Ayurveda contro la dispnea
Medicina Integrata
Medicina Integrata
La dimostrazione dell'efficacia delle terapie Ayurvediche attraverso il racconto di un caso clinico di difficile risoluzione.
Maria Cristina Minniti - 21/01/2021
Articolo di Maria Cristina Minniti - tratto da Scienza e Conoscenza n. 75
Mi occupo di medicina ayurvedica da 20 anni. La cosa che più mi ha entusiasmato nel seguire i princìpi di questa Scienza Medica, è il riappropriarmi della capacità di osservare il malato nella sua interezza e complessità e poterlo aiutare sotto tutti i punti di vista: alimentazione, stile di vita e atteggiamento mentale.
Il medico ayurvedico non cura la malattia ma il paziente: deve capire la sua costituzione, cosa si è squilibrato e intraprendere il trattamento più idoneo. Anche per questo non è semplice descrivere un caso clinico trattato secondo i principi ayurvedici.
Un caso clinico
Storia del paziente
Il caso di cui vorrei parlarvi è quello di una donna in cui, solo adeguando la terapia allo squilibrio profondo che si era determinato e non ai sintomi, si è potuti giungere alla soluzione del problema
La signora MM di 43 anni si è rivolta a me nel gennaio 2018. Separata tre anni fa, ha una bambina, ed è una insegnante di pilates, per questo ha sempre curato il suo aspetto fisico.
Negli ultimi due anni ha avuto numerosi episodi di dispnea (mancanza di respiro) con accessi di tosse stizzosa che le impedivano di effettuare le sue lezioni di pilates e a volte creavano problemi anche nelle attività quotidiane.
Come alimentazione, pur cercando di stare attenta al cibo, si ritrova spesso a mangiare snack asciutti e, per orari di lavoro, pranza nel primo pomeriggio e cena tardi la sera. Questo comporta una digestione difficile, per cui spesso va a letto senza aver ben digerito.
Sia per lavoro che per hobby fa tanta attività fisica e, per non aumentare di peso, pratica due giornate alla settimana di digiuno completo. Durante l’inverno del 2016 la paziente ha avuto un bruttissimo episodio di bronchite acuta curato con numerosi cicli di antibiotici e cortisonici.
Però anche dopo la risoluzione della febbre, la paziente ha continuato ad avere la tosse secca e un respiro quasi asmatico. Negli ultimi due anni ha consultato diversi specialisti ed eseguito numerosi cicli di terapia con antibiotici, farmaci steroidei, cicli di inalazioni, sciroppi fluidificanti e sedativi della tosse con scarso se non nullo beneficio.
Adesso ha deciso di rivolgersi alla medicina ayurvedica.
Dal punto di vista ayurvedico i polmoni sono organi che per la loro stessa funzione (passaggio continuo di aria e movimenti respiratori) devono mantenersi lubrificati, elastici, lisci con le loro mucose morbide, pulite e resistenti.
La nostra alimentazione e le abitudini di vita possono cambiare le naturali qualità dei polmoni. Quando ciò accade i fattori esterni, come polveri, allergeni, fumo, virus e batteri, possono essere sia scatenanti che determinanti la malattia.
Nei testi classici ayurvedici il quadro patologico più simile alla tosse si chiama Kāsa, e viene descritto come la sua origine sia dovuta a “inalazione di fumo, eccessivo esercizio fisico, consumare cibo secco e ruvido, alimentazione scarsa e impropria, digiuno” (Sharma, R.K., & Dash, B. (Eds) “Caraka Saṃhitā, Vimānasthāna cap 5, Śloka 10” (2001) Varanasi: Chaukhamba Sanskrit Series Office).
In questa paziente ho potuto osservare come più fattori del suo stile di vita, l’alimentazione e la continua pressione emotiva, sono presenti nel succitato testo, e hanno quindi reso la paziente vulnerabile a livello polmonare.
L’episodio di bronchite è stato il fattore scatenante che ha ulteriormente asciugato le mucose e reso debole la struttura polmonare. Ecco quindi che comparando l’anamnesi, l’osservazione e quanto scritto nei testi, mi è apparso subito chiaro che questo fosse proprio un caso di tosse e dispnea da eccesso di secchezza, spasmi e muco secco. [Continua...]
Nell'articolo completo troverai:
- La terapia che ha risolto il problema
- Il Follow Up
- Le conclusioni e i commenti
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