Cromopuntura: curarsi con il colore
Vincenzo Primitivo - 01/01/2016
E' davvero possibile curarsi con il colore?
I colori sono delle onde elettromagnetiche esogene, una specie di espediente della corteccia visiva per distinguere le radiazioni elettromagnetiche che stimolano la retina con una lunghezza d’onda fra 380 e 750 nano metri e con una frequenza compresa fra i 400 e i 790 Hertz: è proprio la frequenza della luce che determina il colore dell’oggetto da cui proviene la luce stessa.
Peter Mandel ebbe una straordinaria intuizione: comprese che la materia fisica, i nostri tessuti, i nostri organi, sono un’unità di spettro nella quale ogni gruppo di cellule vibra ad una frequenza specifica e questa può essere espressa in uno dei sette colori dello spettro; ogni organo ha il suo colore specifico (per esempio il fegato con il giallo) e vibra in risonanza con esso. Ogni organismo vivente quindi irradia un debole ma permanente flusso di luce, una luce molto debole la cui intensità corrisponde alla luce di una candela osservata a 25 km di distanza, emette cioè dei biofotoni, particelle di luce portatrici di informazioni. Sono questi biofotoni, ci spiega il professor Popp, il principale meccanismo di trasporto non locale di informazione tra le cellule. E' su questi principi che si basa la Cromopuntura.
Nell'articolo troverai approfondimenti su:
- La filosofia di questo straordinario metodo diagnostico e terapeutico
- Bohm e la nuova Fisica: l'informazione
- Lo strumento terapeutico: la cromopuntura
- Perchè usare il colore?
- La risoluzione automatica di antichi conflitti
- Fritz Albert Popp e la scoperta dei biofotoni
- La cromopuntura di Peter Mendel
- Gli strumenti diagnostici: La fotografia Kirlian e la diagnosi energetica dei punti terminali
- Conclusioni mediche e indicazioni cliniche