L'attuale terapia contro i tumori è efficace?
Medicina Integrata
Medicina Integrata
Con pochi mezzi se comparati a quelli di molti miei illustri colleghi, abbiamo scoperto cose nuove o nuovissime, la maggior parte delle quali con una ricaduta diretta sulla diagnostica e terapia dei tumori che scardinano il sistema attuale.
Redazione - Scienza e Conoscenza - 08/11/2021
Tratto da La terapia antiacida per la cura dei tumori - Di Stefano Fais
Mi rendo perfettamente conto che questo è un argomento molto delicato da trattare.
Ma questo non solo perché praticamente in ogni famiglia c’è o c’è stato un malato di tumore, ma perché le famiglie e le singole persone che già sono disorientate e fortemente impaurite non possono essere lasciate in una incertezza e una paura ancora più grandi.
Proprio quello che ho vissuto quest’anno mi spinge a essere schietto, informato e contestualizzato. Anche perché io non voglio lasciare la gente ad annaspare in un lago di sangue dopo averle scioccate con informazioni in parte totalmente in disaccordo con quanto si sentono dire intorno.
Cerco veramente di mettere a disposizione di tutti qualcosa di fattibile. Inoltre, in nessun modo voglio contribuire a questa guerra creando e alimentando un conflitto muro contro muro con l’establishment del mondo accademico, solo perché dico cose che sono come minimo molto diverse da quelle che vengono dette e fatte praticamente da tutti.
Vorrei partire da un fatto che ho già commentato nel libro precedente. Però devo fare una piccola premessa di sapore accademico. Quando si valuta l’epidemiologia, o più comprensibilmente la diffusione, di una malattia in un luogo specifico o in una nazione o in un continente o al livello dell’intero nostro pianeta, si usano due termini che a molti possono sembrare simili: incidenza e prevalenza.
Quando si parla di incidenza si intende il numero di nuovi casi l’anno, mentre la prevalenza indica il numero totale di individui affetti da quella determinata malattia in quel determinato momento/periodo. E qualsiasi stima ci dice che il numero di pazienti affetti da tumore nel mondo sta aumentando (prevalenza); ma anche il numero di nuovi casi l’anno (incidenza) sta aumentando.
E ahimè anche il numero di morti a causa di tumore sta aumentando ogni anno. Quindi, è vero che i tumori stanno veramente diventando uno dei principali problemi per la salute a livello globale, similmente alla fame nel mondo e alle malattie infettive. Ancora più paradossale è il fatto che mentre sia per la fame nel mondo che per le malattie infettive noi abbiamo modelli e soluzioni esportabili e in grado di essere risolutivi (anche se dopo più di cinquant’anni di intensa attività delle organizzazioni umanitarie ancora una soluzione non si e vista), per il cancro non abbiamo nessuna reale soluzione, forse solo problemi, da esportare nei Paesi in via di sviluppo.
Prendendo spunto da quanto già detto, viene il sospetto che la ricerca sui tumori, ma anche l’atteggiamento dell’industria farmaceutica, si stiano cortocircuitando, da decenni, intorno a errori e strategie sbagliate (cosa che nessuno vuole ammettere fino in fondo) che, purtroppo, vengono sostenuti finanziariamente a livello sia pubblico che privato.
Basti pensare che, attualmente, l’efficacia dei nuovi farmaci antitumorali viene valutata in ”settimane di sopravvivenza” rispetto al trattamento standard. Ed e per questo che, per esempio, il governo inglese sta negando un supporto pubblico alle spese che l’uso di questi farmaci impone.
UNO SGUARDO PIÙ AMPIO SUI TUMORI
«[...] ed è per questo che siamo qui dobbiamo pensare in maniera alternativa, considerare le possibilità che la squadra di Katrine non riesce a cogliere. Perché si è già costruita uno scenario dell’accaduto, e più la squadra è grande, più è difficile staccarsi dalle idee e dalle conclusioni prevalenti. Funzionano né più né meno come le religioni, si pensa automaticamente che tante persone intorno a te non possono sbagliare. Be’, possono invece. E lo fanno. In continuazione». - Jo Nesbø, Sete (Einaudi)
Perché questa citazione. Ma semplicemente perché contiene un pensiero in cui credo molto, ma anche perché nel periodo in cui ho cominciato a leggere questo libro avevo pubblicato un articolo su PubMed intitolato A nonmainstream approach against cancer, traducibile con “Un approccio non convenzionale contro il cancro” (Fais, 2016).
In questo articolo sostengo appunto che la ricetta più importante per scoprire cose nuove in ambito scientifico, e in particolare nella ricerca in medicina, è quello di avere uno sguardo ampio su quello che ti succede intorno, di non dare per scontato che se quello che osservi è totalmente diverso, se non in disaccordo, con quello che studiano e dimostrano la gran parte dei ricercatori del mondo, sia di fatto sbagliato.
In questo modo, e vi confermo con pochi mezzi se comparati a quelli di molti miei illustri colleghi, abbiamo scoperto cose nuove o nuovissime, la maggior parte delle quali con una ricaduta diretta sulla diagnostica e terapia dei tumori.
SCOPRI IL LIBRO DEL DOTT. STEFANO FAIS
GUARDA LA PLAYLIST CON LE VIDEOINTERVISTE AL DR. FAIS