Alzheimer, Parkinson, neuropatia diabetica e sindrome da affaticamento cronico: quante malattie può imitare la carenza di vitamina b12?
Medicina Integrata
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Chi sono le vittime della carenza di vitamina b12? La mancanza di vitamina b12 è un disturbo che colpisce le persone più diverse nei modi più disparati, scopriamo la pericolosità della sua carenza e le malattie che imita
Redazione - Scienza e Conoscenza - 27/11/2023
Tratto dal libro Come superare la carenza di vitamina b12
Una silenziosa malattia invalidante perseguita milioni di americani, e lo stesso potrebbe accadere anche a voi. Affligge una persona con tremori, di un’altra fa un individuo depresso o psicotico, e in un’altra ancora provoca lancinanti dolori alle gambe e alle braccia o paralisi. Sa imitare la malattia di Alzheimer, la sclerosi multipla, il primo stadio della malattia di Parkinson, la neuropatia diabetica o la sindrome da affaticamento cronico.
Può rendere infertili sia gli uomini sia le donne o causare disabilità mentali ai loro bambini.
Altre volte tende agguati silenziosi, e aumenta subdolamente il rischio delle sue vittime di essere colpite da malattie mortali che vanno dall’ictus all’infarto e al cancro. Questo disturbo deriva da un deficit vitaminico, ma una normale pillola multivitaminica raramente riesce a prevenirlo, e anche le preparazioni orali a dosaggio più elevato a base di B12 potrebbero non essere di aiuto. È considerata dai medici una “malattia senile”, ma può colpire qualunque persona a qualsiasi età, e a volte è più violenta che mai nei bambini. Il disturbo che ho descritto è la carenza di vitamina B12. Se vi capita di svilupparla, tenete presente che è facile da individuare, da curare e da debellare, ma solo se il vostro medico la diagnostica prima che sia troppo tardi. Purtroppo questo non capita spesso.
Chi sono le vittime della carenza di vitamina B12?
I casi che descriveremo nelle pagine di questo libro comprendono persone di ogni età e di ogni tipo: neonati, bambini, giovani uomini e donne, persone di mezza età e cittadini senior. Fra questi rientrano i seguenti casi:
- un trentacinquenne che diventa incontinente e che non riesce più a camminare con sicurezza o a usare le mani per afferrare;
- una bambina di 8 mesi che perde gradualmente la parola, smette di rispondere ai suoi genitori e alla fine non riesce neanche più a stare seduta da sola;
- una ventenne che sviluppa una grave depressione e tenta il suicidio;
- un nonno che si trasforma in meno di un anno da jogger in buona salute in anziano depresso e confuso cui viene diagnosticata la demenza senile;
- un bambino di 2 anni che evidenzia un grave ritardo nello sviluppo e a cui viene fatta una diagnosi di autismo;
- una giovane donna che non riesce a concepire;
- una cinquantaquattrenne che manifesta delirio paranoide e violenti scoppi di rabbia associati a sintomi che il suo medico interpreta come sclerosi multipla;
- un uomo di 86 anni che ha problemi di equilibrio, cade e si frattura l’anca;
- una ballerina classica che si sottopone a un intervento di chirurgia estetica e alla fine perde quasi del tutto la capacità di deambulare;
- una donna di mezza età accusata dai suoi medici di essere alcolizzata e “in cerca di farmaci” quando lamenta forti dolori cronici alla schiena e alle gambe;
- un settantottenne con intorpidimento a un piede e a una gamba a cui viene diagnosticata un’incurabile neuropatia diabetica;
- un anziano soggetto incappa in frequenti cadute che secondo i medici sono dovute a possibili “mini-ictus”.
Tutti questi pazienti così differenti fra loro hanno una cosa in comune: i loro medici non sono riusciti a formulare una diagnosi corretta. Hanno ricevuto una dozzina di diagnosi diverse, da malattie incurabili all’ipocondria, ma in realtà soffrono tutti dello stesso disturbo clinico: carenza di vitamina B12. Non si tratta di una malattia nuova o di una moda del momento: di fatto la si trova elencata nei libri di testo utilizzati da qualsiasi studente del primo anno di medicina. Non è neppure una malattia rara: chi ha superato i 40 anni affronta un elevato rischio di sviluppare un pericoloso deficit di B12, e per gli ultrasessantenni c’è una probabilità che può essere pari al 40% di avere livelli di B12 potenzialmente pericolosi. Più è basso il livello di questa vitamina nel sangue, più a lungo si protraggono i segni e i sintomi della carenza, e maggiore è la probabilità di riportarne lesioni e un cattivo stato di salute.