Intolleranze alimentari: la causa nella salute del microbioma intestinale
Medicina Integrata
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Intolleranze a fruttosio, lattosio e glutine, a frutti come fragole o kiwi ma anche a soia o noci sono tra quelle da noi più diffuse.
Anne Katharina Zschocke - 06/03/2024
Tratto dal libro I Batteri Intestinali: la chiave per guarire e vivere in salute
Un’epidemia moderna che flagella i popoli è l’intolleranza alimentare in tutte le sue manifestazioni. Accanto al già menzionato 25,5% della popolazione per il quale, attraverso test sierologici, si sono rilevate reazioni contro alcuni alimenti, come è stato comunicato nel 2013 dal ministero federale della Salute (l’autrice parla di uno studio realizzato nel 2013 dal Robert Koch Institut di Berlino, Ndr), esistono schiere di persone, di cui non si hanno rilevazioni ufficiali, che soffrono a causa del cibo. Flatulenza e diarrea, eritemi cutanei e nausea, tosse e occhi che lacrimano… E poi prurito, bruciore e infiammazione, il cuore palpita, la gola si chiude…
Nei casi peggiori si arriva a situazioni tali da mettere a rischio la vita. E spesso i malcapitati si sentono dire che tutto dipende dalla psiche e non ha nulla a che vedere col cibo.
Intolleranze a fruttosio, lattosio e glutine, a frutti come fragole o kiwi ma anche a soia o noci sono tra quelle da noi più diffuse. In linea di principio potrebbe comunque trattarsi di qualsiasi altra cosa. Legumi, cipolle e alcune varietà di cavolo vengono mal tollerati da molte persone e a questo gruppo appartengono addirittura anche caffè, cetrioli e uova sode. La vita delle persone interessate è forgiata dalla paura continua di mangiare per errore qualcosa di “sbagliato” ed esse sono costantemente limitate nell’acquisto degli alimenti. Niente è semplice da preparare a casa, ogni invito a cena diventa una camminata culinaria sul filo.
Gli amici sono così carini da preparare apposta per il compleanno una torta priva di glutine, in modo tale che non si sia costretti a stare in mezzo agli altri con il piatto vuoto. In altri casi, con un po’ di vergogna, si tirano fuori dalla borsa i wafer di riso senza glutine che per sicurezza si portano sempre con sé per placare i morsi dello stomaco. I pranzi e le cene festive in occasioni lavorative oppure la ristorazione offerta nei viaggi di gruppo diventano poi un martirio. Non a tutti fa piacere essere esposti alle domande che inevitabilmente seguono quando si fa “outing” e si dichiara di soffrire di un’intolleranza. Inoltre al tema viene sempre attribuita un’ipersensibilità psichica.
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