Fisica quantistica e processi biologici: ne parlerà il fisico Fabio Fracas al convengo SaluScienza
Medicina Integrata
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È vero che possiamo riscontrare logiche di tipo quantistico alla base di alcuni processi biologici? Quali sono le basi della medicina quantistica e cosa ci possiamo aspettare per il futuro da questa nuova disciplina? Ce ne parlerà Fabio Fracas, fisico, al congresso SaluScienza in programma a Varignana il 23, 24 e 25 Novembre 2018
Carmen Di Muro - 13/07/2018
Fisico e ricercatore presso l’Università di Padova, già Graduate Research Assistant presso la Florida Atlantic University Fabio Fracas ci presenta il congresso SaluScienza, a cui parteciperà come relatore.
Professor Fracas, perché ha deciso di partecipare a SaluScienza?
Perché ritengo che sia necessario far crescere e sviluppare, nel giusto contesto scientifico e culturale, un corretto dialogo fra tutti i ricercatori e le altre figure professionali che operano nei campi della medicina, della fisica, della biologia e delle neuroscienze. In questo particolare momento, è necessario superare le tradizionali barriere ancora esistenti fra le diverse discipline per affrontare i grandi temi sollevati dagli studi più recenti, in un’ottica che sappia integrare i differenti punti di vista e le rispettive competenze.
Su quale argomento sarà centrato il suo intervento?
Il mio intervento rientra nella sezione del 23 novembre 2018 “La fisica quantistica nella medicina: corpo, mente, spirito”. In particolare, affronterò il tema di come alcune logiche di tipo quantistico siano state evidenziate in altrettanti processi biologici. Inoltre, farò un breve accenno alle teorie quantistiche che vengono attualmente proposte da Sir Roger Penrose e da altri ricercatori per spiegare i fenomeni alla base del pensiero e della coscienza.
Perché crede che sia importante partecipare a questo congresso?
Sono argomenti molto complessi e spesso, anche in buona fede, vengono trattati con troppo entusiasmo e altrettanta leggerezza. Dato che coinvolgono teorie che possono essere facilmente fraintese per la contro-intuitività che le caratterizza, il poterne parlare in modo chiaro e scientifico, ponendo così le basi per un confronto franco e costruttivo su questi importanti temi, diventa fondamentale per la realizzazione di quel dialogo interdisciplinare a cui accennavo precedentemente.
Medicina, fisica quantistica, scienze umane: quali secondo lei gli ambiti di integrazione tra questi saperi?
Gli ambiti possono essere innumerevoli, così come le possibili implicazioni che ne risultano sottese. Quando lavoravo come Graduate Research Assistant presso la Florida Atlantic University, collaboravo con il filosofo pragmatista Richard Shusterman, direttore del Center for Body, Mind and Culture. In America, così come in altre realtà, l’idea di un sapere integrato è già diventata parte di un percorso culturale e universitario. Questo è il cammino che siamo tenuti a intraprendere anche qui in Italia.
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