita ruotando intorno al Sole. E il Sole stesso ha un suo forsennato moto traslatorio verso la costellazione di Alfa Centauri: una velocità di 240 chilometri al secondo. Ma poi la stessa Alfa Centauri si sposta. Rispetto a chi? Rispetto ai corpi lontani, si può dire, con velocità sempre più vertiginosa. Non c’è un riferimento sicuro. E allora, ribaltando, si può dire che rispetto ai corpi lontani la Terra si muove con velocità prossima a quella della luce. Perché cambiando il riferimento, mutano le velocità. Un gatto che si morde la coda.
Questo è il nodo. Tolomeo descriveva i moti degli astri rispetto al proprio punto di vista sulla Terra. Galileo ha proposto come riferimento il sole. In quest’ottica hanno avuto ragione tutti e due. Sono stati grandi. Galileo ha aggiunto una marcia: il riferimento.
E cosa dire dei 21 grammi dell’anima? La quantità di materia che si annichila al momento del trapasso, venuta alla ribalta da poco con un romanzo su cui è stato girato anche un film. Il letterato dà la suggestione che l’anima voli. 21 grammi che se ne partono via nel momento fratturativo della morte. Piccola cosa può sembrare rispetto al peso del corpo, secondo una visione convenzionale. Senza cercare al di là della propria sensibilità e della propria formazione. Basta invece pensare alla bomba atomica, alla devastante energia che sprigiona legata al decadimento, cioè alla trasformazione in energia, di quantità risibili di materia: nemmeno milligrammi. Coi calcoli viene fuori che 21 grammi di materia producono per annichilazione un’energia sufficiente a far compiere a una massa di 100 chili, quella di un uomo robusto o di una piccola motocicletta, almeno 3 milioni di giri intorno al mondo. E poiché non si vede partire nulla di materiale verso l’esterno da un corpo che muore, c’è da pensare che quei 21 grammi si trasformino istantaneamente in energia che si proietta nel cosmo. Che tipo di energia? L’energia vitale per esempio, la mappa di un’esperienza vitale, una sorta di DNA dello spirito?
E che sia questo il fattore dello spazio vuoto, lo storico etere cosmico o la moderna energia oscura? Del resto il cosmo è uno smisurato organismo compatto (in cui la materia occupa solo una parte su mille miliardi di miliardi di miliardi – 10 30- dello spazio su cui è distribuita) nel quale comunque tutte le parti sono connesse dall’entanglement, una sorta di principio di azione e reazione immateriale, che provoca risposte istantanee ai mutamenti di particelle lontanissime. Gli scienziati pensano che utilizzando questo tipo di azione a distanza (si stanno studiando le possibili strategie) si possa viaggiare nel tempo.
Sembra che su Giove stiano avvenendo mutazioni climatiche come quelle a cui assistiamo sulla Terra e che da noi vengono attribuite all’effetto serra. È chiaro che se il cosmo è un organismo unitario, l’ipotesi che si tratti invece di un meccanismo più globale non è da accantonare.
L’ingresso nel terzo millennio sta mostrando sempre di più i segni di una svolta epocale in cui si manifestano comportamenti ed eventi incomprensibili e inspiegabili alla luce delle teorie consolidate. La tecnologia è l’ultimo prodotto dell’illuminismo, ma non ci può condurre, è chiaro, alla soluzione dei problemi di fondo che si dibattono nella scienza della natura e delle società. La Matematica, insomma, quel linguaggio nel quale è scritto il libro della Natura e senza conoscere il quale è come aggirarsi in un oscuro labirinto, non basta più. Essa conserva sicuramente un principio di autoconsistenza logica e metodica, alla quale tuttavia è auspicabile che si debba affiancare qualcosa di non completamente spiegato che ognuno di noi possiede: la sensibilità, l’emotività, le capacità premonitive.
Se qualcuno pensa che queste considerazioni siano da gettare nel cestino della carta straccia, lo faccia senza esitazione e se ne vada al cinema. Gli altri accettino la discussione, che talvolta può essere anche dispersiva, intorno a fatti, che pure si percepiscono –e dunque esistono- anche se non sono ancora spiegati.
Il libro su Reich è un’occasione di questo tipo, da non perdere, a mio avviso.