Farmacoresistenza e antibiotico resistenza: perché mettono in crisi l'economia Mondiale?
Medicina Integrata
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Perché la farmacoresistenza è un fenomeno pericoloso per l’economia? Alcuni studi analizzano l’impatto della farmacoresistenza sull’economia mondiale
Redazione - Scienza e Conoscenza - 10/08/2023
La farmacoresistenza - tema ampiamente affrontato da Gabriele Graziani e Luciano Graziani nel loro libro Antibiotici? No, grazie! - è un problema su scala globale, vengono colpiti sia i Paesi con redditi più bassi, sia Paesi più industrializzati. La farmacoresistenza non risparmia nessuno, non tiene conto delle classi sociali e nemmeno degli standard sanitari del paese che viene colpito, è come una macchia d’olio che si sta espandendo a vista d’occhio. La farmacoresistenza ha conseguenze non solo sulla salute individuale e collettiva, ma anche sull’economia, per questo il governo della Gran Bretagna ha affidato a Jim O’Neill, economista britannico ed ex sottosegretario al Tesoro britannico, il compito di proporre soluzioni utili su scala globale.
Basandosi su trend probabilistici, O’Neill stima il costo della farmacoresistenza:
“Entro il 2050 la farmacoresistenza porterebbe 10 milioni di morti ogni anno e una riduzione del PIL (Prodotto Interno Lordo) di un valore compreso tra il 2% e il 3,5% con un costo mondiale stimato fino a 100 trilioni di dollari (migliaia di miliardi)”. Nel Dicembre 2014 O’Neill crea una Commissione interdisciplinare per studiare il fenomeno della farmacoresistenza in Gran Bretagna. La commissione riesce ad arrivare a una soluzione non facile, ma cui i benefici saranno grandi e tangibili soprattutto per le economie emergenti dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa).
Ecco il programma di lavoro ideato dalla Commissione, tradotto interamente e tratto dal libro “Antibiotici? No, grazie!” di Gabriele Graziani e Luciano Graziani:
- Valutare l’impatto della farmacoresistenza sull’economia del mondo, in assenza di misure di contrasto.
- Migliorare il modo di usare i farmaci antimicrobici per ridurre l’aumento della farmacoresistenza, utilizzando tutte le potenzialità delle nuove tecnologie offerte dalla genetica, dalla genomica e dall’informatica.
- Promuovere lo sviluppo di nuovi farmaci antimicrobici.
- Valutare il potenziale delle terapie alternative per interrompere l’aumento della farmacoresistenza.
- Richiamare l’attenzione internazionale sul problema della farmacoresistenza per utilizzare in maniera uniforme a livello mondiale l’uso dei farmaci antimicrobici negli esseri umani, negli animali e nell’ambiente.
È nota la gravità della situazione per chi ha vissuto in prima persona, come paziente o come familiare, il problema della farmacoresistenza. Per le classi dirigenti e finanziarie invece, la farmacoresistenza è un problema lontano e astratto. Purtroppo parlare di denaro, di costi e di guadagni relativamente a un tema così delicato è veramente drammatico. Sappiamo tutti che per ricevere attenzione dalle grandi multinazionali o da un governo è necessario utilizzare questa “lingua”, così razionale e fredda.
Questi studi purtroppo valutano ancora solo una parte dell’impatto della farmacoresistenza, poiché sono stati considerarti solo una piccola parte dei batteri farmacoresistenti. Inoltre la ricerca si è concentrata solo sul costo economico della farmacoresistenza sul PIL mondiale e non ha preso in considerazione altri costi, come quelli sanitari e sociali. Ma questi dati, anche se ancora parziali, ci dicono che i governi devono agire ora, collaborando con la comunità scientifica e accademica. Il mondo dell’industria e della finanza, le organizzazioni filantropiche per combattere la farmacoresistenza e trovare delle vie alternative.
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