4 consigli per non prendere l'influenza
Roberto Gava - 01/01/2016
Caldamente consigliata a bambini e persone oltre i 65 anni di età, la vaccinazione antinfluenzale viene fatta passare come efficace, sicura e senza effetti indesiderati. Ma è davvero così? Mentre importanti studi hanno messo in luce come i dati disponibili su questo tipo di vaccinazione siano assolutamente insufficienti a dimostrarne qualsiasi tipo di utilità, Roberto Gava, medico e ricercatore da anni impegnato sul tema delle vaccinazioni, ci ricorda quali sono le strategie preventive e terapeutiche più sicure per affrontare le malattie invernali.
Qualsiasi medico con un minimo di conoscenze di Medicina Farmacologica e di Medicine non Convenzionali, che conosca tutti i grandi benefici di una corretta igiene di vita, che sia intellettualmente libero da preconcetti e da interessi personali di qualsiasi tipo, che sia umile e dotato di un minimo di buon senso, sappia consigliare una strategia di salute pubblica per approcciare l'influenza.
In pratica, sono i consigli suddetti, che ovviamente vanno bene per l’influenza ma anche per le altre patologie infettive, e che possiamo riassumere essenzialmente in questi 4 punti:
1° consiglio: insegnare alla gente e impostare sul territorio una vera Medicina Preventiva basata sull’igiene di vita, sull’alimentazione, sul movimento, sul riposo e sull’antidoto, per quanto è possibile, degli stress psico-fisici;
2° consiglio: insegnare e aiutare la gente a correggere i fattori causali delle malattie, che possono essere fisici (sbalzi termici, errori alimentari, ecc.) e/o non fisici (stress familiari e/o lavorativi, errori comportamentali, ecc.);
3° consiglio: in caso di malattia infettiva già iniziata, insegnare alla gente le nozioni più semplici e comuni di igiene di vita, come non mangiare nelle prime 24 ore, bere molto (meglio bevande con limone e miele), riposarsi, assumere integratori adeguati;
4° consiglio: impostare sempre un trattamento personalizzato da attuare con gradualità:
- prima un trattamento non farmacologico (per esempio, omeopatico, fitoterapico, naturopatico, ecc.); e nel caso questo non sia fattibile o non risulti efficace,
- consigliare un trattamento farmacologico sintomatico (anche qui con gradualità: prima antinfiammatorio-antipiretico e solo in caso di reale complicazione batterica, un trattamento antibiotico, ma praticamente mai un trattamento antivirale),
- solo nei casi di emergenza e di particolare complicazione, valutare l’opportunità di un eventuale trattamento chirurgico (evenienza di solito estremamente rara in questi casi).