La scansione del colore
Filomena Finelli - 01/01/2016
Da una ventina d’anni ormai, sono orgogliosa di poter affermare, che lavoro con i colori. Qualcuno, riducendo la questione a minimi termine mi dice: ''Filo, tu aiuti la gente a vedere i colori''. Di fatto è ciò che faccio, o meglio ciò che cerco di fare. Lavorare in tale direzione mi ha portata a creare ed affinare un vero e proprio metodo di intervento, il metodo Bluegreen.
Ma facciamo un passo indietro, perchè i colori? Tutto nasce da alcune teorie e da alcuni teorici, tra questi il radiologo tedesco Fritz Albert Popp, i quali sostengono che la luce, con i colori che la compongono, sia di fatto un elemento utilizzato dalle parti costituenti degli esseri viventi, per comunicare e per inviarsi delle informazioni fondamentali al fine di coordinarsi. Le cellule del corpo umano ad esempio sembra sfruttino deboli emissioni luminose colorate per definire i ruoli e i compiti da svolgere, e per regolare la propria riproduzione. Il colore sembra quindi essere il codice comunicativo utilizzato dal nostro organismo per continuare ad essere e ad esistere nel migliore e più funzionale dei modi possibili.
I sette colori, in un corpo perfettamente funzionante, sono tutti presenti ed in equilibrio tra loro. Si distribuiscono all'interno del corpo secondo aree funzionali. In alcune zone quindi prevarrà il rosso, in altre l'arancione, in altre invece il blu. Se qualcuno di questi colori manca o è in eccesso e di fatto sovrasta gli altri portando ad un perdita di equilibrio, ecco che il sistema genera la malattia, nel tentativo estremo di ripristinare l'armonia perduta. Ecco, qui intervengo io, con uno dei più semplici ed incisivi esercizi del metodo Bluegreen, la SCANSIONE DEL COLORE.
Colui il quale ha cercato il mio aiuto, per un non equilibrio che ormai si è palesato, si siede al mio fianco. Rivolge il viso verso il sole, chiude gli occhi e strizza le palpebre due o tre volte. L'afflusso sanguigno aumenterà nella zona degli occhi e gli permetterà di visualizzare il primo colore, il rosso. Sfrutta una fonte luminosa di enorme portata, il sole appunto, per accentuare le emissioni cromatiche dei propri globuli rossi. Sta utilizzando le palpebre come un vero e proprio filtro biologico in grado di mostrargli un rosso particolare. Non si tratta infatti di un rosso fornito dall'esterno o che qualcun altro potrebbe aver selezionato per lui, si tratta piuttosto del suo rosso. Una frequenza unica ed irripetibile, non simile a quella di nessun altro essere vivente. Sta osservando come il suo sangue utilizzi la luce, la luce rossa, per inviare delle preziose informazioni. Sta osservando come il suo sangue assorba e successivamente riemetta luce, colore.
Con il passare dei secondi l’afflusso sanguigno perde di intensità. Ecco a questo punto comparire, dinnanzi ai sui occhi, ancora rigorosamente chiusi, l’arancione. Altri secondi e l’arancione sfumerà dolcemente nel giallo.
A questo punto non resta che osservare i colori restanti, ovvero: il verde, il blu/indaco e il viola.
Basterà posizionare le mani sugli occhi e dopo una breve attesa, anche i colori restanti appariranno. Quest’ultimo passaggio è reso possibile da una legge ottica nota con il nome di Principio di Armonia. Se noi sollecitiamo per alcuni secondi, con una sorgente cromatica intensa, i coni presenti all’interno del nostro occhio, nel momento in cui andiamo ad eliminare la sorgente (mani sugli occhi), ciò che vedremo apparire sarà il complementare del colore sino a quel momento osservato. Quindi se io fisso un rosso abbastanza intenso per alcuni secondi, mettendo le mani sugli occhi, ciò che visualizzerò sarà il verde. Dall’arancio potrò accedere al blu e dal giallo otterrò invece il viola.
Ecco quindi che la persona, da me condotta in questa particolare esperienza avrà a questo punto visualizzato tutti i colori…. O forse no.
Se è venuto da me, in cerca di un urgente aiuto, è perché molto probabilmente non tutti i colori sono presenti, oppure sono tutti presenti ma alcuni sono troppo deboli o troppo intensi.
La scansione del colore risulta quindi a me utile per comprendere innanzitutto quali alterazioni vi possano essere. L’esperienza e l’osservazione di tutti questi anni mi hanno dato la possibilità di conferire una causa ad ogni eventuale anomalia. Se manca il rosso ad esempio potrebbero esserci problemi circolatori, di pressione o un forte calo umorale. Un giallo troppo spiccato potrebbe essere causato da infiammazioni epatiche oppure da fastidiosi calcoli biliari.
A questo punto, la persona ancora comodamente seduta al proprio posto ricomincerà la scansione del colore. Ripartirà dal rosso e cercherà di visualizzare tutti gli altri colori. L’esercizio verrà ripetuto in tutto 3 o 4 volte. Se non dovessero bastare sono consigliabili più incontri.
Ripetere l’esercizio, porterà il sistema ad auto ripararsi. Il cercare un colore richiederà uno sforzo dell’intero organismo in quella direzione. Quel colore che ricerchiamo corrisponderà a tutta una serie di funzioni che il nostro corpo attiverà al fine di riottenere ciò che temporaneamente è stato perduto. Anche gli eccessi andranno automaticamente ad appianarsi.
La scansione del colore, permette al nostro sistema di guardarsi allo specchio, individuare possibili mal funzionamenti e correggerli. La funzione di tale esercizio è di fatto duplice: diagnostica (fornisce informazioni su quale parte del corpo sia effettivamente in difficoltà) e terapeutica (una volta individuato il problema induce un processo di autoriparazione).
L’esercizio, come detto in precedenza, si avvale dell’utilizzo della luce solare. La luce solare è insostituibile.
Ci fornisce infatti dei pacchetti di energia che noi andremo a riutilizzare per le nostre comunicazioni luminose interne. Ci ricarichiamo così da avere delle emissioni molto più forti e nitide, delle emissioni meno inclini a generare errori.
Ma il sole non ci fornisce soltanto energia. La luce che sprigiona non è altro che un insieme di informazioni che attraversano la nostra atmosfera e giungono sino a noi. Il sole muta continuamente attraverso macchie solari, esplosioni e variazioni del proprio campo elettromagnetico. Tali mutazioni hanno un’incidenza molto rilevante sulla vita terrestre. Attraverso la luce, e le indicazioni in essa contenute, il nostro organismo apprende ogni singolo cambiamento e si adatta di conseguenza. Per capirci, ogni volta che ci esponiamo alle emissioni solari, ci comportiamo come un computer che scarica gli aggiornamenti per poter funzionare ed essere in equilibrio all’interno di un sistema più vasto. In ogni istante dobbiamo essere la risultante di miliardi di fattori che interagiscono. Le informazioni inviate sotto forma di colori, sono indispensabili per comprendere come essere, cosa essere.
La scansione del colore diviene quindi il momento in cui ci sincronizziamo con tutto, il momento in cui ciò che abbiamo dentro si pone in equilibrio con ciò che sta fuori. L’equilibrio è la chiave della nostra salute. Quando manca o è precario ecco subentrare la malattia, un tentativo estremo di ripristinare la coerenza.
Filomena Finelli sarà presente alla PRESENTAZIONE DEL LIBRO "OMEOPATIA, L'ACQUA CHE CURA"
L'acqua, un elemento da troppo tempo sottovalutato, grazie alle nuove idee scientifiche ed ai più recenti studi, sta mostrando tutte le proprie incredibili potenzialità. Con sé porta le possibili soluzioni a molti grandi quesiti, affrontati in modo inadeguato dalla medicina tradizionale. Ci offre delle cause plausibili all'ordine molecolare e al suo mantenimento nel tempo. Le sorprendenti scoperte ottenute sono, con ogni probabilità, soltanto l'inizio di un lungo percorso che condurrà l'umanità ad un nuovo livello di conoscenza.
Il libro "Omeopatia, l'acqua che cura", scritto da Nicola e Marta Del Giudice, è un resoconto chiaro ed esaustivo di quanto sino ad oggi appreso riguardo alle reali proprietà fisico/chimiche dell'acqua. Ci propone l'Omeopatia come nuova chiave di lettura del vivente e fonte di risposte concrete a problematiche da sempre ritenute irrisolvibili.
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