Come si affronta una pandemia
Medicina Integrata
Medicina Integrata
Non siamo padroni del pianeta ma suoi ospiti: rispettando la Natura e amando la Terra possiamo difenderci meglio dalle epidemie
Gioacchino Pagliaro - 01/03/2021
Gestire un’epidemia non è una cosa semplice per nessuno. Se poi coglie di sorpresa, la vicenda è ancora più complicata. Serve quindi a poco fare polemiche, mentre è necessario individuare gli errori che non bisognerà più compiere in futuro.
L’esperienza insegna che per riconoscerli bisogna analizzare il contesto sanitario, passato e presente.
Negli anni passati, decenni di tagli alla sanità, l’introduzione di modelli sanitari di tipo aziendalistico, basati sul risparmio a scapito della qualità delle risposte di cura; e nel presente, le comunicazioni ridondanti, confuse, contraddittorie rivolte alla popolazione durante l’epidemia e le restrizioni esagerate, hanno contribuito ad aggravare pesantemente questa triste vicenda.
L’epidemia ha procurato tanto dolore e sofferenza in chi ha perso un proprio caro senza nemmeno poterlo vedere o salutare, o in chi con turni massacranti ha fatto di tutto per curare o per salvare la vita agli ammalati.
Causalismo verso complessità
Chiarito ciò questo articolo intende offrire un’occasione di riflessione per aiutare il cittadino, e le Istituzioni a liberarsi da alcune distorsioni interpretative e rappresentazionali che guidano l’economia, le norme, le relazioni tra gli esseri umani, e il rapporto tra gli esseri umani, l’ambiente e la Natura.
Non dirò nulla di nuovo, niente che la scienza non abbia già detto, ma mi limiterò a sottolineare con forza ciò che da decenni molti non ascoltano o addirittura fingono di ignorare.
Ogni intervento su una crisi, in questo caso caso su un’epidemia, dovrebbe sempre prevedere una analisi rapida, accurata e articolata del contesto in cui si è manifestata, per consentire di individuare sia gli interventi da operare a un livello macro (ambientale), sia per attivare parallelamente le immediate misure di protezione nei confronti degli ammalati, dei possibili contagiati e delle categorie più a rischio.
Ciò consentirebbe di evitare un uso indiscriminato del modello causa-effetto di tipo lineare, che è solitamente utilizzato in modo decontestualizzato e illusoriamente risolutivo.
Infatti succede quasi sempre che gli interventi siano rivolti principalmente sugli effetti e anche nel caso della SARS-CoV-2, si sta agendo solo sul virus e non sul contesto che gli ha fornito la forza di attivarsi, di insidiare e di contagiare.
Questo modo di operare perdura nonostante il fatto che fin dai primi del Novecento la fisica ci ha dimostrato che la realtà e i fenomeni rispondono solo in parte, e in alcune occasioni, alle regole del causalismo lineare. [continua...]
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